MILK AND MINT PRO ABRUZZO

Milk and mint

Domani, venerdì 10 aprile, presso la fumetteria Antani Comics di Terni, verrà presentato il volume MILK AND MINT, della bravissima GIULIA SAGRAMOLA.

Antani Comics, in collaborazione con edizioni ProGlo (Prospettiva Globale), devolverà l’intero incasso derivante dalla
vendita del volume della giornata di domani, per il terremoto in Abruzzo.
A tale proposito, gli organizzatori pregano tutti coloro che leggono questo comunicato di diffonderlo in qualsiasi modo.

Cagatìo

Vita quotidiana, lavoro, scuola, vacanze: Milk and Mint è il diario personale a fumetti di Giulia Sagramola, giovanissima e promettente disegnatrice dal tratto morbido e minimalista. Nato come blog a fumetti, Milk and Mint giunge sulla carta stampata, con un volume che raccoglie gli irresistibili scampoli di vita della giovane JulietteENrose, alter-ego fumettistico dell’autrice…

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Per maggiori informazioni sul volume: http://www.milkandmint.splinder.com
Francesco Settembreinfo@antaninet.it
Antani Comicswww.antaninet.it
Via Pacinotti 21\B, 05100 Terni. Tel. 0744 471523.

Dopodiché, il mini-tour lattementa di Giulia prosegue con la data del 16 a Fabriano presso la Libreria Bòrea, come si vede nel disegno qua sopra.!

  • Marianne |

    Gli aquilani, gli abruzzesi, non sono così. Siamo gente tranquilla. Non ci verrebbe in mente di chiamare “sciacallo” qualcuno perchè è romeno.
    Qui invece c’e’ piombata addosso tutta l’italia, non solo le nostre case. L’italia con le sue contraddizioni, le sue speculazioni politiche e tutte quelle cose orribili che si giocano sulla vita delle persone.
    Da giorni insistiamo per dire che tanti immigrati invisibili sono sepolti nel centro storico e a Onna.
    Che ci sono più morti e dispersi di quelli che dichiarano.
    Che l’idea delle cifre ritoccate serve a fare un lifting all’intera operazione per dire che è tutto un gran successo.
    Che non c’e’ organizzazione e coordinamento e che tutto funziona male.
    Nessuno ci sta a sentire. Loro ci hanno usati, continuano a passeggiare con le telecamere delle televisioni al seguito.
    Le più insopportabili sono le giornaliste che prima di ogni diretta si mettono in un angolo e si rifanno il trucco.
    Città demolita, tutto distrutto, morti, sangue e ferite e loro devono apparire in forma smagliante mentre intervistano la terremotata con i punti in testa e i capelli senza ritocchi dal parrucchiere.
    Dovremmo farli pagare per ogni ripresa, per ogni foto ricordo, per ogni operazione pubblicitaria dei politici.
    Sciacalli, tutti.
    Certi giornalisti ci vogliono al naturale e disperati, con le cicatrici in vista.
    Ci spiano e ci vogliono mansueti.
    Dobbiamo parlare del dolore in maniera sommessa e ci ricattano perchè sanno che in questo momento non possiamo dire niente.
    Siamo riconoscenti per ogni bottiglia d’acqua, ogni piatto di pasta, ogni paio di scarpe. E loro sono lì a farti pesare la generosità degli altri perchè la controllano e vogliono essere gli unici a fartela arrivare (se c’e’ il monopolio della solidarietà è più facile dire che va tutto bene). Non c’e’ di peggio che aver bisogno di aiuto e riceverlo da chi ne approfitta per trasformare un diritto in un favore.
    I non abruzzesi si sono messi a fare le ronde. Hanno reclutato qualcuno anche tra i disperati. I fanatici trovano sempre il modo di farsi inseguire nei loro deliri soprattutto da persone fragili e impaurite come siamo noi adesso.
    Questa è diventata una caserma militare. Una zona di esercitazioni. Qui stanno sperimentando frettolosamente la tecnica della paura per imprimere il controllo in un momento in cui tutto è permesso. Questo è quello che avverrà all’italia se il comando sarà dato ad un solo uomo o a più uomini che vogliono amministrare lo stato assieme ai generali e non con i cittadini.
    Fino ad ora hanno preso qualcuno con dei soldi che poi si è dimostrato gli appartenevano.
    Una badante romena e suoi parenti o amici che andavano a recuperare le sue cose dalla casa in cui abitava e assisteva una signora che aveva autorizzato il recupero.
    Sbattuti in prima pagina, processati per direttissima, rilasciati con tante scuse ( vedi http://napoli.indymedia.org/node/8100) e la notizia è sparita nel nulla, ma potete leggerla qua: http://lombardia.indymedia.org/node/16229
    L’idea degli sciacalli deve comunque continuare a circolare.
    Soprattutto lo “sciacallo” deve essere identificato in una figura precisa, diversa da politici, pseudo spioni di cronaca vera e commercianti e imprenditori che speculano sui prezzi, altrimenti non potrebbero applicare il reato che stanno inventando apposta per avere un motivo in più per perseguitare immigrati, poveri e non allineati.

  • Marianne |

    Non si erano mai visti tanti militari in città, ci dice una persona che conosciamo.
    L’Aquila è militarizzata.
    La solidarietà è militarizzata. Sembrano prove tecniche di occupazione militare.
    Il timore dello sciacallaggio a noi non era proprio venuto in mente.
    Quando dormi in macchina, al freddo e poi tra le tende si pensa a tutto meno che alle cose che non ti servono, coperte, scarpe comode, acqua, cibo, articoli sanitari, mutande. Le cose che chiamano “di valore” (valore perchè e per chi?) interessano a chi si sta facendo propaganda sulla nostra pelle. Abbiamo perso parenti, persone care e case.
    Qualcuno ci deve dire di chi è la responsabilità.
    Invece di mandare militari e di fare a scaricabarile devono spiegarci perchè in questa società dove il mangia mangia è generale a morire sono sempre e soprattutto i deboli, precari, anziani, immigrati, quelli che fanno fatica ad arrivare a fine mese o che non hanno neppure i soldi per pagarsi un appartamento mentre vanno all’università. Il terremoto mette in evidenza la realtà per quella che è: divisa tra ricchi e poveri.
    Perciò non vogliono dirci quanti immigrati sono sepolti sotto le macerie.
    Non lo sanno e non lo vogliono sapere.
    Da che eravamo accerchiati da stranieri a che secondo i dati “ufficiali” abbiamo scoperto che l’Aquila sarebbe l’unica città interamente colonizzata da italiani che rischia di essere aggredita da sciacalli che “vengono da fuori” (dovrebbero dire allora che gli sciacalli del luogo – quelli identificati per cognizione lombrosiana – sono morti tutti).
    E’ ridicolo e assurdo.

  • Veronica |

    Sull’Abruzzo e l’inadeguatezza del Capo del Governo, alcuni amici di una mailing list fumettistica (che poi leggeranno qui e si riconosceranno) mi segnalano queste scombinate dichiarazioni fatte a un rete tedesca, che poi, amplificandole, contribuisce a gettare il discredito su tutta l’Italia (che ha scelto un premier simile).
    Copio:
    In totale OT, sul sito suddetto trovo anche il seguente post, per riallacciarmi al discorso di Luca. Evidentemente i suoi lacchè hanno ben pensato di editare via il gracidio? Strano perché di solito è molto difficile occultare le cappellate che elargisce in diretta ad ogni occasione…
    I “gracidii” di Berlusconi fanno tremare l’Italia
    In svedese la parola “groda” significa “gracidare”, riferito al verso dei rospi. Per estensione, qualcuno “gracida” quando dice qualcosa che non dovrebbe essere detto. Sul giornale “Aftonbladet” di oggi è comparso un articolo che riporta una dichiarazione del signor B a proposito dei 28000 sfollati dell’Abruzzo: “penso che gli sfollati
    dovrebbero considerare la loro situazione come >”. Secondo voi un povero cristo cosa dovrebbe rispondere ai colleghi che lo interrogano increduli?
    La cosa strana é che non ho trovato nessun riferimento sui giornali nostrani. La dichiarazione é andata in onda in un’intervista sull’emittente tedesca N-TV
    (http://www.n-tv.de/1133800.html).
    Qui l’originale dell’intervista in italiano con la viva voce di Berlu:
    http://www.rtl.de/rtlaktuell/rtl_aktuell_videoplayer.php?article=27279
    cos’ che ciascuno si faccia la propria opinione sui fatti, senza il rischio di “decontestualizzazione”.

  • Ascanio |

    Tantissime persone in rete si stanno affannando alla ricerca di coordinate e informazioni per dare una mano alle popolazioni colpite dal sisma.
    Su Facebook, sui forum e sui blog stanno circolando però diversi appelli che rischiano di portare fuori strada chi vuol dare una mano e addirittura intralciare chi sta operando sul posto in queste ore.
    C’è il rischio infatti che la partecipazione emotiva di queste ore porti persone di buona volontà a compiere gesti che rischiano di ostacolare le operazioni di recupero, così come esiste il rischio che tra qualche settimana la gara di solidarietà si arresti e lasci le popolazioni dell’Abruzzo abbandonate al loro destino.
    Per questo, è bene seguire alcune regole basilari per questo tipo di situazioni.
    .
    *Non telefonate alla Protezione Civile dell’Abruzzo, per ora
    Non telefonate al centralino della Protezione Civile dell’Abruzzo per proporvi come volontari o avere informazioni: le linee telefoniche devono rimanere libere per permettere rapide comunicazioni a chi segnala ritrovamenti ed emergenze.
    .
    *Non andate in Abruzzo da soli
    Non raggiungete i luoghi colpiti dal terremoto individualmente e se non avete esperienza in operazioni di protezione civile. Verrà il momento in cui saranno utili il conforto e il lavoro dei volontari, ora no: tirare fuori la gente dalle macerie è un’operazione delicata e non ci si può improvvisare, a meno di correre il rischio di intralciare i professionisti e peggiorare le cose.
    Non andate in Abruzzo da soli, non invitate le persone ad andarci e non diffondete appelli che invitano a farlo.
    Vi avranno raccontato le storie di trent’anni fa, del Friuli e di chissà quale altro terremoto del passato: le cose sono cambiate.
    Nei prossimi giorni serviranno certamente persone che aiutino gli sfollati ma finché non si finisce di scavare tra le macerie evitate di intralciare i lavori e intasare le strade.
    .
    *Rivolgetevi a enti e associazioni, sempre
    Se volete raggiungere l’Abruzzo, telefonate alla Protezione Civile della vostra regione (purché non sia l’Abruzzo, ovviamente) e fatevi segnalare le associazioni che stanno preparando convogli di persone e beni di prima necessità per l’Abruzzo.
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    *Dilazionare le donazioni di sangue, sempre
    In questo momento non c’è alcuna emergenza sangue: l’Avis ha chiesto ai tantissimi donatori di fermarsi, perché i centri sono congestionati e le scorte sono più che sufficienti a soddisfare le richieste.
    Donate il sangue nelle prossime settimane, senza cambiare la frequenza con cui lo fate regolarmente.
    Convincete altre persone a donare il sangue, che fa bene sempre. Ma non intasate i centri: qualora servisse altro sangue, l’Avis diramerebbe immediatamente una comunicazione ai suoi donatori.
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    *Fate attenzione a donare soldi, sempre
    Stanno già fioccando decine di sottoscrizioni e raccolte di denaro per le vittime del terremoto e la truffa è sempre in agguato: per il momento, fidatevi solo di Croce Rossa Italiana, Caritas, Poste e altri enti o istituzioni noti e affidabili.
    Versate i soldi direttamente sui loro conti e non via altri intermediari, a meno che non siano di vostra estrema fiducia: le coordinate bancarie dei loro conti correnti si trovano facilmente online, mettete come causale “Terremoto Abruzzo”.
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    *Sicuramente state già ricevendo via email e su Facebook frotte di appelli alla solidarietà: inoltrare tutto alla cieca e senza essere certi della veridicità e dell’affidabilità di quel che si dice in giro rischia di essere più dannoso che utile. Controllate che non contengano informazioni false o non aggiornate, controllate che non contengano i numeri telefonici della Protezione Civile o riferimenti a un’emergenza sangue che non esiste: inviare appelli errati può essere controproducente e alimentare la confusione.
    Mentre invece questi sono i momenti in cui più di ogni altra cosa serve equilibrio e buon senso.

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