Incredibilmente, sono già passati dieci anni precisi dalla scomparsa del Maestro Giovan Battista Carpi, avvenuta l’8 marzo 1999.
Genovese, nato il 16 novembre 1927, prima di passare ai giornali per ragazzi, quello che gli amici chiamavano detto Gibì, si cimenta nelle arti figurative.
Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti, con la quale aveva avuto rapporti turbolenti, anche a causa della congiuntura bellica, troviamo Giovan Battista a fare apprendistato presso il pittore Giacomo Picollo, tra i fondatori del Gruppo di Avanguardia e Futurismo Sintesi. Nello studio di Picollo, il futuro creatore grafico di Paperink ha modo di prendere confidenza con le tele e la tavolozza degli oli.
Sotto, un dipinto di Picollo (che spesso si è citato nei nostri saggi sui fumetti, ma del quale non abbiamo praticamente mai visto nulla) e una sua rapida tempera su carta, molto meno accademica.
Sopra, una bella illustrazione a china di Gibì per una copertina del mensile Soldino, con il giovanissimo titolare e una scatenata Nonna Abelarda.
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Questo post non è un “microsaggio” sull’autore, ma solo un grato ricordo dell’artista e amico con il quale abbiamo fatto un lungo e intenso percorso. Pur essendo durato circa una decina d’anni, ha all’attivo alcune storie a fumetti e svariati libri illustrati (la collana Walt Disney presenta…, i tomi cosiddetti “Arancioni” della Comic Art), il debutto e l’avvio della collana I Maestri Disney, innumerevoli mostre espositive, fiere e mostre mercato, incontri pubblici ovunque, con e senza amplificazione, all’aperto e al chiuso. Una volta addirittura con un megafono quando a Lucca (1990), come al solito, non funzionava nulla e dovevamo arrangiarci per onorare davanti a una platea
cospicua la massima “the show must go on”.
In questo percorso è rientrata anche quelle che per il momento è stata l’unica bio-bibliografia sul Maestro, pubblicata da Comic Art, e scritta dl presente blogger con Alberto Becattini e Stefano Bartolomei: Giovan Battista Carpi – Mezzo secolo di fumetti, illustrazioni e creazioni multimediali (1995).
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A lato, un cimelio: una foto scattata (malamente) da qualcuno all’inizio di novembre 1997, quando sul palco del Teatro del Giglio, anche in questo caso nel capoluogo lucchese, presentavamo agli astanti la mascotte che Carpi aveva realizzato su carta, ma che non aveva ancora visto sottoforma di sagoma lignea.
Era la Pantera che, da quell’edizione, era divenuta anche la statuetta del Premio, che “chi venne dopo” ritenne di non mantenere in vita, penso per tagliare anche da questo punto di vista i ponti con un passato ingombrante troppo vicino.
Grazie a Cristina per aver reperito questo remoto documento.
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Per inciso, il primo autore a stringere la statuetta fu un’autrice, la simpatica Francesca Ghermandi. E nella stessa edizione, tra gli altri, ne ricevettero una anche Neil Gaiman, Silvia Ziche e Jeff Smith.
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Impossibile, adesso, riassumere i tanti meriti di Giovan Battista. Tra i più rilevanti, ha creato Soldino per l’editore Renato Bianconi e il Dodo per Leonardo Mondadori, ha collaborato al nuovo Il Bertoldo di Gino Sansoni (1963), ha realizzato varie storie con l’inventore Knox per Fix und Foxi, testata per ragazzi della casa editrice tedesca Kauka Verlag (1965-66) e un sacco di illustrazioni e fumetti con Svicolone, Magilla Gorilla, Gli Antenati, Pixi e Dixi, Yoghi e altri characters di Hanna-Barbera per racconti illustrati (immaginati da Elisa Penna) per Confidenze e storie per il Braccobaldo di Arnoldo Mondadori (1966).
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Sopra, uno schizzo veloce inviatoci da Andrea Sani (grazie!), fattogli da Gibì proprio nel ’90, in coincidenza con l’uscita del nostro I Disney Italiani, scritto con anche Leonardo Gori e Alberto Becattini.
Prossimamente, entro una decina di giorni, uscirà in edicola un piccolo omaggio a Giovan Battista.
Sopra, una foto del 1993, dove sono con Giovan Battista e due amici orecchiuti, a Roma, alla “prima” di Aladdin.
Il © di Paperin-Amleto è Disney.
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