BUZZY THE CROW, di Andrea Ippoliti

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Chi segue questo blog conosce benissimo Andrea Ippoliti, il suo blog personale, ricco di informazioni e animazioni, e i suoi interventi.
Con questo antico post, che torna di attualità poiché si parla di corvi con la mostra Esopo e la volpe attualmente in corso a Modena al Museo della Figurina (curata da Paola Pallottino), abbiamo iniziato a ospitarlo direttamente qui, con il suo bagaglio di “delikatessen”, a cominciare dalla scheda di un personaggio per niente noto in Italia (ma presente in almeno due remote
compilations cinematografiche, la prima delle quali si intitolava Le avventure di Braccio di Ferro, 1960).
Il personaggio in questione è il simpatico “corvo di colore” Buzzy, del quale vedete sotto un model sheet del 1945 un po’ rovinatiello, ma inedito per questo blog
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Buzzy the Crow è una delle varie stars dei cartoons che prosperarono negli anni Quaranta, un decennio in cui corvi e simili furono fra i characters più gettonati.

Probabilmente la molla fu il Jim Crow di Dumbo (1941); fatto sta che di lì a poco si ebbero, nei comics, l’uccello mynah Ellsworth (da noi Gancio il Dritto) e, nei cartoons, il silente, parimenti mynah, uccello che fungeva da inusuale nemesi per il piccolo Inki in vari cartoons di Chuck Jones alla Warner Bros., le “gazze parlanti” Heckle e Jeckle per i Terrytoons ed, appunto, il corvetto Buzzy per lo Studio Famous della Paramount.

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Con la voce dell’ eccezionale Jackson Beck (che prestò le sue corde vocali, fra gli altri, a Bluto, il nerboruto rivale di Popeye, e fu anche la voce narrante di Take the Money an Run, il primo capolavoro di Woody Allen), modulata in modo da suonare come imitazione del valletto nero di Jack Benny, Eddie Rochster, questo simpatico e scaltro corvo è protagonista di vari cartoons dal 1947 al 1954.

Nel suo esordio, The Stupidstitious Cat (1947, diretto da Seymour Kneitel con l’aiuto di Isadore Sparber), eccolo affrontare un felino, che parla proprio come Jack Benny, ed abusare del fatto che egli sia superstizioso per salvare, letteralmente, le penne.

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Sin da questa sua prima apprizione, il personaggio è presentato nella sua versione definitiva e non subirà più alcun cambiamento, grafico o caratteriale che sia, nei successivi shorts che lo vedranno protagonista: paglietta in testa e dente d’oro, questo corvo è un Bugs Bunny post litteram, che agisce solo se provocato. Se il celebre coniglio della Warner chiama chiunque “doc”, Buzzy, così come il Rochester che parodizza, con finto servilismo chiama chiunque “boss”.

Il secondo short in cui compare, Cat O’ Nine ‘Ails, è un “Sacro Graal” fra gli animation aficionados. Perduto. Chissà se una copia salterà mai fuori. Si conosce solo che qui il gatto è ipocondriaco e che da ciò Buzzy trae logico vantaggio.

Successivamente ecco che gli viene affiancato il gatto Katnip, al tempo protagonista della serie Herman & Katnip, il Tom e Jerry “de noantri”.

Da qui in poi si adotta una formula assai stravagante, canovaccio base di tutti gli shorts con protagonista il nostro: Katnip, al fine di curare mali di ogni specie, dall’insonnia al mal di denti, segue il monito di un libro che, in rima, spiega come la carne di corvo sia la soluzione migliore. “That sounds logical!” è la frase strappa-risate con cui ogni volta il felino commenta tali demenziali suggerimenti.

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Buzzy, facilmente catturato, ogni volta proporrà metodi, a suo dire assai migliori di quello sostenuto dal libro (ed anch’essi suoneranno logical al felino, ignaro di ciò che di lì a poco gli accadrà), per curare il malanno e, voilà, da qui, con gags ogni volta nuove ed originali, quelle sì, si protrarrà il cartoon.

Ed è così che scopriamo come mangiare carne di corvo possa inoltre curare raffreddore, singhiozzo, calvizie e guarire dalla dipendenza dal fumo, o come il corvo sia l’esca migliore per pesci d’ogni sorta. Affascinante. Lo terremo a mente.

Finale

Nel suo ultimo corto da protagonista, No Ifs, Ands or Butts, gli viene contrapposto un nuovo gatto che, a parte le differenze d’aspetto, parla (tormentone compreso) e si comporta esattamente come Katnip. Scelta motivata dal tenere separato Katnip, che già affiancava il topo Herman, da Buzzy, e non averlo quindi come co-protagonista di due serie. “That sounds logical!”.

Nei comics, Buzzy appare principalmente in Paramount Animated Comics, Harvey Hits e Baby Huey, perlopiù in tavole autoconclusive.

Ma è nei cortometraggi che il nostro dà il meglio di sé. Godetevelo in una delle sue migliori apparizioni sul grande schermo: The Awful Tooth, del 1952!

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I © di Buzzy the Crow e del gatto Katnip sono della Harvey.
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  • Captain Jack |

    Quel model sheet di Buzzy è davvero molto bello.
    Il personaggio assomiglia moltissimo a quello della Volpe e il Corvo, chisà perché tutti gli “uccellacci neri” sono piuttosto sprezzanti: da Crow a Buzzy, da Gancio il Dritti alle due cornacchie parlanti Heckle e Jeckle.
    Ho anche visto vari corvi, gazze e cornacchie ladri di raccolto (grano, granoturco) in storie a fumetti varie. Almeno uno anche in una storia Disney scritta da Luca.
    Perché hanno sempre questo carattere?
    Ciao,
    Captain Jack

  • Vitaliano Vitali |

    Vogliamo fare pulizia anche dei gatti?
    Darli tutti ai cinesi affinché li cucinino?
    E dei canarini cosa mi dite? Vengono da lontano e li diamo tutti a dei “Silvestro DOC” federalisti?
    Sto vedendo su Sky lo spettacolo desolante, demoralizzante, che stanno dando alcuni signori padani, fra i quali dei ministri (!!!) che non hanno oggettivamente i requisiti minimi indispensabili nemmeno per essere eletti e che lo dimostrano pubblicamente in occasioni come queste: la pochezza di pensiero, la facinorosità, l’ideologia gretta.
    Qualcuno in questo blog ha giustamente parlato più volte di lasiar da parte le ideologi. Questa, dei padani, è davvero un’ideologia insostenibile, acritica, astorica, che è riuscita a riportare il Paese indietro a prima della seconda guerra mondiale. Poveri noi!
    Grazie a Hellena per aver segnalato quei link. Vivendo molto distante da Treviso non sapevo niente e non credevo che si potesse arrivare a certi punti di barbarie.
    Ho letto le farneticazioni di Gentilini, come:
    C’è bisogno di iniziare una “pulizia etnica contro i culattoni”. “Darò subito disposizioni alla mia comandante dei vigili urbani affinché faccia pulizia etnica dei culattoni. Devono andare in altri capoluoghi di regione che sono disposti ad accoglierli. Qui a Treviso non c’è nessuna possibilità per culattoni e simili”.
    Tratto da Repubblica.it del 9/08/07
    Poi, leggo anche in uno di quei siti:
    A queste dichiarazioni lo stesso Roberto Calderoli, coordinatore nazionale della Lega Nord, ha detto: «Ben vengano le pulizie delle zone degli scambisti e della prostituzione, ma parlare di “pulizia etnica dei culattoni” proprio no. Mi spiace ma non ci sto». Il leghista si concede anche una battuta: «Sulle mie magliette c’è scritto “viva la mona”, ma ognuno ha i suoi gusti e può fare quello che vuole»
    Tratto da Corriere della Sera.it del 10/08/2008
    Mah! Grazie, Ministro, di aver semplificato.
    A me sembrava che sulle sue celebri magliette ci fosse scritto qualcos’altro, ma sarà stato un abbaglio…
    Saluti a tutti.
    Vitaliano

  • Hellena |

    Oggi non funziona bene la rete. A parte questo, Moise giustamente si riferisce a animali che parlano in uno slang americofono, il che c’interessa, anche.
    Ma temo che tra poco non sara’ nemmeno più possibile importare storie a fumetti di animali antropomorfi dall’estero, se la Lega continua a prendere piede.
    E, giustamente, Moise oggi ha disegnato una bella vignetta proprio su questo tema. Qui: http://www.afnews.info/public/afnews/news002/newsitem1212285757,42486,.htm
    Mi sembra giusto, i cani, di qualsiasi razza e provenienza non possono che esprimersi pisciando addosso a chi le spara così grosse, per mere ragioni di consenso.
    Una vignetta analoga l’ho trovata qui:
    Si tratta di un altro frequentatore del “cumulo” di blog di Nòva, o meglio sono due, che non conoscevo e ai quali faccio i miei complimenti: Maddalena Fragnito e Ramon Pezzarini. Il loro commento s’intitola “Ziocan!” e il loro blog “Buon Porco Mondo” (“BPM”).
    Si consulta qui: http://fragnitopezzarini.nova100.ilsole24ore.com/
    Mettono qualche riga, una illustrazione (sempre bella) e una serie di link per meglio capire a cosa si riferiscono.
    “Noi non vogliamo razze di cani stranieri”.
    L’ultima sparata del vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini.
    http://tribunatreviso.repubblica.it/multimedia/home/2288473?ref=rephpsp6
    http://tribunatreviso.repubblica.it/dettaglio/Gentilini-mette-al-bando-i-cani-stranieri/1470001?edizione=EdRegionale
    http://qn.quotidiano.net/2008/05/30/93048-gentilini_attacco_cani_stranieri.shtml
    http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=436&ID_sezione=339&sezione=News
    http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080530020120AAa3COE
    http://www.interculturale.org/pages/gentilini.html
    Ciao a tutti e buona domenica.
    Vediamo quale sarà la prossima cazzata che ci toccherà sentire, in questo periodo micidiale.
    H.

  • Giovanna Nadier |

    Anche a me, che studio lingue, interessano queste questioni che riguardano lo slang.
    Vago per i siti in inglese e non alla ricerca di qualche informazione, ma non ne ho trovate di sufficientemente esaurienti.
    Invece ho trovato una notizia che non ho letto da nessuna altra parte e ve la invio.
    Può interessare gli appassionati di Eisner.
    There is a beautiful, limited edition of the new Will Eisner and PS Magazine
    book coming out in hardcover.
    It is signed by Eisner’s PS Magazine successors, comic book legends, Joe
    Kubert and Murphy Anderson.
    The book retails for just under $70.00, sadly, for us folks on a tight
    budget, but it looks gorgeous, and is being solicited in the current Diamond
    Previews comic book catalogue.
    Chi vuole, consultando il suddetto catalogo, può farsene un’idea.
    Ciao,
    G.

  • Moise |

    Grandioso! Ci voleva un buon vecchio slapstick per cominciare la giornata 🙂
    Una micro-osservazione che mi è venuta in mente leggendo i ‘balloons’ del nostro corvo all’inizio del post: sin da quando ho scoperto i comic-books ammmmericani allo stand DC del Salone del libro per ragazzi di Bologna mi ha affascinato l’uso particolarissimo della lingua inglese nei fumetti… (‘dat’ invece di ‘that’, ‘ah’ invece di ‘I’ eccetera) una vera e propria neolingua scritta, piena di omofonie, contrazioni e abbreviazioni ma anche di ‘inspiegabili’ deformazioni…
    Mi rendo conto che una parte di queste ‘variazioni sul tema’ rispondono a necessità ‘tecniche’ (spazio limitato all’interno dei balloons), altre definiscono incomprensibili (per me) sfumature dialettali di personaggi che appartengono a diverse zone degli USA (pensiamo al dialetto ‘montagnino’ di Li’l Abner e, suppongo, allo stile ‘colored’ del corvo di cui sopra) e altre ancora, come era d’uso nel vaudeville e nel mood ‘politically uncorrect’ dei primi comics, erano storpiature ironiche del modo di parlare di neri, tedeschi, olandesi, cinesi ecc. (si pensi al krukkinglese dei katzenjammer kids e allo sgrammaticato gramelot di Popeye)…
    Mi piacerebbe saperne di più su questa pletora di pseudo-linguaggi fumettistici d’oltreoceano e, se possibile, capirci qualcosa, al fine di leggere con maggior gusto le versioni in originale dei miei personaggi preferiti!
    Esiste qualche meritorio testo sull’argomento?
    Potresti supplire tu, o sublime Bosckowitz, con un articolatissimo e torrenziale post in merito?
    Insomma, illuminami!
    A bientot 🙂
    Moise & Viviana

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