BELLE NOTIZIE DALLA FRANCIA

36eme

Anche chi non è partito per il trentaseiesimo Festival d’Angoulême, che si avvale dell’ormai collaudata mascotte di Lewis Throndeim qui a destra, può respirare qualche minuto d’aria francofona con questo post.

Grazie alla tempestiva segnalazione Paolo Carpi, apprendo che il Fumetto (o meglio la bedé) in Francia sta molto meglio che da noi. Lo afferma Le Monde, portando un bel po’ di dati, forniti a questa pagina da Gilles Ratier, segretario generale dell’Association des critiques et journalistes de BD (una chimera in Italia).

Lo scorso anno il numero di libri a fumetti, comprese le riedizioni, è salito a 4.413 rispetto ai 4.024 del 2007, con un incremento del 9 % in appena dodici mesi.

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La parola a Ratier.

En cinq ans, cette croissance s’est amplifiée : la production a plus que doublé, les seules nouveautés représentant 3.592 albums en 2008, contre 1 730 en 2003. Une évolution qui ne repose plus sur les mangas, dont le marché s’est stabilisé en 2008, après avoir connu pendant plusieurs années des taux de progression à deux chiffres. Les BD asiatiques représentent aujourd’hui 37 % des ventes en nombre d’exemplaires mais seulement 26 % en valeur.

La BD apparaît comme un marché stable en chiffre d’affaires: 320 millions d’euros en 2007, soit 6,5 % du CA de l’édition. C’est aussi un marché où la concentration est devenue la norme. Selon Ipsos, sur les 33,6 millions de BD vendues en France, un tiers proviennent des marques détenues par le groupe Média-Participations (Dargaud, Dupuis, Kana, Lucky Comics…).
Viennent ensuite Glénat, Delcourt, Soleil et Casterman (contrôlé par Flammarion).

Un cinquième groupe émerge, Hachette, qui a acquis en 2007 l’éditeur de mangas Pika (11 % du secteur) et en 2008 les éditions Albert René (“Astérix”).

Au total, quinze groupes assurent plus de 70 % de la production, alors qu’on recensait 265 éditeurs de BD en 2008.

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le due immagini di questo post appartengono a una casa di tolleranza, o meglio alla maison close, una meravigliosa e curiosa jam strip in francese in cui tutte le fumettiste femmine mettono un loro personaggio nelle vesti di una prostituta, mentre i fumettisti maschi ne inseriscono altrettanti nei panni di clienti.
Qualcosa di unico, e di curatissimo, che allo stato delle cose solo Internet poteva consentire di immaginare (e di realizzare).

Bisogna fare Clicqk su ciascuna delle signorine per leggere una storia diversa.

Sempre sul tema, a questa pagina le voci di alcuni autori di fumetti che spiegano e difendono la selezione delle opere in gara per ottenere il Grand prix du festival d’Angoulême.

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  • Jeremy Bender |

    Della Francia sembra non freghi nulla a nessuno. Questo post era l’unico rimasto senza commento, così sono stato spinto a scrivere io questo.
    Ma pare che ai lettori di questo blog interessino soprattutto i fumetti americani e (in secondo luogo) quelli italiani.
    Cosa curiosa, ma risponde a un trend. Per questo, forse, anche i cartonati francesi in Italia non tirano e non hanno mai venduto nemmeno in pasato?
    Jeremy

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