Due citazioni di Popeye in due giorni di seguito!
Capita…
D’altronde, ci avviciniamo al suo compleanno e glielo dobbiamo.
Ma prima, ATTENZIONE!
Per ragioni tecniche che leggerete in questo post, dal titolo Bud Sagendorf, Segar e il “mangiaspinaci”, i commenti al presente articoletto sono chiusi, poiché straripanti, e proseguono su quello, creato ad arte per questo scopo.
Chiaro, no?
E ora inizia l’articolo sullo “spiramento”. Ancora una riga ed eccolo!
Dunque…
Tutta la stampa specializzat(issim)a, soprattutto in rete, ha riportato la notizia in prossimità della scadenza del Capodanno: i diritti sul personaggio di Braccio di Ferro, creato da Elzie C. Segar il 17 gennaio 1929, spirano per l’Europa, secondo la legislazione internazionale che prevede la caduta nel pubblico dominio dell’opera della creazione o dell’ingegno dopo settant’anni dalla morte dell’autore. E Segar è scomparso, molto giovane, nel 1938.
Così, dallo scorso Capodanno teoricamente Popeye sarebbe “libero!”, almeno per l’Europa.
Lo riportano fonti come The Times (qui Times on line) e Reason (Jesse Walker), che in particolare afferma la “libertà” del marinaio guercio nel Regno Unito.
Ma le cose staranno davvero in questo modo?
Davvero si potrebbero ristampare (per esempio) le storie prodotte per conto dell’editore Renato Bianconi senza pagare diritti a nessuno?
O mettere la robusta figura del Gigante Grissino sulle magliette, fare pupazzi-portachiave dei Ming, intitolare una linea di aspirapolvere alla prodigiosa scopa della Strega Bacheca?
Hmmm…
Mentre per il diritto americano Popeye resta blindato fino al 2024, lo stesso Walker ventila: “The Popeye trademark, as opposed to copyright, is still in effect on both sides of the Atlantic, so if you were hoping to borrow the sailor man’s name for a fried chicken restaurant in Belfast you’re SOL.”
Le immagini di questo post prendono le mosse da un’altra affermazione de cronista. Questa: “It may be valuable to let people play with Segar’s creations, but that doesn’t mean a single company has any special insight into which artists are suited for the job. It’s telling that the one time the latter-day Popeye started to get interesting again — when the underground comix veteran Bobby London took over the strip from 1986 to 1992 — the suits who ran King Features didn’t like the fact that its franchise was making jokes about abortion and other controversial issues. So London was fired.”
Non piacque che London avesse introdotto, pur blandamente, il tema dell’aborto (“la parola con la A”) nel mondo di Popeye.
Strano, dato che si tratta di un tema che dovrebbe ormai essere stato “digerito” dalla società contemporanea avanzata, come (per esempio) l’alcolismo (ben presente nelle storie di Segar e dei suoi continuatori, si pensi alle continue sbronze del papà del marinaio, rinominato in Italia con l’allusivo Trinchetto per la produzione delle Edizioni Bianconi), o la bulimia di Poldo Sbafini (altro cognome allusivo, da “sbafare”, anche se in qualche versione italiana dei fumetti popeyani gli si è accidentalmente raddoppiata la “f” trasformandolo nell’insensato “Sbaffini”).
Ma si sa quanto le questioni che riguardano il momento preciso dell’inizio della vita, sottolineate con forza dal Vaticano, siano comunque scottanti worldwide, e quanto le decisioni e le modalità concesse dalle leggi dei vari ordinamenti di interrompere la gravidanza siano oggetto di periodiche contestazioni, sempre in chiave restrittiva dei diritti della donna sulla gestione del proprio corpo.
Va da sé che che London prendeva in giro anche i preti cattolici: il timorato e il furbastro, Father Nosebest, che dopo aver predicato a un greggetto di vere pecore affermava senza mezzi termini come in assenza di Satana anche loro due, preti, avrebbero perso il posto; si veda la vignetta di apertura di questo post.
In sostanza, o tempora, o mores (come direbbe Giulio Cesare Cuccolini), ma anche mala tempora currunt (aggiungerei io)! Bobby London fu licenziato.
Giudicate voli se ce ne fossero stati effettivamente gli estremi (oltretutto era solo un equivoco in cui il pretino era incorso).
I fumetti USA di Popeye del King Features, dal 1994 sono gestiti dal mio buon amico Hy Eisman (qualcuno se lo ricorderà per i due inviti che gli feci in Italy, nell’ultima Lucca Comics mia e dell’Ente Garnier nel 1999 e un paio di anni più tardi a Milano in una popolare edizione di Cartoomics).
Qui, la biografia ufficiale di Hy.
E in queste pagine, come avete già capito, le settimane incriminate di London, ricavate dalle proof settimanali, che vengono spedite ai giornali dal syndicate in foglioni comprensivi sei strisce ciascuna, da pubblicarsi somministrandole una per giorno, dal lunedì al sabato di ciascuna specifica settimana.
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