SCARPE A BASSA QUOTA IN IRAQ (con la partecipaz. straordinaria di alcuni zombi)

Zombie_marvel

Se in Iraq la scarpa vola facile, come abbiamo visto, ecco che una nuova minaccia si presenta per noi popolo occidentale, questa volta proveniente da sottoterra: gli zombi

Il primo cittadino americano esterna alla stampa la sua preoccupazione, ma può anche (tutto sommato) fregarsene quanto basta, rimettendo il mandato e la grana nelle mani del suo ben migliore successore.

L’idea dello zombi minaccioso, com’è noto, affonda le sue radici nella storia dell’occupazione americana operata sullo stato di Haiti (1915-1934), già indipendente dalla Francia dal diciannovesimo secolo, ma incapace di autogovernarsi.

Oppressi da un sistema di schiavitù disumano, i neri africani che nel frattempo erano stati trapiantati dall’Africa ad Haiti si erano confezionati una propria religione, i cui riti erano avversati dai colonialisti e dalle autorità cristiane della zona, che li descrivevano in modo piuttosto fantasioso e infedele alla realtà.

Scaroe_in_iraq

In questo clima nascono i racconti sui perversi riti vudu e sugli zombi, la cui definizione deriva da quello di un certo Jean Zombi, schiavo africano noto per la sua brutalità durante la lotta degli haitiani contro i francesi.

Che di zombi si parli in un alone di mistero e di terrore anche negli anni Quaranta del secolo scorso è rivelato per esempio, da The American Weekly, supplemento domenicale distribuito in allegato ai quotidiani del gruppo Hearst: una miniera d’oro di figure e di racconti esotici ed evocativi.

Da uno di questi, The Lady in Search of Danger! (“La donna in cerca di pericolo!”), Carl Barks (che creerà Bombie the zombie) ricava il concetto che un morto vivente può avere l’aria tutto sommato simpatica, come nella illustrazione di Lee Conrey pubblicata a corredo del testo.

L’articolo sullo zombi esce nel fascicolo del 25 giugno 1948. La precedente fonte ispiratrice di Barks era stato il racconto I Met a Zombie! (“Ho incontrato uno zombi!”), pubblicato sei anni prima sull’American Weekly e illustrato da Joe Little.

Anche in questo caso è una donna ad essere ritratta a contatto con la presenza inattesa e sinistra di un morto vivente: la ricercatrice Ines Wallace, che si imbatte in uno zombi nel corso di una spedizione ad Haiti organizzata a scopo di studio sulla magia vudu.

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Sospendiamo il discorso per ora e rivediamo il momento, degno di Mack Sennett, dell’attacco scarpario consumatosi a Bagdag.

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Le agenzie internazionali riportano quanto segue:

“In Arab cultures, throwing shoes is a grave show of disrespect.” —Bloomberg.com

“The act is an Arab symbol of contempt.” —Christian Science Monitor

“Throwing shoes at somebody is a supreme insult in the Middle East.” —Reuters

“In Iraqi culture, throwing shoes at someone is a sign of contempt.” —Associated Press

Dobbiamo essere grati con questi informatori che spiegano con tanto zelo la misteriosa cultura islamica, così tanto differente dalla nostra. Grazie a lo possiamo evitare di scambiare il lancio della scarpa per uno spontaneo gesto di affetto ai confini con la libidine.

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POST SCRIPTUM: Lo so che volete i Fumetti.
Arrivano, arrivano…

A proposito della copertina che apre questo post, il suo © è Marvel Comics.
Notizie a questa pagina.

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  • Piergiorgio Cernobbio |

    Mi piacerebbe poter leggere quei vecchi fumetti sugli zombi.
    Suuppongo che siano opera di Stan Lee e associati.
    Sono d’accordo con Willi, non è il caso di guardare la televisione. Ho letto su un vecchio supplemento di Linus (Linusrosa), recuperato a Cartoomics l’anno scorso a pochi euro, che un redattore suggeriva di leggere un Tintin, quello che presentava all’interna: I gioielli della Castafiore, invece di passare una serata alla televisione.
    Ottimo suggerimento, se il fumetto è di quel livello.
    Solo che mi piacerebbe anche che avessimo una tivù meno imbecile, con meno “pacchi” ogni sera, meno Porta a Porta (anche se lo spettacolo di ieri sera aveva qualche interesse dato che era incentrato su un personaggio interessante di per sé, come Robero D’Agostino, che ho trovato molo, molto invecchiato e malandato). Meno porcherie, meno Carlucci e meno (appunto) zombi come Bruno Vespa, Emilio Fede e compagnia.
    Che reggono il velo alla regina con i soprattacchi, zombi anche lei, quella che si è rifatta il lifting e massaggiare da Messegué.
    Quello della tivù scema in Italia è un mezzo scandalo. Credo che abbia ragione Alba, quando sostiene che si tratta di una strategia precisa.
    Strategia vincente, purtroppo,
    Anche per questo, vivo a Barcellona da qualche anno, salvo varie incursioni in Italia ogni tanto, come in questo periodo (feste comandate, fese estive e poco più).
    Saluti.
    Piergiorgio Cernobbio

  • Giorgio |

    Eheh bello il video sugli zombi!
    Quanto alle scarpe, io sono sempre stato un fan di Scarpa… continuo ad esserlo!
    Una volta a Foggia ho visto un tizio che lanciava una scarpa contro un treno nel tentativo di beccare il controllore perché aveva fatto partire il treno senza aspettarlo… ergo non solo nella cultura islamica è un segno di contatto umano…

  • Willi |

    Non l’ha ordinato il medico di guardare la tv… Se non si gradisce, è sufficiente spegnerla e leggersi qualcosa, tipo (un libro o) un fumetto di Barks!

  • Amelia DeSpell |

    Questo filmato è davvero divertente.
    Prlando di televisione, mi trovo d’accordo con quanto leggo nel blog di Alba.
    Carosello è morto, lo hanno cremato e ne hanno sparso le ceneri nel cesso, X factor.
    Attraverso la televisione stanno cercando in tutti i modi di convincerci che siamo ancora vivi, più vivi che mai. In realtà siamo vegeti, vegetali.
    La tv sta morendo di una morte peggiore di quella che è toccata a Carosello, perché carosello è morto di vecchiaia, la tv sta morendo di malattia grave.
    Dove non arriva il quiz o il reality arriva il filmetto o la trasmissione costruita ad hoc, e dove non arriva quella arriva lo sport, il calcio in primis.
    Tutto è costruito in maniera perfetta per addormentare le persone, per non farle ragionare, riflettere, ribellarsi. Sanno che chiunque si appisolerà davanti alla tv, passerà dal sonno alla morte senza staccarsi mai dal telecomando, tranne che per andare a fare cacca e pipì, una capatina al lavoro, una corsa al supermercato per gli acquisti consigliati, e poi di nuovo sotto ipnosi, fino alla resa dei conti, i Vostri, perchè i loro stanno bene”.

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