UN PARADISO E UN INFERNO

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Un Paradiso.
Questo.

Si vedono due signori, un certo Rick Durell (a sinistra) benzinaio, e Burt Blum, manager del Cherokee Book Shop, sito al n. 6607 di Hollywood Blvd.
I due, che sono immortalati in questo scatto pubblicato sul Los Angeles Times nel lontano 1965, sbirciano fra i comic books del negozio, che all’epoca era il più grande e fornito degli Stati Uniti.

Quanti collezionisti girerebbero la chiavetta della macchina del tempo per andare subito a fare una capatina da quelle parti?

Un inferno.
Quest’altro.

La suburra televisiva (non importa se del telepremier o dell’ex monopolio: il livello struscia sull’asfalto).

C’è la Ventura in viva voce, in una riunione di redazione dell’Isola.

Giusto per dire.
.

  • Massimo Calvi |

    Oh, che belle queste valutazioni su quel mitico negozio di fumetti!
    Vero, ha ragione Contìx, le fumetterie sono dei piccoli paradisi. Devo dire che Lucca Comics and Games, invece, non lo è! Mi ci sono trovato anni fa sotto un diluvio assurdo quando era nel Palaztort e un intero stand è stato sommerso (be’, diciamo “inzuppato”) dalla pioggia per una qualche problema di infiltrazione.
    E quest’anno… troppo casino!
    Assomigliava a una bolgia, anche se il tempo era clemente. Non si riusciva a giungere ai tavoli con i fumetti esposti, Era un supplì di Tantalo, sapere che l’oggetto del desiderio sta lì e dover mandare (appunto) all’Inferno tutti per aver pesro la pazienza. Senza acquistare niente.
    Non sono queste le iniziative che aiutano gli appassionati. Sono magari un bel business per chi stacca biglietti. Faranno felici quelli che amano i giochi o i cosplay, ma non appartengo a quella razza.
    Molto, molto meglio le fiere piccole: Bologna (molto vivibile), Reggio Emilia (il top) e anche quelle piccole che vendono materiale che in fumetteria non si trova (altrimenti, a che servono, se posso trovare lo stesso materiale in un negozo, senza file, senza casino, nei giorni che mi pare?).
    Per tacere delle mostre intese come esposizioni. Che sono molto importanti.
    Il avrei acquistato i vari Bat-man e Teen Titan, Green Arrow, Green Lantern, nel ’65.
    Ci farei una capatina di qualche ora e tornerei qui col bottino (per trovare le ristampe sgrammaticate della Planeta e spernacchiarle).
    Massimo Calvi

  • Contix |

    Lasciamo perdere gli inferni e godiamoci i paradisi che per fortuna in Italia ci sono…anzi, sono forse l’unica cosa che ci resta del fumetto in generale di questi tempi: si chiamano “fiere fumettistiche”, la più grande e piacevole delle quali è LuccaComics&Games (quando non c’è troppa gente, sennò anch’essa diventa un inferno! ;))
    Ma in loro assenza abbiamo anche i mini-paradisi chiamati “fumetterie” che per fortuna sono molto ben forniti come in quella foto: “Alessandro Distribuzioni” a Bologna, “La bottega del fumetto” a Milano, ecc….oramai anche le città più piccole ne hanno una (anche la mia) e costituiscono davvero un paradiso in cui sognare e fuggire per un attimo da questa realtà ogni giorno sempre più difficile…

  • Moerandia |

    Un salto lo farei si nel 1965, o 64, o 66 (davvero un paradiso), ma pure prima, anche prima di quel 1954 che segnò la fine della “Golden Age”. Fine decretata anche da quell’incredibile sentenza di tribunale che condannò la Fawcett, non so se oggi passerebbe una cosa simile, e che portò (fonte Wikipedia) tutte le testate della “Marvel Family” a chiudere entro il gennaio 1954. Si parla di Universo Marvel o DC, ma ce ne sarebbero potuti essere altri senza il crollo di svariate case editrici, i cui personaggi spesso sono finiti (il più delle volte sottoutilizzati o proprio non utilizzati) nell’universo DC. I personaggi della Fawcett in particolare furono prima presi in licenza nel 1972 e poi acquisiti nel 1980 (lo stesso percorso, se ho capito, appena intrapreso dai supereroi della Archie. Quali saranno i prossimi? “Quelli della Marvel”, hanno risposto alla DC).
    Egregio sig.Boschi, per pura coincidenza avevo appena citato anche io (in termini scherzosi) Simona Ventura sul mio blog: http://www.cliccarimini.it/vinus2/archives/359 .
    Saluti.
    G.Moeri

  • Daniele Tomasi |

    Quella foto e’ bellissima, perche’ e ‘ bellissimo il luogo che ci fa contemplare, perche’ e’ bellissimo il salto nel tempo che ci fa vivere, perche’ e’ bellissimo il paragone temporale e regionale che ci consente di fare. Grazie Luca.
    “Whiz Comics” era la rivista su cui e’ nato CaptainMarvel nel 1940, ma non so se fosse ancora pubblicato negli anni ’60 dopo la causa con la National-DC.
    I “romance comics” sono stati proprio inventati da Simon e Kirby, ma nel ’65 (mio anno di nascita) immagino ci lavorasse solo Simon, dato che Kirby era ben indaffarato con la Marvel (ex-Timely ed ex Atlas, rinominata Marvel dal 1961-1962 con il nuovo corso supereroistico) tra FantasticFour, CaptainAmerica, Thor, Hulk, Avengers, X-Men, Ant-Man (tanto per svagarvi, qui http://danieletomasi.altervista.org/antman72dpi.jpg una mia interpretazione) ed altri (anche semplici capatine come con Devil o grosse influenze creative come per Iron-Man).
    Saluti a tutti.
    DanieleTomasi

  • Hi Energy |

    La foto è un po’ pesantuccia da “essere vista a dimensione naturale”, ma vale la pena farlo.
    Nel 1965 chissà quanti di noi non erano ancora nati, penso la maggioranza dei navigatori nella neve (nella quale si impigliano e sostano, continuando la metafora, al pari di cefali).
    Be’, quello sembra proprio un paradiso.
    In primo piano vedo un “Jumbo Comics” dello grande. Un “Whiz” (non so cosa sia) che sembra messo apposta in favore di obiettivo.
    Sugli “shelves” vedo “Crime”, “Planet”, “National”, “Action Comics” ( a destra vicino al margine, sul secondo ripiano dall’alto).
    Anche quelli apparentemente più schifosi, come uno nel quale mi pare di leggere “Wedding Comics” potrebbero riservare sorprese. So che Simon e Kirby hanno lavorato su questi titoli “romance” per giovinette. Ma nel ’65 la Marvel (che forse non era ancora tale? Oppure sì, da un paio di anni) chiamava, e credo che i supereroi assorbissero la maggior parte degli autori di grido.
    In Italia, vediamo un po’… C’era Tex, c’erano Miki e Blek, ovviamente c’era Linus che muoveva i primi passi. E poi? Forse “Gli Sdragoli”? O era ancora presto?
    Be’, c’era “Gordon” con gli albi “Il Vascello” dei Fratelli Spada. E Nembo Kid non era ancora diventato Superman.
    Rita Pavone indossava i panni di Giannino Stoppani e “Pecos Bill” era pubblicato ancora da Mondadori o era già passato nelle mani di Fasani?
    Poi c’era “Oscar” (o aveva già chiuso?), c’era “Falco Bianco”…
    E tante buste con fumetti (mal) stampati appositamente.
    Che altro?
    Ciao!
    Hi Energy

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