TEX, L’ARCITALIANO di Stefano Priarone

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L’eroe di Bonelli e Galep ha compiuto 60 anni

Il più grande italiano a fumetti è texano e vive in Arizona, dove è agente indiano, capo dei Navajos e ranger del Texas (da buon italiano accumula cariche diverse).

Tex Willer compie sessant’anni: è infatti il 1948 quando arriva in edicola un albetto in formato striscia diverso dal familiare formato “gigante” adottato un decennio dopo. E’ scritto da Giovanni Luigi Bonelli e disegnato da Aurelio Galleppini (Galep).

Il successo non è immediato, arriva davvero solo negli anni Sessanta con il passaggio al formato gigante. E ancora adesso vende più di duecentomila copie al mese, è il mensile di punta della Sergio Bonelli Editore (Sergio è il figlio di Giovanni Luigi), leader con la Disney del mercato italiano del fumetto.

Tex è stato (scioccamente) etichettato come fascista negli anni Settanta per i suoi metodi poco garantisti, è stato amato da icone di sinistra come il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, ma in realtà è soprattutto italiano. Un italiano diverso dal Sordi o dal Tognazzi della commedia all’italiana.

Spesso i personaggi più famosi in un determinato Paese riflettono il carattere di un popolo: Superman, creato dagli ebrei desiderosi di assimilazione Jerry Siegel e Joe Shuster, è l’alieno (non a caso alien in inglese significa anche immigrato) che diventa più americano degli americani, potentissimo e al tempo stesso gentile, come è (o vorrebbe essere) la superpotenza Usa.

Tex è quello che agli italiani piacerebbe essere: è invincibile, insofferente a ogni autorità, rispettoso soltanto delle leggi che lui stesso si è dato, nemico di tutti i potenti, essenzialmente anarcoide. Lo stesso Bonelli, narratore di razza, ha detto “Tex è un raddrizzatore di torti uso a dar ragione a chi ce l’ha, senza badare al resto”. Quando Tex pesta a sangue senatori corrotti, allevatori criminali, generali boriosi, realizza le aspirazioni segrete di molti lettori.

Non ci sono donne accanto a Tex: la moglie, l’indiana Lilyth, figlia del capo dei Navajos, muore presto, fa il suo dovere di sfornare l’erede Kit e di renderlo il leader degli indiani Navajos che sono la sua famiglia, il suo clan, visto che da vero italiano Tex è familista.

Così, privo di moglie rompiscatole (gli italiani possono dire di voler essere dei tombeur des femmes, ma in realtà amano soprattutto giocare con i loro amici) può andare in giro per l’America con la sua combriccola (i pards, li chiama lui), l’amico di sempre Kit Carson, il figlio Kit (copia più giovane del padre, ci chiediamo perché non lo abbia chiamato Pier Tex) e l’indiano Tiger Jack a raddrizzare torti.
E, facendolo, si diverte e diverte i lettori.
Da sei decenni.

Stefano Priarone

(© Sergio Bonelli Editore per i personaggi)
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UN BONUS CANADESE, da Pier Luigi Gaspa
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In coda al pezzo di Stefano, una curiosità inviata da Pier Luigi Gaspa, che ringrazio.
E’ la segnalazione di uno stranissimo cow boy molto somigliante a Tex Willer, a parte lo stile grafico che a tratti deraglia nell’umoristico, forse seguendo la lezione di Will Eisner, ma che potrebbe anche ricordare, per certi aspetti, il grottesco Basil Wolverton in vena di autocontrollo.

Non è un fumetto italiano tradotto, bensì un comic book pubblicato in Canada: Three Aces Comics vol. V n. 54, settembre/ottobre 1946, edito da Anglo American Publishing di Toronto.

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Si può trovare, assieme ad altri albi canadesi dei Forties nel sito della Golden Age Canadian Comic Books.
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  • Julio Schneider |

    Caro Luca,
    Sì, sono stato – come dice Berardi – “la voce brasiliana di Ken Parker” (e adesso “parlo” per Julia 😉
    Le 10 serie brasiliane di Tex si possono conoscere sul TexBR: http://www.texbr.com/tex
    Per i saluti informali, c’è solo l’imbarazzo della scelta:
    “Um abraço” (un abbraccio)
    “Até a próxima” (a risentirci, arrivederci)
    “Até mais” (a risentirci presto)
    “Tchauzinho” (devo andare)
    E la preferita da Bonelli: “A gente se fala” (ci sentiamo ;-))
    E sì, Josè Carioca (che da noi è soltanto Zé Carioca) è fantastico.
    Dunque, até a próxima (da noi solo le ore 22).

  • Luca Boschi |

    Caro Julio,
    grazie per le precisazioni.
    Naturalmente, ti avevo individuato (come il traduttore brasiliano di Ken Parker, giusto? :-)).
    Poi, credo di aver parlato di te, molti anni fa, con Sergio Bonelli. Era un periodo in cui stavo per occuparmi della direzione di Lucca Comics, e c’era l’ipotesi di realizzare qualcosa sul Brasile in quella sede. Eravamo ancora sotto la direzione di Ernesto G. Laura e io mi occupavo, insieme a Immagine (associazione culturale) di Expocartoon a Roma, con Rinaldo Traini, Oscar Cosulich, Stefano Bartolomei e vari altri operatori del settore.
    In sostanza, la “finestra” sul Brasile non l’abbiamo aperta mai, nemmeno (più tardi) nelle mie sei edizioni, tormentate da un budget quasi inesistente per la parte culturale (i soldi… finivano altrove!).
    SIGH!
    Recentemente ho recuperato vari fumetti brasiliani che in parte conoscevo, ma che non avevo, da “Re Bordosa” e altre cose con strisce del grande Angeli, a vari comic book che raccontano a fumetti le storie dei Santi (cose uscite nella prima metà degli anni Cinquanta) a versioni in portoghese di comic books nordamericani., Tutto molto interessante.
    Il tempo scarseggia sempre moltissimo, ma l’intenzione sarebbe (stata) quella di scriverci un post per il blog.
    Non ho abbandonato l’idea…
    Non sapevo (e forse non lo sanno nemmeno molti visitors del blog) che di Tex si pubblicassero in Brasile ben dieci testate differenti! Anche per questa ragine, come talvolta faccio, sposto questo tuo intervento anche in coda all’ultimo post pubblicato.
    Di solito i “passanti” che seguono con frequenza il blog non tornano indietro a rileggere post che già conoscono e si limitano all’ultimo, per cui, non volendo che si perdano queste tue informazioni…
    Molti lettori sono fans di funny animals, di “furry” o di fumetti Disney.
    Quindi, sapere che la Abril è viva e vegeta può far loro piacere.
    Quanto a Ivo Milazzo, ho giusto un suo testo da postare il prima possibile, forse domani stesso (spero).
    Cari saluti (come si dice in Brasile? Tutto quello che conosco, o quasi, mi proviene da Josè Carioca!).
    Luca

  • Julio Schneider |

    Ops! Il puntino finale del link va tolto 😉
    http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2008/06/i-diritti-degli.html

  • Julio Schneider |

    Caro Luca, ti ringrazio. Così che la notizia verrà pubblicata sul sito, te la segnalerò.
    Fumettisticamente parlando del Brasile, sull’attuale catalogo dell’Editora Abril c’è Disney e… Disney. La più grande Casa Editrice brasiliana di un tempo non è più la stessa sul versante fumetto (rimane grande per riviste varie). I giganti oggi sono la Panini (che pubblica tra altro Marvel, DC e Mauricio de Sousa, il “Disney brasiliano”) e la Mythos, che è anche la “Casa Bonelli Verdeoro”. Anche se gli attuali bonelliani da noi sono solo quattro (Tex, Zagor, Magico Vento e Julia), i fans del Ranger e dello Spirito con la Scure non hanno di che lamentarsi: 30 albi l’anno per Zagor (tra mensili e speciali) e ben 10 (!) serie per Tex, tra inediti, speciali, giganti e ristampe. Nell’ultimo decennio abbiamo provato con Lazarus Ledd, Dampyr, Martin Mystère, Dylan Dog (l’Investigatore di Craven Road ci ha fatto perfino vincere l’ambito trofeo HQMix il 2005 e il 2006), Nick Raider, Nathan Never e Ken Parker, ma purtroppo il “Dio mercato” gli ha messi da parte. Chissà che in futuro… Ah, sì: a proposito di Ken in Brasile, siamo stati nel tuo blog: http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2008/06/i-diritti-degli.html.
    Un caro saluto.
    Julio.

  • Matteo Ceresello |

    Bello, l’articolo di Stefano!
    Ma il Tex a colori allegato a Repubblica sta per concludersi o prosegue ancora?
    Grazie,
    Matteo

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