OBAMA E McCAIN, CERTO! MA… CHE MI DITE DI JOHNSON?

Feiffer_obama

Tra poco ci toglieremo la voglia di cessare ogni discussione su chi avrà vinto il seggiolone più ambito (che forse, ormai, non riguarda nemmeno la persona più potente del globo e che scotta come un barbecue).
Così, potremo mettere nel cassetto le ansie e i post sul duello Democratici-Repubblicani per parlare di fumetti e disegni animati (e quant’altro) a tutto campo.

In questo post, ancora un paio di immagini: una vignetta del sommo Jules Feiffer e una di Garry Trudeau, ricavata dalla striscia Doonesbury, nella quale l’autore dà già per vincente Barack Obama.

Come sapete, i cartoonist preparano le strisce con un certo anticipo, le inviano (tramite il syndicate) ai giornali in stock settimanali e questi le somministrano negli appositi spazi giorno dopo giorno.

Ebbene, dopo aver visto che Trudeau dà per vincitore Obama, alcuni di questi quotidiani hanno rifiutato la pubblicazione della striscia. Qui un articolo significativo su questo argomento.

Dalle pagine del Los Angeles Times si ricava quanto segue:

Obama_doonesbury

Universal Press Syndicate has offered substitute comics — repeats of August strips — to papers not comfortable running the strip, said Kathie Kerr, spokeswoman for the syndicate. Papers aren’t obligated to let Universal Press know if they use the substitute, so there’s no way to know how many of “Doonesbury’s” 1,400 subscribers will publish the comic.

At the Los Angeles Times, the comic pages go to press in the afternoon and Wednesday’s will have been completed well before polls close. Times editors have decided that in the interest of accuracy, it would be best to wait to see the results of the election. If Obama wins, the comic will run on Thursday. If not, the paper will run repeats until the story line ends on Friday.

Anche in passato disegnatori e fumettisti hanno preso posizione pro o contro i presidenti degli States.
Ecco una perla dello stracitato anno di grazia 1968: un cortometraggio che il grandissimo animatore Ward Kimball, amico personale di Walt Disney (con il quale condivideva la passione per i trenini, oltre che un superbo lavoro di decenni) realizzò contro il presidente Lyndon B. Johnson (27 agosto 1908 – 22 gennaio 1973), protestando per l’escalation della guerra nel Vietnam, nella quale gli USA, tra l’altro subirono, una batosta che ricorda molto quella della scagurata e ingiustificata guerra in Iraq voluta dal fantasista Bush.

Agli occhi di qualcuno, con i tempi che corrono, forse l’illuminato (liberale) Kimball rischia di apparire un pericoloso filostalinista!

A proposito delle elezioni 2008, posto qua sotto un video significativo sulle modalità telematiche dell’attuale campagna elettorale.
Contiene uno spunto di riflessione che riguarda anche, più in generale, le trasmissioni televisive con politici in studio. Soprattutto quelli di “una certa parte” (in Italia) ripetono le stesse cose all’infinito: concetti piuttosto banali che parlano di solito più alla pancia che al cervello; tarli programmati per fare il nido nelle menti degli spettatori più superficiali e distratti, privi di convinzioni solide. Così, anche le eventuali balle spudorate, se ripetute all’infinito, possono assomigliare un tantino alla verità.

Per fortuna, non tutte e non sempre.
La relazione del Governo sulla dinamica dei fatti di Piazza Navona di qualche giorno fa se l’è bevuta forse qualcuno, dopo che il Senatore Emerito Cossiga aveva spiattellato pubblicamente in anticipo la strategia che sarebbe poi stata messa messa in pratica (e andata neanche troppo a buon fine, mentre a Genova era stata perfetta all’epoca del G8; sono valutazioni di Teodoro Buontempo detto “Er Pecora”, non di Liberazione)?

Tornando agli USA, da questo bel video si rileva come, nello specifico, invece dei tre dibattiti preelettorali previsti, ci siano state sostanzialmente solo due repliche del primo.

E siccome abbiamo parlato di Ward Kimball, eccolo in una sua partecipazione televisiva storica, lui piuttosto giovane, nel 1954, nientemeno che come concorrente a un quiz, con Groucho Marx conduttore. Roba da chiodi, no?

Il programma si intitolava You Bet Your Life (qualcosa come “Ti giochi la vita”).
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Aggiornamento a futura memoria (vale anche quando il risultato delle urne sarà uscito fuori), di Josh Marshall, che ha girato un video amatoriale su una fila di persone in attesa del loro turno per votare nella zona del Greenwich Village, a Manhattan
Mi sembra impressionante (anche se non in tutti gli States le cose vanno in questo modo).
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  • Ilaria |

    Se qualche sciagurato fosse on line a quest’ora potrebbe sbirciare i risultati del voto in USA qui: http://www.talkingpointsmemo.com/ Ve lo dico in lingua, per chi sbircia e parla inglese: there are many places on the ‘net where you can follow election returns tonight but Talking Points Memo has set up an interactive map that looks — to use the most overused word in the English language during the last decade — awesome.
    Capito?
    Ilaria

  • DarthFart |

    Sebbene sia di destra spero che vinca Obama perchè McCain è un guerrafondaio e temo seriamente che con lui come presidente, attaccando qua e là, possa scoppiare la terza guerra mondiale, e quella ci coinvolgerebbe tutti.
    Ho visto che anche i bikers, motociclisti apolitici in linea di massima, stanno andando a votare, perché queste elezioni sono speciali. Quelli con le Honda etc. e la fascia sulla fronte e i capelli lunghi.
    Purtroppo voteranno in gran parte McCain, ma anche quelli pro Obama ci stanno.
    DarthFart

  • Nicola Caponegro |

    Sulle elezioni di oggi la dice giusta Maria Novella Oppo, che sostiene come “vi sia una sola notizia che può cancellare tutte le altre.”
    E prosegue: “non c’è varietà tv che tenti di dire la sua su McCain e Obama, facendo diventare editorialisti internazionali anche i più cretini. Del resto, votano anche loro e, quel che è peggio, vengono eletti. Come quelli che un esponente della cosiddetta prima repubblica, definì «nani e ballerine», la più calzante definizione del gruppo dirigente socialista allargato. Definizione alla quale cerca di adeguarsi il berlusconismo, che ne ha fatto la linea politica di un partito autoproclamato «popolo». Linea che ha la tv come mezzo e come fine, il talk show come «maestro unico» e la mera proprietà del premier come bandiera da difendere, contro tutte le leggi e tutti i principi. Cosicché, i berluscloni possono dividersi tra McCain e Obama, visto che l’unica differenza che conta per loro è tra quello che conviene o no al capo. E se la realtà non gli conviene, basta negarla: la tv è fatta apposta per far sembrare i nani giganti e le ballerine ministre.”
    Brava Maria novella. Mi è piaciuta la definizione di “berluscloni”, spesso peggio (se possibile) del modello seguito.
    Nicola

  • Johnny Focus |

    Ciao, vi segnalo LE ZATTERE DELLA MEDUSA: L’AVVENTURA DOMANI
    A BO l’8 e 9 novembre 2008
    Un’indagine sulle forme contemporanee dell’avventura, nella finzione e nella realtà. Dall’antropologia alla letteratura, dalla cronaca all’educazione, dalla politica al difficile dialogo tra culture: l’Avventura si rivela nodo fondamentale per comprendere il nostro presente e la sua proiezione futura.
    Promosso dalla Cineteca di Bologna
    Curato da Lo Straniero e Hamelin
    Sabato 8 novembre
    Auditorium Enzo Biagi – Sala Borsa, piazza Nettuno, 3
    dalle 10,00 alle 13,00
    Prima sessione: Naufragi contemporanei
    – Goffredo Fofi, Le zattere della Medusa. L’avventura della sopravvivenza
    – Vittorio Giacopini: La fine di un’utopia: l’avventura della politica al capolinea
    – Nicola Lagioia, Dall’oro del Klondike alle autostrade telematiche: un secolo pieno di avventura
    – Bruno Falcetto: Cataclismi e consumi. Lo sguardo narrativo di Ballard
    Sabato 8 novembre
    Auditorium Enzo Biagi – Sala Borsa, piazza Nettuno, 3
    dalle 15,00 alle 17,30
    Seconda sessione:
    La corsa ad ostacoli. Educazione e avventura
    – Pino Corrias: Capovolgere le carte geografiche e poi ripartire
    – Stefano Laffi: Crescere oggi: chi ha rubato il traguardo?
    – Maurizio Braucci: Lo spauracchio
    – Antonio Franchini: Un corpo per l’avventura
    Domenica 9 novembre
    Cinema Lumière – via Azzo Gardino, 65
    dalle 10,00 alle 13,00
    Terza sessione: Viaggio ed esotismo

    Renato Novelli: La morte di Phileas Fogg e l’inizio dell’avventura
    – Maria Attanasio: Il ribaltamento di Cuore: dalle Ande agli Appennini
    – Paola Splendore: Conrad e la fine dell’avventura
    – Mimmo Candito: L’avventura della guerra: i soldati, i mercenari, i giornalisti
    – Emiliano Morreale: Graham Greene, Il fine dell’avventura
    Per informazioni:
    tel. 051.2194819
    leparoledelloschermo@comune.bologna.it
    http://www.cinetecadibologna.it

  • Vincenzino |

    Forse non era un film, era un fumetto di Tiramolla.
    Tiramolla aiuta l’elettore di McCain trasformandosi in un pneumatico, in modo che l’auto rientri in strada…
    Ecco che l’elettore (diciamo che si chami John Smith) si avvicina alla cabina, inserisce la scheda… Ha votato!!!
    La fatalità è stata sconfitta!
    Tutto regolare, ma alla fine del conteggio Obama esce vincitore per seicentomilamiliardi di voti in più dell’altro.
    A parte gli scherzi: per me chiunque dei due vincesse, come ha detto Freedman, importantissimo è che finalmente Bush e la sua fallimentare e sanguinosa doppia presidenza sia finita. Il mondo stanotte può comunque tirare un sospiro di sollievo. Non voglio esprimere per iscritto cosa penso di lui, e al pari di quali altri despoti del pianeta lo metto, ma penso che il mio concetto sia chiaro.
    Penso che gli americani si siano resi conto che hanno fatto una cazzata gigantesca rieleggendolo (forse è stata anche colpa del fiacco Kerry, che non aveva l’appeal per far colpo su ampie masse di gente che vota più sulla scia dei propri umori, e non con il cervello). E che quindi temano che McCain, alla fine, è il più vicino dei due sfidanti alla politica di Bush, quindi ne prendono le distanze.
    Diciamo anche che la Palin, più di risvegliare qualche sogno erotico negli americani masochisti non ha fatto (avete presente la “mistress” che con il giornale arrotolato sculaccia l’adulto sulle chiappe nude, messo a pecora?). Non ha aiutato ad aumentare il pull di voti di McCain, diciamo così.
    Per questo, Obama può piacere anche alla gente repubblicana e alla maggioranza silenziosa non razzista. Anche perché religioso (la religione come elemento del bagaglio del candidato di sinistra, e quindi la speranza), mentre McCain è laico: cosa che secondo i miei principi gli darebbe moli punti a fovore, da questo punto di vista starei dalla sua parte.
    Ma le sue prospettive sulle politiche dell’ambiente sono deboli, discutibile la politica estera che vorrebbe dispiegare.
    In ogni caso, lunga vita all’America, quel che sarà di noi nei prossimi anni (non illudiamoci del contario) dipende da quel Paese al di là dell’Oceano.
    Vincenzo

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