L’ULTIMO DEI PAPERONI

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L’uscita in edicola del numero agostano della rivista Zio Paperone, il duecentosedicesimo, non è passata inosservata.

Ieri Araba Fenice News, il bollettino quotidiano gestito dall’instancabile Gianfranco Goria, ne ha parlato qui, mentre già il 19 agosto Comics Blog si era occupato della questione in modo circostanziato, con una serie di rimandi ad altre pagine web.

Da Oltreoceano, oggi l’appassionato (e abbonato di Zio Paperone) Santiago García chiede lumi in una mailing list Disney internazionale (“I felt sad when I’ve noticed today that Disney Italia is closing this magazine. Since I’ve not quite understood the reasons why, could anyone make a comment or post some link or article about this subject? I can read Italian. I would be very thankful.“). Qualcuno risponderà a lui e a tutti nei prossimi giorni.

Alcuni di noi, che da anni progettano, scrivono, ricercano fumetti rari, li traducono, sistemano in Photoshop le vignette fruste, contattano autori e svolgono altre attività che sono state utili alla testata hanno ormai inglobato Zio Paperone nel loro DNA, e (lo garantisco ai lettori e ai visitors di questo blog) useranno un analogo approccio anche in altre pubblicazioni future rivolte con la medesima attenzione a un pubblico di appassionati desiderosi di approfondimento.

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La stessa cura, peraltro, dal punto di vista critico informativo, è stata profusa in passato da Alberto Becattini e dal sottoscritto anche per altri fumetti non disneyani, a cominciare da quelli della Warner Bros. (vedi i volumi allegati nel 2005 al settimanale Panorama), agli eroi americani (i vecchi Swamp Thing, Sandman, John Constantine di Hellblazer e così via), le strisce syndicated o i Simpson, dei quali ho curato per conto di più editori le edizioni a fumetti italiane per oltre un lustro.

Senza contare gli autori e i personaggi del Fumetto italiano, naturalmente.

Attenendoci ai fatti, Zio Paperone chiude il suo ciclo di uscite, iniziato nel lontano 1987 per i tipi della Mondadori Libri di Verona, presentando il seguente sommario (copio di seguito la versione corretta, leggermente diversa da quella presentata all’interno della rivista stessa):

Copertina di Marco Rota dedicata al Ricettario abbuffatorio.

Editoriale: Con affetto, ciao! – di Lidia Cannatella
Per saperne di più: Zio Paperone, venti anni (e mezzo) dopo – di Luca Boschi
Paperetta yè-yè e il ricettario abbuffatorio – Testi e matite di Romano Scarpa / Chine di Giorgio Cavazzano
Paperino – Un giorno nella vita di un papero (Donald duck – a Day in a Duck’s Life) – Testo e storyboard di Carl Barks / Disegni di Daan Jippes (che ha rispettato per la prima volta la sceneggiatura di Barks, tagliata nella versione precedente della storia)
Per saperne di più: Le ultime pin-up – di Luca Boschi
Paperino e le mele d’oro – Soggetto di Carl Barks / Sceneggiatura e sviluppo della trama di Geoffrey Blum / Disegni di Daan Jippes
Paperino e Paperoga e il gatto da riporto – Testo di Dick Kinney / Disegni di Al Hubbard
Per saperne di più: Zio Paperone dalla A alla Z – di Alberto Becattini
Zio Paperone e gli striduloni (Uncle Scrooge – The Screechers) – Testo di Paul Halas / Sceneggiatura di Donne Avenell / Disegni di Daniel Branca

Disegno di congedo di César (Cesare) Ferioli Palaez (con il multimiliardario seduto su un mucchio di ZP.

Retrocopertina di Marco Rota dedicata a L’arrosto della salvezza.

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Affettuosi saluti alla pubblicazione con la quale sono cresciuti molti dei nostri lettori, in particolare da parte dei contributors del Papersera, che ha dedicato questo thread al n. 216 di Zio Paperone, saranno contenuti nel post seguente.

In apertura di post una statua da collezione del giovane Scrooge realizzata su design di Barks, sotto una serie di effetti speciali realizzata da Diego Ceresa per il lettering della storia Paperino – Un giorno nella vita di un papero .
In chiusura, un mio omaggio al character di Uncle Scrooge pubblicato sulla rivista Scuola di Fumetto (Coniglio Editore) qualche mese fa in occasione del sessantennale della creazione del fantastiliardario paperopolese.

A proposito della tipografia mondadoriana di Verona, ho incluso nel post un antico filmato del dicembre 1968 nel quale è mostrata la macchina tipografica rotocalco Cottrell impiegata a suo tempo per la stampa di Topolino (e di altre varie testate a fumetti e non, fra le quali Pecos Bill e Albi del Falco).
Si tratta di una registrazione, adesso grazie a un amico leggibile su YouTube, che ho faticato a rintracciare (intorno al 1994) negli archivi Rai, irradiato in una puntata di Canzonissima 1968 in prima serata.

Si tratta della leggendaria edizione scritta da Marcello Marchesi, Italo Terzoli ed Enrico Vaime, con Mina, Walter Chiari e Paolo Panelli.
Vi compare il direttore Mario Gentilini, con l’accedemico e scrittore Luigi Silori, e soprattutto debuttano sul piccolo schermo Giovan Battista Carpi e Romano Scarpa.

Un grazie a Francesco Spreafico!

Il © è Disney per i personaggi.

  • Willi |

    La prima volta che vidi il lettering di Ceresa non lo apprezzai appieno: era talmente perfetto da sembrarmi computerizzato! Gli esempi da lui disegnati per «Paperino – Un giorno nella vita di un papero» dimostrano invece ancora una volta che è un vero Maestro Disney.

  • fabrizio |

    ora che anche Zio Paperone se n’è andato sarebbe bello che la Disney mettesse mano (e ordine) alla produzione del grandissimo Don Rosa e cominciasse qualcosa di analogo. Questa volta magari fermandosi quando non hanno più nulla da aggiungere.
    Speriamo…

  • Elena Pre |

    Io invece penso che va benissimo, come anche accennava (mi pare) Marco Travaglini, pubblicare antologie di personaggi e autori. La funzione di una rivista è questa, presentare cose, con tessti, informazioni, news, fumetti rari etc,. che non si possono racchiudere in libri.
    Questo differenzia una rivista, tendenzialmente eterna, e collezionabile, da una collana di libri. “Zio Paperone” non è “Dragon Ball” o “Ken il guerrioro”, per i quali questa logica calza. E’ più come “Linus” o la vecchia “L’Eternauta”, o “Lanciostory” (ma più bella).
    Non vi sembra?
    Poi, vengano anche le collane, ma sono altre cose.
    Elena Pre

  • sandro |

    Concordo con Kotatsu, eccetto per una cosa: nell’esempio (pubblichiamo tutto Barks) io metterei un altro autore, americano, che si è occupato per quasi mezzo secolo del topo….:)

  • Kotatsu |

    E’ stata un’ottima rivista fino a che ha pubblicato Barks e la saga di Don Rosa, poi è diventata un mezzo contenitore che andava a sovrapporsi con le altre testate Disney dedicate ai collezionisti.
    Speriamo che la Disney abbia imparato la lezione e i prossimi progetti abbiano un’autoconsistenza maggiore: viene impostata una linea editoriale (ad es.: pubblichiamo tutto Barks) e si definisce un inizio e una fine, dopodichè si chiude la rivista; altrimenti l’unico esito è un tirare in lungo le cose come è stato fatto con ZP.
    Kota.

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