Insomma, alla fine, visto che economicamente non conviene, chi se la sente di ignorare i Giochi Olimpici, anche se ospitati da un Paese a dir poco illiberale come la Cina? Hu Jintao ha scelto per accendere la fiaccola un posto qualsiasi, nemmeno simbolico: Piazza Tienanmen.
Ci si conforta a vicenda sostenendo che la Cina attuale non è (in fondo) la Russia di Stalin o la Germania di Hitler; così i potenti del mondo possono applaudire e sfilare, gli atleti partecipare (è l’occasione della loro vita, come rinunciarvi?) e tutto prosegue in tranquillità.
Lo sport, con la sua nota funzione di “oppio dei popoii” (condivisa con un’altra – diciamo così – disciplina) ancora una volta assolve alla funzione soffocare gli ideali, invece di sottolineare le storture del Globo. Naturalmente, mi riferisco allo sport con dietro i miliardi, quello di oggi, quello tifato, truffatore dei tifosi stessi e trasformato in uno spettacolo mediatico perfetto per anestetizza i neuroni, as usual.
Proseguo con alcune vignette, a cominciare da quella (in apertura) di Natangelo, per aggiungere Filippo Ricca e tutto quello che trovate in questo post.
Ferruccio Alessandri ribadisce l’istigazione a partecipare a Candle in My Window – for Tibet: stasera, la notte prima che comincino le Olimpiadi, accendi una candela a casa tua, sul tuo posto di lavoro o in un posto pubblico.
Milioni di persone nel mondo faranno la stessa cosa per la liberta e la speranza.
E le nostre candele verranno viste da miliardi di persone sugli schermi televisivi di tutto il mondo il giorno di inizio delle Olimpiadi.
Visita http://www.candle4tibet.org/ da subito ed invita i tuoi amici a partecipare a questo evento.
Già nel marzo scorzo, scriveva Gianni Vernetti, un po’ fuori dal coro:
L’idea lanciata da Riformista di portare un drappo bianco durante la prossima Olimpiade di Pechino mi pare una buona idea, soprattutto per la semplicità dell’iniziativa e per la sua potenziale e rapida diffusione.
Atleti, giornalisti, spettatori degli eventi sportivi provenienti da tutto il mondo potranno in questo modo testimoniare la solidarietà del mondo dello sport con il Tibet.
Credo che oggi migliaia di atleti in tutto il mondo osservino con grande preoccupazione gli eventi che stanno accadendo in Tibet e nelle altre regioni della Cina (il Gansu, il Sichuan, il Qinghai) popolate da minoranze tibetane.
Sono certo che da un lato prevalga fra gli atleti un sentimento di orrore e disagio nei confronti della violenza, della repressione brutale messa in atto nei confronti di monaci e giovani inermi messa in atto dal colossale apparato politico, militare e di propaganda che il Governo di Pechino sta dispiegando in queste ore, unito alla paura di fronte ai rischi di una Olimpiade magari dimezzata da un possibile boicottaggio da parte dei paesi democratici.
(…) Il seguito, qui, dove troviamo anche l’opinione di Giovanni Vuono, il quale un semestere fa (in uno scenario diversissimo dall’attuale) rispondeva mettendo i punti sulle “i”, circa il mancato rispetto delle promesse fatte dai governanti della totalitaria Cina, sul rispetto dei diritti civili:
Caro Gianni, questo comincia a essere un buon discorso… E sottolineo comincia. Non fosse altro perché abbiamo aspettato che fosse un certo Sarkozy a farsi carico di lanciare per primo la proposta che rappresentanti di governo e di stato disertassero le Olimpiadi.
Tra l’altro ricordo che lo ha fatto in un momento anche di grande attenzione sulla Francia e cioè alla vigilia della partenza per il vertice in Gran Bretagna, quindi non un’uscita estemporanea. Il governo italiano, per quel che è rimasto ma tant’è, è stato alla finestra e solo ora c’è questa timida, ma molto timida, uscita, per la verità avanzata qualche giorno fa dalla Melandri subito però rintuzzata dal caro D’Alema che, a sua volta, dice che sta con quel Dalai Lama che solo pochi mesi fa non ha voluto incontrare perché non lo aveva invitato… E sorvolo con il commento…
I due aspetti che tieni in considerazione sono pienamente condivisibili. Consentimi però di aggiungerne altri che forse dovrebbero essere tenuti in considerazione ancora prima .
Il primo è che la Cina si è vista assegnare i Giochi Olimpici nel “lontano” 2001 e delle promesse fatte a mezzo mondo, che non è tutto il mondo, e amplificate da Mr Rogge non ne ha mantenute mezza. Che appunto è meno che una. Non è un caso che Reporters sans Frontières hanno organizzato una vera e propria campagna con notevole sforzo anche economico proprio su questo punto.
Questo per dire che non siamo solo noi filo-tibetani a spingere in certa direzione. A fronte di questo fatto che è davvero macroscopico, guardiamoci negli occhi e diciamolo chiaramente. Pensiamo davvero che il governo cinese faccia SERI e CONSISTENTI passi in direzione di maggiore libertà, di democrazia, di diritti umani garantiti…a meno di 6 mesi dal “vicinissimo” 8 agosto?? Con tutto il rispetto per te e anche per Sua Santità il Dalai Lama che non vuole sentire parlare di nessuna forma di boicottaggio… Si tratta solo di un’illusione. (…)
Di opinione non dissimile da questa è un sito schierato su tutt’altre posizioni, ma che sembra avere principi morali ben più ferrei di quelli dei nostri squalificati e squallidi governanti. Si chiama Destra di popolo. Nelle riflessioni di Riccardo Fucile si legge, tra l’altro:
Sul Tibet si sprecano parole di solidarietà ai monaci e al popolo tibetano, per gli omicidi perpetrati dalla Cina, ma se si tratta di esporsi di più, di prendere una posizione ufficiale di condanna e di disertare l’inaugurazione ufficiale dei Giochi Olimpici, i nostri governanti si chiudono a doppia mandata in cantina ( e siamo stati generosi circa il luogo).
Sempre pronti a mostrarsi a favore di teleca-
mere, come chiedi ”Sul Tibet che pensate di fare…”. Non fai in tempo a finire la domanda che Prodi è salito sulla bici, D’Alema sulla barca, Veltroni è impegnato a parlare di Luther King, Berlusconi guarda gli ultimi sondaggi, Fini fa la somma serale degli iscritti che si sono dimessi da AN durante la giornata, Bertinotti si tuffa in piscina… un quadro davvero da “Italietta” pavida e vigliacca, dove dimostrano più coraggio alcuni atleti italiani che sarebbero disposti persino a rinunciare alle gare olimpiche, preparate da anni, pur di tutelare la libertà dei popoli.
Pensate se, invece che a Londra o Parigi, la fiaccola olimpica avesse attraversato le strade di Roma o Milano, con la gente che protestava e manifestava contro la Cina. Altro che pensare alle schede elettorali, Amato si sarebbe dimesso il giorno prima, i partiti si sarebbero scannati, il Governo si sarebbe suicidato nel timore che la Cina ci privasse per ripicca della sua “rumenta”, tanto cara alle logiche del mercato globalizzato. L’economia innanzi tutto.
Non mi si dica che non sono stato quadripartisan…
Personalmente eviterò di guardare in televisione la cerimonia di apertura e le competizioni olimpiche, aspettando che passino, ciò per dimostrare solidarietà ai tanti cittadini cinesi oggetto di soprusi per avere opinioni differenti da quelle del regime. E rinnovando la mia profonda ammirazione verso quegli atleti che, come la campionessa tedesca di scherma Imke Duplitzer (che ha annunciato di non prender parte all’inaugurazione dei Giochi Olimpici, paragonandola a un circo), in nome di un ideale, hanno rinunciato alla “occasione della loro vita”: esibirsi alle Olimpiadi.