L’OPINIONE DI FRANCESCA FORNARIO (adesso anche su “Novella 2000”)

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Satira satirissima & satiricoseggiante, ancora su uno dei temi dell’8 luglio. In particolare, la prima vigna di Francesca a quattro mani con Marco Tonus, uscita sull’ultimo numero di Emme (praticamente ultima frontiera cartacea dell’ironia antiregime in Italia, insieme a Il Vernacoliere).

A proposito della satira dell’8 luglio, nove giorni dopo Dario Fo risponde a Simone Carletti su Liberazione nell’articolo: Sinistra, lo scontro è duro allora perché censuri la satira?, dove ce n’è anche per il direttore stesso del giornale.

«La satira non sta né alle regole della politica né a quelle del perbenismo». Lo sa bene Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura, che di quest’arte ha sempre fatto un suo cavallo di battaglia in ogni scritto o spettacolo. E lo ribadisce in questi giorni in cui sui giornali si è acceso un forte dibattito proprio sui rapporti tra satira e politica, a seguito degli avvenimenti dell’8 luglio a piazza Navona.

Per Dario Fo in Italia si vive in una fase di grande disinformazione, per cui ogni linguaggio innovativo, compreso quello tagliente della satira, permette al cittadino di ottenere strumenti di conoscenza imprescindibili, quali non fornisce ad esempio la televisione, più piatta ed omologata. È per questo che la satira va difesa e perpetuata senza bavagli o costrizioni di alcun genere. Solo attraverso di essa, per il premio Nobel Fo, si è in grado di «mettere in mutande» un potere corrotto o contrastare il Vaticano che con la sua ingerenza nella politica italiana «cerca di buttare all’aria dei momenti importanti della vita civile».

Come giudica gli avvenimenti dell’8 luglio e quale ruolo crede debba rivestire la satira in una democrazia?

Mi sono stupito sentendo il direttore di Liberazione, Piero Sansonetti , parlare dopo piazza Navona. Si è lasciato sfuggire un sacco di luoghi comuni sulla satira: il suo valore, il peso, il rapporto fra la politica e l’ironia, il grottesco. Bisogna mettere in chiaro una cosa: da che mondo è mondo la satira è sempre stata qualcosa di irruente dentro la società.

Proprio perché essa è la struttura fondamentale che capovolge la realtà, non sta alle regole né della politica né tanto meno del perbenismo e del moderatismo comune. Il fatto di stupirsi che si arrivasse dentro a piedi giunti in certi argomenti anche a proposito del Papa, non parliamo poi dell’atteggiamento di certi uomini politici… Siamo in un momento in cui la democrazia sta andando a picco, lo dice pure Scalfari. C’è un governo che interviene su tutto: giustizia, onestà, correttezza, difesa dei diritti dell’uomo, libertà, cultura e via dicendo, massacrando ogni principio del vivere civile, soprattutto il rispetto per le minoranze, per i poveri, per i deboli. L’affare è l’affare ad ogni costo.

(…)

Il resto, qui.

Quella che invece trovate sotto è una vigna uscita tempo fa (che tempo che fa! Ma anche adesso, pur con il sole, la situazione non cambia) su Liberazione: la terza di un filone autobiografico di Francesca del quale le precedenti sono sul blog dell’autrice.

Ancora nel suo blog, ci sono anche, a partire da qualche giovedì fa, le “tracce” della nuova collaborazione di Francesca con Novella 2000, il settimanale che oltre all’età dei personaggi ritratti, pubblica di seguito anche l’ultimo reddito dichiarato (in questa società infame, infatti, oggetto di gossip privilegiato sono la vera età dei VIP e dei NIP secondo l’anagrafe, ma anche quanti sghei costoro riescono a schiaffarsi in saccoccia alla faccia della plebe amorfa che sbuffa, suda e stenta in silenzio, piegata sotto la sferza della spremitura operata dal presente governo che dichiara il contrario.

Chetempochefa

Così Francesca la racconta:

Quando Candida Morvillo mi ha proposto di fare satira sul suo nuovo Novella 2000 le ho spiegato che:

a) Confondo il principe Willy con il principe Harry e una Buonadomenica con quell’altra.

b) La cosa più mondana che faccio è andare al cinema da sola canticchiando Guccini durante l’intervallo.

c) La sola persona meno ferrata di me sul gossip è Rita Levi Montalcini.

Ma la direttora, che è una fan delle mie “Croniche degli Eletti” sull’Unità, mi ha incoraggiato a satireggiare a ruota libera. È venuta fuori questa doppia pagina che secondo me fa molto ridere e secondo Magdi Allam invece no. Decidete voi di chi fidarvi.

  • Luca Boschi |

    Ciao, Vernon,
    grazie per la mail.
    Io, personalmente, mi unisco, al punto da aver incluso all’interno del post il pezzo di video di Pasolini che ci avete segnalato!
    Ciao e a presto,
    Luca

  • Vernon |

    E’ meraviglioso quello che cita Davide sotto questo argomento:
    Pasolini e il regime “democratico”,
    Io mi unisco al suo grido di dolore, come dice in fondo al commento. E penso che lo faranno molti altri che seguono questo blog.
    “Il regime è un regime democratico, però quella aculturazione, quella omologazione che il fascismo non è riuscito assolutamente a ottenere, il potere di oggi, quel potere della civiltà dei consumi invece riesce ad ottenerlo perfettamente.
    Distruggendo le varie realtà particolari, e togliendo realtà ai vari modi di essere uomini che l’Italia ha prodotto in modo storicamente molto differenziato.
    E allora questa aculturazione sta distruggendo in realtà l’Italia.
    E allora posso dire senz’altro che il vero fascismo è proprio questo potere della civiltà dei consumi che sta distruggendo l’Italia e questo è avvenuto talmente rapidamente che forse non ce ne siamo resi conto.
    E’ stato una specie di incubo in cui abbiamo visto l’Italia inttorno a noi distruggersi, sparire, e adesso risvegliandoci, forse, da quest’incubo e guardandoci intorno ci accorgiamo che non c’è più niente da fare.”
    Pier Paolo Pasolini – 1974
    http://it.youtube.com/watch?v=2AVjRsEs6Ek
    Questo documento è attualissimo e ci spiega, in poche parole, su cosa ha fatto perno berlusconi e il suo potere mediatico della televisione commerciale per disintegrare lo spirito di un popolo, preparando il terreno a quello che oggi abbiamo sotto gli occhi.
    e pensare che all’atto di questa testimonianza Pasolini non poteva neppure sapere chi fosse berlusconi (era il 1974).
    la domanda è: può un uomo così mediocre come l’attuale presidente del consiglio, aver pianificato e attuato la sua strategia invasiva e devastante senza un disegno e una volontà superiori?
    la risposta è scontata.
    e l’indizio comincia per P e finisce per 2.
    A margine vorrei invitarvi a unirivi allo scrivente in un grido di dolore, nel dover constatare come lo spessore intellettuale di questa trasmissione RAI del 1974, si sia dileguato nella paccottiglia decerebrata della televisione contemporanea.
    davide lak (davlak)

  • Paolo Bellandi |

    Parliamo anche della Caserma Diaz, oltre che della Carfagna e dei suoi servizietti, per favore!
    Cito:
    I comportamenti di cui sono accusati i poliziotti coinvolti nel processo “sono più pericolosi per la democrazia del lancio di molotov”. Sono parole pesanti quelle usate dal pm Enrico Zucca in una requisitoria che entra nella storia giudiziaria di un Paese come il nostro in cui spesso la storia con la S maiuscola si scrive nelle aule di tribunale. Parole pesanti quelle pronunciate durante il dibattimento. Un’operazione, l’irruzione alla Diaz, condotta con troppo personale (275 uomini) nella massima confusione senza una catena di comando chiara, come sta scritto in una relazione dell’ispettore ministeriale Pippo Micalizio. Una irruzione che dal punto di vista del codice penale non si giustificava se non con la presenza all’interno della scuola di armi, ed ecco comparire le due molotov, che secondo due testimoni, l’autista Murgio e il vicequestore Guaglione, erano state trovate altrove e portate alla Diaz proprio dalla polizia. Conservate nella questura di Genova come corpo del reato, sono scomparse, in seguito alla scomparsa i difensori di alcuni dei poliziotti hanno chiesto di annullare il processo, richiesta respinta dal tribunale.
    (…)
    Il bel sito Articolo 21 (http://www.articolo21.info/editoriale.php?id=3968&table=editoriali), ieri riportava quanto segue:
    Chi comandava alla Diaz? Non si sa, ma c’è una richiesta di rinvio a giudizio per l’allora capo della polizia Gianni De Gennaro, per istigazione alla falsa testimonianza, la tesi dei pm è che abbia incoraggiato due funzionari a dare ai magistrati una certa versione dei fatti per far ricadere le responsabilità su Arnaldo La Barbera, morto pochi mesi dopo, e su Francesco Murgolo, la cui posizione era stata archiviata. Vero, falso, lo diranno i giudici. Insomma, la sentenza che pronuncerà il tribunale di Genova non riguarda solo le manganellate o il comportamento violento di questo o di quell’agente, magari tollerato da un dirigente. Riguarda quella che secondo l’accusa fu un’operazione illegittima, condotta contro la sede di un movimento politico con metodi inaccettabili in una democrazia e accompagnata da falsificazione di prove e da un tentativo di occultare la verità. Accuse gravissime.
    Arnaldo La Barbera nel frattempo è morto ma quasi tutti i protagonisti di questa vicenda sono ancora in servizio. Gianni De Gennaro è capo di gabinetto del ministro dell’Interno. Giovanni Luperi è capo del dipartimento analisi dell’Aisi (ex Sisde). Francesco Gratteri, è diventato direttore del Dac, Direzione Anticrimine Centrale. Fabio Ciccimarra, imputato anche per le violenze nella caserma Raniero di Napoli, oggi è capo della squadra mobile di Cosenza. Gilberto Caldarozzi, all’epoca della Diaz numero due dello Sco è diventato dirigente superiore per meriti straordinari, ha partecipato alla cattura di Bernardo Provenzano. Spartaco Mortola è vicequestore vicario a Torino. Vincenzo Canterini, capo del reparto mobile che condusse l’irruzione, è diventato questore e ha avuto un incarico all’estero, in Romania. E così via.
    Cosa accadrà se saranno tutti condannati? Tra prescrizione e indulto nessuno sconterà un giorno di carcere ma non è questo il punto. Certo come dice il ministro Maroni le responsabilità penali sono personali, e non si possono criminalizzare le forze dell’ordine. Ma gli imputati sono, ripeto, tra gli uomini migliori e più in vista della polizia di Stato. Che poi la polizia la conosciamo tutti e non è la polizia di un Paese totalitario, non è un corpo di esaltati con il manganello, dopo Genova ha gestito situazioni molto complesse con equilibrio e responsabilità. Non sarebbe meglio dire finalmente qualcosa di chiaro e di onesto sul G8 del 2001?
    Grazie.
    Paolo Bellandi
    PS: Aggiungo io, che sinché la situazione in Italia resta questa, con Scajola al governo, non sapremo nulla, sarà abbuiato tutto, perché la responsabilità è comunque sua come ministro all’epoca, e del capo del governo, che è di nuovo lì, a raccontare barzellette alternate a balle.

  • Cartoon Club |

    A RIMINI, fino al 27 LUGLIO: FUMETTI IN MOSTRA AL CARTOON CLUB
    La XXIV edizione di Cartoon Club, Festival Internazionale del Cinema d’Animazione e del Fumetto, promosso da Unasp-Acli di Rimini, in collaborazione con l’Assessorato al Turismo e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini, la Provincia di Rimini e la Regione Emilia Romagna è partita con il suo ricco programma articolato in vari punti della città dal 6 al 27 luglio 2008.
    Il primo appuntamento del Festival riminese è stato con l’apertura delle mostre ospitate a Palazzo del Podestà in piazza Cavour, al Centro Commerciale “Le Befane” e ai Musei Comunali fino al 27 luglio.
    In Riviera è segnalata la presenza del ranger più famoso dei fumetti, ovvero Tex Willer che festeggia proprio a Rimini il suo sessantesimo anno di vita con la grande mostra “Tex: 60 anni di western all’italiana” (Palazzo del Podestà) dedicata al più celebre e longevo personaggio di casa Bonelli, creato da Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini (in arte Galep), che festeggerà i sessant’anni nel prossimo mese di settembre.
    Ma è attesa anche Julia, la popolare criminologa in gonnella, anche lei della scuderia Bonelli, che con le sue appassionanti storie gialle ha conquistato migliaia di lettori in dieci anni di attività poliziesca. La celebre detective è protagonista della mostra “Julia, Il giallo in rosa” (Palazzo del Podestà) accanto alla mostra “Archivio zero”. Giallo e fantascienza di Tiziano Sclavi e Paolo Morisi, un’affascinante mini-saga fantascientifica di cui Cartoon Club presenta le tavole originali.
    Rimanendo sul tema del giallo Cartoon Club uno spazio dedicato alla casa editrice BeccoGiallo con la mostra “La strage di Bologna, il mostro di Firenze, la banda della Magliana… La cronaca nera nel fumetto italiano imperniata sulle ricostruzioni a fumetti dei più celebri casi di cronaca nera italiana” (Palazzo del Podestà).
    Tutte le mostre nel Palazzo del Podestà sono aperte dalle ore 10 alle 12 e dalle 18
    alle 23 (ingresso libero).
    Dedicata al “re del terrore” creato dalle sorelle Giussani è “Diabolikamente”,selezione di tavole, immagini e gadgets edicati all’imprendibile criminale (dal 7 al 27 luglio, Centro Commerciale “Le Befane” tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 22, ingresso libero).
    Sul versante dell’animazione Cartoon Club presenta un grande omaggio a Pierluigi De Mas, creatore di celeberrimi Caroselli, sigle animate e serie televisive tra cui quella con protagonista il popolare “Cocco Bill” di Jacovitti, con disegni, schizzi e materiali video sul lavoro dell’ indimenticabile “maestro dei cartoni animati” (Museo della Città, via Tonini, 1, dal 6 al 27 luglio dal martedì al sabato dalle ore 10 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 19.30, domenica dalle ore 16.30 alle ore 19.30 e al martedì e venerdì anche dalle ore 21 alle ore 23 con ingresso gratuito).
    Per informazioni: segreteria Cartoon Club tel. 0541/784193 – fax 0541/780534 http://www.cartoonclub.it
    Ufficio Stampa: Paolo Pagliarani Tel/Fax 0541/786646 cell. 338/5712759

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