DAVE LETTERMAN CONTRO BRUNO VESPA

Testa_obama

Scusate l’OT, ma mi sa che ci vuole.

Onorato di essere fra i link dell’ineffabile Alexandra Amberson (direi l’unico fumettista o quasi del suo parterre), spendo qualche parola sugli eroi contemporanei USA, sul presidente di guerra Bush e sul suo supposto menefreghismo verso il popolo che indegnamente, per due mandati ha governato.

L’America è un grande Paese. La messa fuorilegge (tardiva, okay) di Guantanamo lo dimostra. Lo stesso dicasi per la libera informazione televisiva, per noi una chimera inimmaginabile. Noi abbiamo l’inginocchiato e untuoso Bruno (COGH!) Vespa, più volte giustamente messo alla berlina dai frequentatori di questo blog, loro hanno Dave Letterman, caustico conduttore da tempo immemorabile del programma serale Late Show. Il talk-show è trasmesso negli States dall’emittente CBS e ripreso in Italia da RaiSat Extra.

La testa scolpita di Barack Obama è ricavata da un modello con “viste” dell’incredibile animatore e regista John Kricfalusi, che (penso) commercializzerà presto dei pupazzi in pvc di Obama, di McCain e della Clinton, facendo (sospetto) un bel gruzzolo.

Com’è possibile anche solo paragonare due personalità così antipodiche e al servizio di opposti interessi? Fare da “voce del padrone” il primo, metterne il luce le magagne l’altro, con uno spirito liberale da pensatore fuori dalle logge, che da noi è appannaggio di una ristretta élite di illuminati trasversale agli schieramenti.

Per corroborare questo concetto, vi posto un video nel quale il Letterman fresco di emissione, contemporaneo alla visita papalina di Bush (sarà andato a confessarsi per lavarsi la coscienza, prima di ricevere i miliardi dai petrolieri che ha contribuito a far arricchire durante il suo ultimo mandato e godersi la pensione?) rivela un atteggiamento ben diverso da quello dei “giornalisti spaventapasseri” di casa nostra. Redattori spesso mooolto più venduti dei loro stessi giornali, messi a presidiare postazioni strategiche peri intorpidire i neuroni dei telespettatori più sprovveduti: quelli che comunque, contando uno ciascuno di loro, un voto possono anche sputarlo al momento buono. Voto che, nell’imperfetto regime democratico, pesa al pari di un altro, dato da un cittadino consapevole.

Il discorso porta lontano, ma chi ha voluto sapere, da tempo sa e non credo possa essere scusato.
Ecco Dave:

Della simpatizzante repubblicana Alexandra-Lexi (giovane osservatrice italoamericana residente in California, vedi foto a destra), posto l’inizio del suo illuminante ragionamento sulle previsioni circa il prossimo presidente degli USA, che tiene conto di informazioni immagino ignote ai più.

Alexandra

E’ prevedibile che da qui a novembre saremo ogni giorno sommersi da sondaggi che, di volta in volta, ci diranno in che misura il tal candidato è in vantaggio rispetto all’altro.
Il mio consiglio è di lasciar perdere e di non dare eccessivo peso a questi dati.

I sondaggi, per lo più, sono stronzate che vanno bene per i giornali e per i lettori pigri.
Per chi è seriamente interessato a seguire lo sviluppo della campagna presidenziale americana, il sistema è un altro.

Per cercare di capire come effettivamente andranno le cose bisogna conoscere e saper leggere il meccanismo elettorale americano, che non consiste nella conta dei voti “popolari”, bensì dei voti “elettorali”, vale a dire la somma dei collegi elettorali che rappresentano i singoli stati. I quali, in base al numero degli abitanti, hanno diritto a più o meno voti elettorali.
Il numero dei voti elettorali – 538 – è invariabile, pertanto è necessario aggiudicarsene 270 per vincere.

A questo punto proviamo a comporre una previsione che sia basata il più possibile su dati certi o estremamente probabili.
Cominciamo col distribuire i voti elettorali che si possono considerare sicuri al 100%. Tra parentesi riporto i rispettivi voti elettorali garantiti da ogni singolo Stato.

Stati sicuri per Obama:
Washington (11), Oregon (7), Illinois (21), Maine (4), Vermont (3), New York (31), District of Columbia (3), Maryland (10), Delaware (3), Connecticut (7), Rhode Island (4), Massachusetts (12), Hawaii (4)
Totale voti sicuri per Obama: 120

Stati sicuri per McCain:
Montana (3), Wyoming (3), Idaho (4), Utah (5), Arizona (10), South Dakota (3), Kansas (6), Oklahoma (7), Texas (34), Arkansas (6), Louisiana (9), Indiana (11), Kentucky (8), Tennessee (11), Mississippi (6), Alabama (9), West Virginia (5), South Carolina (8), Georgia (15), Alaska (3)
Totale voti sicuri per McCain: 166

Il seguito, qui.

  • Stefano Priarone |

    Grazie mille Luca!
    Si, in effetti ho visto un po’ il suo blog è Lexi è davvero un tipino particolare 😉
    Un articolo dovrebbe però arrivarti molto presto….
    Non c’entra molto con il topic politico, ma già che ci sono segnalo una mia apparizione a sorpresa in un altro blog:
    http://www.rickveitch.com/
    Ciaoissimo
    Stefano

  • Perdiamo Compatti |

    Be’, la manovra dei “nemici” che occupano impunemnte delle posizioni che non meritano, potrebbe essere bloccata, perché conteneva una truffa, come sempre.
    Ecco una notizia recente. Per fortuna il Presidente della Repubblica se n’è accorto. Quindi, come massima autorità dello Stato, che rappresenta il popolo “sano”, non corrotto e non scemo, farà qualcosa contro chi ha truccato (come sempre, da lustri e lustri) le carte.
    Vi copio l’articolo, sperando che l’Italia perda la partita di stasera e il campionato in generale, altrimenti gli italiani, poveretti, potrebbero essere ancora più intorpiditi dal calcio. Panem et circenses, la ricetta che vale dai tempi dell’antica Roma. Chi possiede le TV lo sa da tempo.
    Quindi, perdiamo e ribelliamoci agli antagonisti.
    L’ira di Napolitano per il blitz
    “Non è il decreto che ho firmato”
    di CLAUDIO TITO
    L’ira di Napolitano per il blitz “Non è il decreto che ho firmato”
    ROMA – “Se quelle norme fossero state contenute nel decreto fin dall’inizio, non l’avrei firmato”. Questa volta il clima bipartisan è svanito di colpo. La “sintonia” con il Quirinale di cui spesso aveva parlato Silvio Berlusconi si è trasformata nel primo conflitto istituzionale della legislatura. Giorgio Napolitano ha sbattuto i pugni sul tavolo. Lo ha fatto prima con il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, e poi con il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
    Perché quei due emendamenti presentati al Senato per “congelare” alcuni processi tra cui quelli che riguardano il presidente del consiglio, lo hanno mandato su tutte le furie. Al punto di far sapere, appunto, che quelle misure avrebbero reso impossibile l’avallo del Colle. E che ora potrebbe indurre il capo dello Stato ad una valutazione critica della legge.
    Se davvero verrà approvata.
    http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/sicurezza-politica-9/ira-napolitano/ira-napolitano.html?ref=search

  • Matteo Ferrito |

    Giungo sicuramente in ritardo, ma voglio far notare che uno spiraglio di possibilie libertà (d’informazione, e quindi di LIBERTA’, non come quella di cui uno schieramento usurpa impropriamente il significato riempiendosene la bocca) ancora c’è. Puo’ esserci. Lo dice in un suo Flash di ieri l’agenzia stampa AdnKronos e la news è stata ripresa da alcuni giornali.
    Roma, 16 giu. (Adnkronos) – Il blog di Antonio Di Pietro pubblichera’ gli atti giudiziari pubblici, anche se non consentito dalla nuova legge sulle intercettazioni, e l’Idv dara’ il proprio supporto legale a tutti i blogger che saranno perseguiti per aver pubblicato notizie giudiziarie pubbliche. Lo annuncia lo stesso Antonio Di Pietro sul suo blog in una nota dal titolo ‘Arrestateci tutti’.
    “Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non ha tempo per gli italiani, per le vere emergenze del Paese. Il suo tempo -scrive Di Pietro- lo dedica esclusivamente ai problemi personali alle pendenze giudiziarie rocesso Mills alla vicenda delle intercettazioni con Sacca’, alla difesa ad oltranza delle concessioni pubbliche che gli consentono di trasmettere Rete4 e di incassare gli introiti pubblicitari attraverso Publitalia”.
    “Berlusconi non ha tempo per occuparsi degli italiani, e’ troppo occupato, anzi preoccupato -aggiunge Di Pietro- per le sue vicende private. Il suo e’ un governo ad personam, composto da persone fidate e nominate ministri per proteggere i suoi interessi. La cosiddetta legge sulle intercettazioni, che tappa la bocca ai giornalisti impedisce alla magistratura di indagare sulla maggior parte dei reati, non e’ voluta dagli italiani onesti, ma da politici disonesti. Questa legge impedira’ la cronaca giudiziaria su atti pubblici. Non verremo piu’ a sapere dei furbetti del quartierino, delle operazioni omicide compiute all’ospedale Santa Rita di Milano. Questa e’ una legge fascista”.
    (Pol/Pn/Adnkronos)
    Come si può dargli torto? Io sono cattolico e apprezzo il pensiero e l’operato dell’On. Tabacci, ma oggi anche le dichiarazioni pacate e assennate di Pierferdy Casini.
    Avanti così, anche in supporto dei bloggers, ai quali sospetto sarà tappata la bocca molto presto con qualche altra legge fascista di questo governo che non ho voluto.
    Matteo Ferrito

  • Luca |

    Ciao, Stefano!
    Quanto a Lexi… Be’, può succedere. Se ti sei letto a ritroso tutti i suoi blog, aperti o chiusi, ne hai (o ne hai avute) di cose da scoprire!
    Intanto, approfitto per risponderti (e dirti) su varie cose. Ho visto che vari autori e amici sono stati contattati da te per la tua “fatica” autunnale, Bene… giusto ieri ho scritto a uno di loro che ni chiedeva notizie sul libro che stai curando. E che sarà imprescindibile per gli appassionati di Barks in Italia, magari allertati dalla “Grande Dinastia dei Paperi”.
    Naturalmente, quando sarà possibile parlarne, fallo, anche da queste pagine.
    Forse puoi già dirne il titolo?
    Per gli articoli che sai, invece, hai più tempo del solito, quindi vai pure del tuo passo, okay?
    A presto!
    L.

  • Stefano Priarone |

    Luca, a causa tua mi sono innamorato di Lexi 😉
    (peccato che così giovane sia già sposata…)
    Ciaoissimo
    Stefano

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