Perfettissimo per il Primo Maggio è il post di oggi, che in realtà (ahem) sono due.
O meglio, è un post perfettissimo per tutti i temi che siano connessi all’imperante amnesia collettiva sul nostro passato, o (peggio) con il revisionismo storico che affetta (con l’accento grave sulla “e”) la nostra miseranda epoca di Italia da ri-bere. O meglio, di “Italia che vogliono (nuovamente) darci a bere”.
L’occasione è una mostra, inauguratasi lo scorso 25 aprile e protraentesi sino al 4 maggio, visitabile a Lastra a Signa (provincia di Firenze), presso lo Spedale S. Antonio.
Riguarda una curiosissima e già seguitissima (benché giovane) serie di tavole a fumetti realizzate da Alberto Pagliaro (e dalla sua Premiata Officina) per il mensile livornese Il Vernacoliere, praticamente la sola rivista satirica con un certo prestigio (e una encomiabile storia alle spalle) presente oggi in Italia.
Per discuterne, invece di far tanto blateramento, visto che il tema interessa (come ci si accorge consultando i commenti che giungono a questo assolato blog), lasciamo direttamente la parola all’autore: uno dei più interessanti e versatili rivelatisi negli ultimi anni sulla scena italiana. Dato oggettivo, non piaggeria.
Tutti i commenti in merito sono più che auspicati, anche quelli negativi e le stroncature. A distanza di tanti decenni vi sono questioni ancora bollenti sulle quali il confronto ha lasciato il posto per troppo tempo alla rimozione.
Luca Boschi: Come ti è venuto in mente di dedicare delle storie a un tema così poco popolare e così poco frequentato dai fumettisti italiani?
Alberto Pagliaro: Circa due anni fa mi fu chiesto di partecipare alla realizzazione di un volume dal titolo Maledetti toscani!, che sarebbe stato presentato a Lucca Comics 2006 con tanto di mostra.
L’iniziativa mi interessò da subito, ma quando giunse il momento di realizzare l’opera mi bloccai, perché mi spaventava l’idea di realizzare la solita stronzata toscanaccia fatta di Maremma Maiala, Chianti, fica e pecorino… Volevo realizzare qualcosa che identificasse l’essere toscano o l’anima toscana, fatta di umorismo, forza e anche ideali solidi. Ma le prime idee che mi erano venute erano piuttosto “vuote”.
Un giorno, per caso, tornando dall’Abetone mi fermai a S. Marcello Pistoiese, una località turistica dell’Appennino Tosco-Emiliano. Lì, dopo aver mangiato un bel panino, mi sono perso tra i vicoli a scattare foto e ad un tratto mi sono imbattuto in una lapide che riportava una lettera di Piero Calamendrei rivolta al Feldmaresciallo Albert Kesserling… La lessi e, commosso, capii subito di che cosa dovevo occuparmi. La Resistenza.
Fu così che realizzai Puppamelo, un’opera di forte impatto emotivo, con un finale tragicomico, tipico della commedia toscana.
Come al solito, poi la realtà supera la fantasia, perché leggendo Storia dell’Italia partigiana di Giorgio Bocca, ho saputo le storie di partigiani, qui a Firenze, che entravano nei locali dei fascisti e li prendevano per il culo, per poi andarsene tranquillamente indisturbati. Li sfidavano, mettavano a repentaglio la loro vita solo per prenderli per il culo… Che meraviglia!
Luca Boschi: A quel punto, ti sei messo al lavoro per realizzare la tua serie partigiana?
Alberto Pagliaro: Non subito. D opo la pubblicazione del volume collettivo (che fu stampato malissssssssimo) la storia rimase nel cassetto per mesi, poi un giorno mi venne l’idea di proporla al Vernacoliere. “Non si sa mai”, pensai… magari gli potrebbe interessare.
Dopo qualche giorno, mi rispose il direttore Mario Cardinali, informandomi che la storia gli era piaciuta e che me l’avrebbe pubblicata.
Incredulo, ricevetti i complimenti e l’incoraggiamento anche di Daniele Caluri, storico autore del Vernacoliere, nonché compagno di sventura. Mi incoraggiò a pensare ad una serie, ma tutto dipendeva dal Cardinali e soprattutto dai lettori.
Pochi giorni dopo, Puppamelo fu pubblicata e da lì è iniziata questa bellissima avventura.
Luca Boschi: Questo post è già abbastanza nutrito. Proseguiamo il discorso in quello che segue, okay? Così, abbiamo modo di proporre le altre due tavole che preferisci della serie!
Clikkate qui per andare oltre!
Per leggere il testo dei balloons bisogna un po’ sforzarsi la vista, ma non è così grave… Sbaglio?