In questi giorni è nuovamente in edicola la prima avventura “preparatoria”, scritta da Del Connell e disegnata da Paul Murry, di quello che diverrà di lì a poco Super Pippo (o Superpippo, come si preferisce indicarlo negli ultimi anni). Si tratta di L’Ultra-Pippo contro Macchia Nera, in Grandi Classici Disney n. 256. Un must che chi non ha letto in precedenza non dovrebbe lasciarsi scappare!
Da quel primo fra i supereroi Disney, la cui storia, in Grandi Classici, è anticipata dalla ancor più prodromica Pippo Fantomas, probabilmente scritta anch’essa dallo stesso Connell, di acqua sotto i ponti ne è passata moltissima.
E se il primo Super Pippo era in realtà “ultra”, secondo una sorta di gergo coniato nello staff mondadoriano di Mario Gentilini in occasione delle traduzioni di Nembo Kid, Lanterna Verde, Batman, Freccia Verde e altri “ultraeroi” della National DC, adesso il più fedele amico di Topolino torna ad essere “ultra” insieme a un gruppo di altri personaggi disneyani dalla doppia identità.
Così, oggi è in edicola un nuovo numero di Topolino, con la seconda “puntata lunga”, dopo il prologo di due settimane fa, della saga degli Ultraheroes.
Di cosa si tratta?
Per spiegare, anche a profitto di chi non segue in modo pedissequo il settimanale, la più rilevante novità di questo inizio anno, ecco il testo del comunicato stampa ufficiale della Disney, redatto per il lancio della nuova idea supereroica che coinvolge i principali personaggi del Calisota.
© Disney per le immagini
Nel futuro, un incauto scienziato ha creato una macchina con un potere tale da dominare il mondo: Eta Beta, resosi poi conto del pericolo, ha smontato l’Ultrama-
chine nascondendone i pezzi nel passato (cioè, nel nostro presen-
te…), per evitare che l’arma cada nelle mani sbagliate. Ora però Spennacchiotto è riuscito a rubare l’Ultradetector, l’unico strumento capace di individuare i pezzi dell’Ultramachine.
Per fermarlo, Eta Beta ha convo-
cato una squadra di sei supereroi (quattro conosciuti, Paperinik, Paperinika, Super Pippo e Paper Bat; e due nuovi di zecca, Iron Ciccius (Ciccio) e Quadrifoglio (Gastone Paperone)), in grado di lottare contro i Bad-7, la squadra di malviventi formata da Spennacchiotto e composta da Pietro Gambadilegno, Zafire, Inquinator, Spectrus, Macchia Nera, RollerDollar (Rockerduck). Supereroi e supercattivi si scontrano per impossessarsi delle preziose componenti dell’Ultramachine in diverse località di Topolinia e Paperopoli, mentre Eta Beta e la sua assistente Lyth assistono alle battaglie da Villa Rosa, la tecnologica base degli Ultraheroes da poco ristrutturata. Intanto Topolino indaga sulla sparizione del deposito di Paperone, teletrasportato da Spennacchiotto su un’isola misteriosa per impossessarsi del primo pezzo dell’Ultramachine.
Le battaglie si susseguono e buoni e cattivi sono alla pari, quando Topolino viene catturato da Spennacchiotto, che propone uno scambio: Topolino e Zio Paperone in cambio dei pezzi dell’Ultramachine. Eta Beta accetta a malincuore, ma i Bad-7 ne approfittano per rapire anche loro, impossessandosi delle componenti in loro possesso. Assemblano quindi l’Ultramachine, scoprendo però che non funziona: è Quadrifoglio a svelare il mistero, tradendo i suoi compagni di squadra.
Ha sentito Eta Beta raccontare che esiste un ottavo componente… I Bad-7 si dirigono verso Villa Rosa, seguendo le indicazioni di Quadrifoglio, per impossessarsi di Lyth, l’assistente cyborg di Eta Beta, ultimo elemento per fare funzionare l’Ultramachine. Durante lo scontro decisivo, Spennacchiotto, già sconfitto, attiva l’Ultramachine colpendo Eta Beta e trasfor-
mandolo in un gigantesco e crudele mostro che minaccia la città.
Ultraheroes e Bad-7 decidono di collaborare e unendo i poteri riescono a fermare Eta Beta, che ritorna a essere quello di sempre. L’Ultramachine viene distrutta, mentre i supereroi tornano alle loro vite normali. Almeno finché il mondo non avrà ancora bisogno di loro…
Da un’idea di Marco Ghiglione e di Gianfranco Cordara, è stato un vero e proprio Ultrateam di disegnatori e sceneggiatori a realizzare le nove storie: Riccardo Secchi ha curato i testi, abilmente coadiuvato da Alessandro Ferrari e Giorgio Salati; Stefano Turconi ha definito il character design, alternandosi ai disegni con Antonello Dalena, Ettore Gula, Emilio Urbano, Manuela Razzi, Roberta Migheli.
A proposito della sua esperienza sul campo, può interessare ai (moltissimi, più del pensabile) visitors del presente blog cosa mi ha scritto Giorgio Salati in un commento di qualche giorno fa. A lui la parola!
Per quanto riguarda Ultraheroes… sì, è stato molto interessante /divertente /istruttivo eccetera. Non che non sia stato faticoso, intendiamoci, però ne è assolutamente valsa la pena.
Le prime idee sono venute da Marco Ghiglione dell’Accademia e da Gianfranco Cordara, caporedattore di Topolino. Poi ci siamo trovati in cinque, con Cordara, Ghiglione, Riccardo Secchi e Alessandro Ferrari a fare brainstorming. Non hai idea di quante idee sono uscite! Avevamo l’imbarazzo della scelta!
Scelta una “linea”, io Riccardo e Alessandro ci siamo messi al lavoro sullo story line. E’ stato un lavoro intenso e anche istruttivo perché Riccardo, con la sua esperienza anche di fiction, ha una visione strutturale d’insieme davvero notevole. Io e Alessandro buttavamo fuori più idee possibile, e nello stesso tempo ricevevamo una specie di “corso d’aggior-
namento” sulla serializzazione! Anche a livello di coordinamento del “reparto sceneggiatura” il lavoro di Riccardo è stato determinante. Il lavoro è stato piuttosto affannoso perché il tempo a disposizione era poco, speriamo che sia venuto tutto bene!
Intanto, il reparto “grafico”, Turconi in testa, veniva coordinato da Ghiglione; devi vedere l’Accademia com’è tappezzata di disegni Ultraheroes!
Il tutto coordinato dal “deus ex machina” Gianfranco Cordara, che ha svolto un lavoro imponente. Dover coordinare tutti quei disegnatori e sceneggiatori non dev’essere facile!
Sono molto soddisfatto, ci siamo tutti impegnati al massimo cercando di dosare “disneyanità” e “supereroismo”, comicità e drammaticità, mantenendo viva la quotidianità dei personaggi “in borghese” e nel frattempo fargli combattere scontri spettacolari (e qui bisogna ringraziare tutti i disegnatori per il bel lavoro). Non è stato un lavoro facile, ma mi sembra che sia venuto piuttosto bene, e sarei curioso di sapere poi quale sarà la tua opinione in merito.
A proposito di Bill Walsh: lo adoro, per me era un genio della sceneggiatura e soprattutto della sintesi. Basta leggere le prime bellissime storie di Eta Beta e si vede com’era capace di esprimere concetti perfino filosofici in una manciata di vignette. Prima o poi scriverò un post sul blog anche a proposito di questo! Ho per l’appunto i Grandi Classici perché ho visto che c’era quella storia!
La storia fantastica e futuribile di Bill Walsh e Floyd Gottfredson a cui facciamo riferimento è, per la cronaca, Topolino e la fantastica invenzione.