IL MONGOLO GANAO

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Il fascino di alcuni eroi dei fumetti del passato macina ancora vittime fra chi li ha letti, a suo tempo, da ragazzo. E il fatto che adesso non ci siano più insinua una sottile lama di malinconia.

A volte sottogamba, a volte con un briciolo di approfon-
dimento, in questo blog ne chiacchieriamo da sempre. E siamo piuttosto orgogliosi del fatto che un sacco di persone “nuove” o estranee al giro asfittico del fumetto si imbatta nei nostri commenti, ampliando (così come si puote) il campo delle proprie conoscenze su questa cenerentola dei media.

A proposito (!!!), già che stiamo per dare il benservito al 2007, diciamo pure che il consuntivo del blog è ampiamente positivo. Grazie per il numero di contatti (che il solerte servizio di Nòva registra con puntualità e precisione) con queste pagine: sono tantissimi e in crescita; i commenti che vengono scritti e si leggono sono appena una misera puntarella dell’iceberg.

Insomma, la morale emergente dai fatti è che navigando nella rete si finisce impigliati.

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Accade a Oscar.
Il quale, poiché i commenti sono sempre aperti, ci
ha scritto riferendosi a un post del passato una mail esemplificativa di questo fenomeno di navigazione a vista, imbattendosi alla vigilia di Natale, in un rapido commento agostano.
Il post era quello della pagina http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2007/
08/fiordistella-la.html?cid=94634092#comment-94634092

Vi si parlava di uno dei personaggi più amati ma non troppo longevi della milanese Casa Editrice Uni-
verso
: l’indiana (intesa non come pellerossa, ma dell’India) Fiordistella. Disegnato dalla tutt’altro che nota Cesarina Amoretti Putato, una delle poche donne fumettiste del primo dopoguerra, atti-
va anche su Albi dell’Intrepido, il serial di Fior-
distella fu poi proseguito da Lina Buffolente, al-
tra grande e produttiva artigiana dei comics, nota ai lettori di oggi soprattutto per le recenti collabora-
zioni con la Sergio Bonelli Editore per le storie del Comandante Mark.
Di lei esiste un importante volume-intervista redatto da Davide Barzi, al cui blog rimando: http://davidebarzi.blogspot.com/

Ecco il commento di Oscar, che racchiude anche una domanda:

Ho letto per caso il profilo di Fiordistella, la reginetta del Cielo. E i ricordi della mia infanzia sono emersi tutti all’improvviso.

A chi ha la mia età, 60 anni, voglio ricordare che Fiordistella era una principessa indù della reggia di Shindapur. Il suo capitano delle guardie si chiamava Karmur. Barba bianca incanutita. Era fidanzata con Nizar di Suratnam. Presumibile ambientazione: l’India della colonizzazione inglese. Un episodio del 1957, di cui non so o non ricordo il titolo: la facciata di una diga in costruzione nel regno di Suratnam, la falsa pazzia di Nizar e il soggiorno all’isola delle Genti Perdute. Gli avventurieri inglesi Taylor e Pendleton. La dottoressa inglese responsabile della criminosa trama che rischia di perdere la vista e un generoso medico gli regala un suo occhio.
Tutto finisce bene.

Altro episodio nel 1958: Lo strale dell’immortalità. Una reliquia sottratta dal pirata Fu-Yang, con la complicità del principe Sakan. Battaglia sui mari. Nizar che si finge traditore.
Poi finalmente si scopre il comittente il furto: un alto ufficiale inglese.

Segue Il giglio delle tenebre, anno 1959. Devastazioni dei villaggi ad opera del mongolo Ganao. Ma non riesco a ricostruire la trama, spero che qualcuno mi aiuti.

Grazie, saluti a tutti.

Maudie

Incredibile quante cose ricordi, Oscar, circa mezzo secolo dopo!

Siamo a Natale e tutti ci sentiamo teneri quasi quanto Fiordistella e i suoi colleghi intrisi di buoni sentimenti in linea con l’etica zuccherosa della social-utopistica Universo dei fratelli Del Duca, pervasi dallo stesso spirito (mutatis mutandis) di un Cuore di De Amicis.

Quindi, esaudiamo il tuo desiderio, già presentando in questo post alcune vignette dell’episo-
dio a puntate a cui ti riferisci (vedi la piccola Maudie nella cesta, qua sopra?). E proseguendo nel prossimo.

Ma ci piacerebbe sapere come i personaggi e le situazioni che leggevi in questo minuscolo giornalino, dal costo stra-popolare di appena 30 lire, ti hanno influenzato. Com’era il mondo intorno a te nella regione in cui ti trovavi, dove li leggevi, dove li conservavi, come li hai perduti materialmente, lasciandoli impressi nella memoria, in modo che bastasse un semplice inciampo nel mio blog per farteli resuscitare.

Ci interessa quel mondo di allora, il suo immaginario popolare pre-televisivo, con Totò e Peppino ancora sulla breccia, mentre all’orizzonte appena si intravedevano le avvisaglie del Boom, effimero per i più, ma colto al volo da abili maneggioni e furbastri. Prima delle gite al mare in massa, prima della Fiat 850 e delle Innocenti dalla carrozzeria mozzata.

Leggi il prossimo post.

  • annalisa |

    anche io ho amato fiordistella e nizar e ho sognato viaggi in terre lontane nel freddo dell’inverno riscaldato solo dal braciere; la carta ruvida , in verità, mi è stata più cara di quella patinata. ricordo la piccola maudie e sara “sorella” di fiordistella e julia brandon e il dhevo dalla mano di pietra.
    ho qualche numero religiosamente conservato e nei momenti di nostalgia e tristezza li rileggo e su quelle pagine ritrovo la bimba che ero.

  • Luca |

    Caro Oscar,
    grazie per il lungo commento fatto “cor còre”! Anche se non sei romano. 🙂
    Prossimamente lo metterò in maggiore evidenza, commentandolo con delle immagini, magari chiedendo a qualcuno di aggiungere informazioni sulle serie che citi e alle quali molti lettori sono ancora affezionali. Anche chi, come me, le ha lette anni dopo ricercandole su numeri arretrati o raccolte, e magari non ne ha conosciuto per ragioni anagrafiche i gloriosi esordi.
    Ci sentiamo presto!
    Luca

  • oscar |

    Caro Luca,
    mai avrei immaginato che una mia noticina buttata lì per caso trovasse subito autorevole risposta. Non puoi immaginare la mia emozione. Mi poni una domanda impegnativa. Perchè episodi di 50 anni fa si conservano nella memoria di un uomo oggi anziano. Cercherò di spiegarlo, senza sconfinare in dati personali ma cercando per quanto possibile di scrivere cose e sentimenti dove tanti lettori possano riconoscersi.
    La storia prende avvio nel 1957. avevo 8 anni. Di estrazione operaia, circolavano pochi libri e tanti fumetti. Nerssun giocattolo, se no alberi da arrampicarsi, fossi nei quali nuotare, prati incolti da incendiare, frutta selvatica da raccogliere, spazi immensi a disposizione. Inverni lungji e nevosi. Mi sono concentrato sul Monello che usciva il giovedì, prezzo di copertina 30 lire. Carta ruvida fino a metà 1958. Con foto di attore o cantante in ultima di copertina Per me l’uscita settimanale del giornalino era tutto. E il fumetto, letto, riletto e strariletto mille volte non poteva che capitalizzarsi in modo indelebile nella memoria di un bambino che amava l’avventura, salgari, SandoKan Yanez, Tremal – Naik, il Re del Mare. Suhjodana Il corsaro Nero. Ma a differenza dei fumetti di oggi, il Monello, come l’alter ego Intrepido, aveva i racconti con la formula del continua, che poteva durare per più di un anno. E questo ti obbligava a seguire con partecipazione lo sviluppo del racconto. I racconti erano bellissimi. Trame perfette, ben congegnate, i personaggi disegnati divinamente. Niente sesso o volgarità.La censura non lo permetteva. Gli orizzonti evidenziati in modo stupendo. Non c’era nulla per me di più importante del monello al giovedì. Io cerco disperatamente non tanto il fumetto nella sua dimensione concreta (per questo c’è il mercato dei collezionisti), quanto la possibilità di rivivene le emozioni che si possono provare facendo riemergere echi della propria lontana infanzia. Io amo relativamente l’oggetto Monello del 1958, ma desidero immensamente, come un afflato, ricostruire la trama di quel racconto, per far riemergere il fanciullo che dorme sempre in me in un corpo di sessantenne che si avvia verso una (auspicabile) serena vecchiaia. In altre parole, io colleziono emozioni, non una carta ingiallita dal tempo. Spero di aver risposto alla prima domanda.
    Sviluppando poi i protagoniosti del Monello, oltre che a Fiordistella, amavo moltissimo Roky Rider, lo sceriffo di Torville, che aveva per fidanzata Velda. Lo affiancavano nelle avventure il ragazzo Golia, che aveva le piume indiane in testa, e il ciccione Mosè, che intercalava sempre con uno stop i suoi discorsi. Titoli di racconti? I condannati di Kottesburg – Il bandito Wendel, Il cadetto Taylor, Komanche Kevanah, il traditore Lester Torrianis (ma non ricordo come va a finire la storia)eccetera. Per Forza John. La saga di una famiglia americana, dove il protagonista è un tenente pilota, John appunto. Personaggi di contorno sono il medico Sam Harper, il capitan Conterios, con la moglia Rosaria e il pappagallo ubriacone Geremia, il giornalista Pallisandro Giacinto Livingstone catatterizzato da un enorme ciuffone biondo, con la fidanzata Moira. Poi i personaggi comici. Superbone con zia Fritzi, sempre armata di scopa. I fratelli monellini, la banda di Piccola Eva (con zia Guendalina) con Athos (furbo) aramis (ingenuo) Ciccio Tom (tontolone). Più tardi appare Cuoricini (nel 1959). Ecco la sua band. Accio diminutivo di cattivaccio (il cattivo) grufolino (con il naso sempre sporco) Fusetta (perchè fa le fusa, gli occhi dolci, con il papà pescatore, Bullina (la sbrufoncella), Crapa (lo stupidotto). Su tutto svetta Cuoricino, figlio di uno spazzacamino che rappresenta l’anima buona, dolce e strappalacrime della serie. La maestra è austera. Buona, dolce, tutta vestita di nero con i capelli bianchi immacolati, che amministra una perfetta giustizia nella turbolenta classe. Dimenticavo i personnaggi e la serie di Narciso Putiferio. Una armata brancaleone diremmo oggi di tontoloni che vivono mille avventure con la loro goletta. Solo Narciso il capitano è a posto e normale. Gli altri sono Uncino )senza una mano), Occhio (senza un occhio), Gambadilegno. Acerrimo loro nemico, capitan squalo. Insomma una serie di avventure demenziali, beb diverse da quelle serie evidenziate in Roky Rider, Forza John o Fiordistella.. Un rapido excursus sull’intrepido. Era giornalino proibito (all’indice) e aveva i personaggi quasi speculari a quelli del monello. Al posto di fiordistella trovamo Chiomadoro, il principe del sogno (altri personazzi Mayr e Kamboh con la tigre il cui nome mi sfugge). Al posto di Roky rider, Bufalo Bill con Toby. E ancora, Liberty Kid e altri. Insomma, un’epoca irripetibile. Io cerco qualcuno o qualcosa che mi aiuti a ricostruire i tasselli che mancano nella mia memoria per ricostruire questi personaggi. Ma tornando al Monello, , darei non so cosa per avere visione di un’intera annata consecutiva del Monello dal 1957 al 1961. Ripeto non il possesso materiale dei fumetti, solo la presa visione per l’emozione che mi potrebbe suscitare il rileggere le antiche storie di allora con l’ottica, il cuore e la cultura di oggi, 6 gennaio 2008, mio 59 anno di vita. L’episodio del 1958 di Fiordistella, lo strale dell’immortalità mi è parzialemnte noto. L’episodio che lo precedettee (nel 1957, citato in precedenza)La diga nel regno di suratnam, il principe Nizar dal perfetto turbante e sguardo fiero e la malvagia dottoressa Jula Brandon che relega Nizar all’isola dele genti perdute, una specie di fortezza per malati terminali di cancro. MI fermo qui per non abusare della pazienza di chi vorrà gentilmente leggermi. Con la speranza di poter dialogare con qualcuno su analoghe tematiche.
    Grazie a tutti per l’attenzione

  • luca boschi |

    Bene, e allora ecco che il ping pong continua…
    Per invogliare, cito:
    “Lina: Lionello Martini (in realtà “Leonello”, nota di Luca, ma vabbe’…) , il nuovo direttore dell’Alpe, era un tipo decisamente simpatico, costantemente impegnato a dimostrare meno anni di quanti in realtà ne avesse; si vestiva in maniera giovanile ed era sempre attivo e scattante. Era anche uno scrittore e conservo tutt’oggi il suo romanzo giallo La fabbrica dei mostri come un reperto. Fu lui, nel 1958, a mettermi in contatto con Madame Ratier, della casa editrice francese Aventures & Voyages. Le mandai delle tavole che a lei piacquero molto e iniziò subito una collaborazione che si sarebbe rivelata lunga e ricca di soddisfazioni. Molti dei personaggi creati per lei, che inizialmente uscivano a puntate sulla rivista Zembla, ebbero serie molto lunghe, talvolta anche ristampate. Il primo personaggio che feci per lei fu MOSQUETON, una lunga saga ambientata durante la rivoluzione francese. Anche per quella serie dovetti fare un grosso lavoro di documentazione. [i testi] me li spedivano, comprensivi di interprete che veniva a casa mia a tradurmeli in italiano! La signora era simpatica e gentile, forse troppo, visto che ogni volta che veniva qui, tra the, pasticcini e chiacchiere …”
    Il resto sul blog di Davide!
    L.

  • Davide Barzi |

    Segue gustoso aneddoto sui metodi di organizzazione del lavoro dell’epoca (purtroppo niente di specifico su Fiordistella, però) qui:
    http://davidebarzi.blogspot.com/2007/12/dalla-francia-con-furore-e-dizionario.html

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