IO, PER FORTUNA C’HO LA CAMORRA

Anch’io come Alessandro Bottero, ho intrattenuto varie conversazioni sui fumetti con Sergio Nazzaro, quando seguiva il mensile Mega, con competenza e dedizione.
Teatro delle chiacchierate erano perlopiù gli androni mediovali, zeppi di pubblico e stand, come quelli della immagine che ho messo qui a lato come “civetta”, nella metropoli partenopea.

Ringrazio Alessandro che ci segnala un libro di Sergio del quale, altrimenti, non avrei avuto conoscenza (e che adesso mi metto a cercare in libreria).
E stravolentieri ne ospito la recensione qua!
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IO, PER FORTUNA C’HO LA CAMORRA

di Sergio Nazzaro
Fazi Editore, 224 pagine, 14,50 euro

Sergio Nazzaro lo conosco di persona, essendo lui stato responsabile del catalogo Mega per diversi anni.

Ricordo con piacere le chiacchierate alle mostre mercato o per telefono. E voglio approfittare di questa recensione per chiedergli scusa. Perché? Perché non avevo mai colto il suo impegno civile, che invece traspare da queste pagine. Forse per una sorta di pudore reciproco non avevo mai spinto la frequentazione oltre una simpatica conversazione legata in fin dei conti solo ai fumetti e a problematiche che tutto sommato, rispetto a cosa scopro solo ora Sergio ha vissuto, dovevano sembrare (e in effetti lo sono) cosette prive di importanza.

Ti chiedo scusa, Sergio, perché non ho colto la tua storia, restando sempre un po’ in superficie. Ma forse questo è quello che capita spesso. Ci si incrocia come navi in momenti comuni, si scambiano due battute, magari si lavora assieme a un qualcosa di circoscritto e poi ognuno va per la propria strada. Ed è brutto. Poi magari la persona la continui a seguire perché leggi una rivista dove scrive anche lui, in questo caso Left, e ti dici sempre “Quasi quasi lo chiamo, per sapere come sta.”

Poi, un giorno (il 23 novembre 2007) su Left vedi una pubblicità di un libro di un certo Sergio Nazzaro. Un libro che parla del Sud, che parla della camorra. Ma soprattutto un libro scritto da una persona di cui ho stima. E allora di corsa in libreria perché lo voglio leggere. L’ho letto. E forse sarebbe meglio se non l’avessi fatto.

Il libro colpisce, e colpisce duro. La struttura è azzeccata. 24 capitoli (più uno “fuori orario”) che seguono una ipotetica giornata. Una full immersion nel clima della camorra nella provincia di Caserta, ma non delle grandi città. Nei paesini tipo Mondragone, Sessa Aurunca, Frattamaggiore, Secondigliano. E poi anche Napoli, con una gita notturna che mi ha colpito doppiamente per la crudezza e la spietatezza (anche verso se stessi). È un po’ lo schema di “24”, il telefilm con Jack Bauer, e forse solo Jack Bauer può combattere ad armi pari la camorra.

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In ognuno di questi capitoli accade qualcosa, o meglio accadono mille e mille cose ma in realtà è sempre la stessa: la resa. Lo Stato si è arreso. Al di là delle dichiarazioni di maniera e di reazioni violente quando succede qualcosa di straordinario o orribile, reazioni violente e temporanee, lo stato non esiste. La camorra sì, e questo fa sì che sia la camorra a controllare le cose. A dare stipendi. A far rispettare le regole. A concedere il permesso di vivere, di sopravvivere, o a negare questo permesso.

Sergio Nazzaro racconta storie, piccoli fatti accaduti in quell’enclave annidata sulla via Domiziana e totalmente ignorati dalla stampa, o nel migliore dei casi visti solo come note di colore per riempire pagine di giornali o minuti nei TG. Io non so indicare pagine o storie più significative di altre. Sono tutte significative o non lo è nessuna. Non ci sono vie di mezzo. O ha senso fare memoria delle vittime e dei soprusi per cercare di onorare le prime e contrastare i secondi, o ce ne freghiamo di tutto e allora anche la storia più incredibile ed efferata è solo fiction, passatempo per stupire gli amici nei dialoghi da salotto comodo.

Io adesso ho paura per il mio amico Sergio Nazzaro, perché ha fatto nomi e cognomi, ha detto date e luoghi, e questo di solito non si fa. E anche se so che alla fine materialmente questo non lo aiuterà se le cose dovessero farsi davvero pericolose per lui e la sua famiglia voglio chiudere questa recensione con un grazie. Ho comprato questo libro e lo conserverò, perché quando i miei figli saranno cresciuti voglio farglielo leggere e dire loro “Io conosco una persona coraggiosa: Sergio Nazzaro, che ha scritto questo libro”.

Grazie Sergio. Spero di potertelo dire di persona un giorno o l’altro.

Alessandro Bottero
a.botterobotteroedizioni.it

  • Gennariello Squazzaglione |

    Corrado Abbattista ex Morgan Stanley e´un enorme riciclatore. La sua lavatrice finanaziaria puzzona a Londra, si chiama, anzi, si scrofa: Fenician Capital Managment. Come faccio a saperlo? Mi ha detto tutto cio’ “stinky little rat” Michael Chinnick ex Morgan Stanley pure lui, allorché mi telefono´a Posillipo, da Tokyo, ove egli ora lavora. Occhio a cercare di far fessa la gente, perche´qs e´solo la punta dell´iceberg, il resto, pur lo esplichero’. Salutiamo tutti i veri Democrats.
    Gennariello Squazzaglione, Napulitana investigations, Naples qrtri Spagnoli, Ita

  • Luca Boschi |

    Ciao, Piccolaragazzadelsud, e benvenuta!
    A questo punto devi scriverci qualcosa di più sul tuo pensiero… poco ottimista, per così dire.
    Volevo tornare sull’argomento, anche perché lavorando a Napoli, per questa manifestazione di fumetti, cinema d’animazione e arte&letteratura&intrattenimento, lì più che in altre città d’Italia percepisco (venendo da nord-centro) un diverso atteggiamento da parte dei visitatori. Si intuisce un misto di delusione depressiva e di voglia di rivincita, oltre che di desiderio di cultura (in questo caso fumettistica). E’ anche per questa ragione che molti editori, specialmente piccoli, scelgono Napoli e Castel Sant’Elmo per presentare le loro novità…
    Se approfondirai un po’ di temi, metto il tuo scritto n un post apposito, per evidenziarlo.
    Ciao e grazie per esserti fatta viva!
    Luca

  • piccolaragazzadel sud |

    bel libro ma è un amara verità trp cruda e dura senza speranze di vivere in un mondo migliore ma sempre controllata dalla CAMORRA =SUD

  • luca boschi |

    Ciao, Michele, benvenuto anche tu nella rete dei bloggers fumettanti del Sole.
    So che hai trovato l’indirizzo leggendo “Irripetibili”.
    Hai trovato integrazioni da fare, in particolare (per esempio) sul tuo amato Stefano Tamburini?
    Luca Raffaelli mi ha detto il nome del disegnatore che aveva coinvolto in “Cannibale” e che aveva scritto e disegnato la storia della bottiglia molotov antropomorfa…
    Ciao!
    Luca

  • mordente |

    e che credevi? che nel sottobosco intorno fumettari fossero tutti “ciccioni brufolosi”?
    😉

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