PBUON PSHOWBOAT!

Showboat_1 Un po’ tardivamente, posto il sommario del numero adesso in edicola dei GRANDI CLASSICI DISNEY di ottobre, il duecentocinquantunesimo, uscito in tempo utile per festeggiare il sessantesimo anniversario di un personaggio che vi compare in gran forma, con una delle storie classiche in cui la sua personalità è messa più in rilievo nelle sue sfaccettature più complesse. Si tratta di Eega Beeva (Eta Beta), cavernicolo del futuro uscito con la sua prima storia nei quotidiani il 26 settembre 1947. Esattamente sei decenni prima di quest’ultimo “Grandi Classici Disney”. Pbuon pcompleanno!

Ecco il sommario: Showboat

Topolino e l’avventura del pesce-robot
Testo di Guido Martina- Matite di Romano Scarpa- Chine di Giorgio Cavazzano e Sandro Zemolin
Topolino nn. 894 e 895 del 14 e 21 gennaio 1973

Showboat
Testo di Don Christensen e Carl Fallberg – Disegni di Jack Bradbury, Al Hubbard, Paul Murry, Tony Strobl e John Liggera
Topolino n. 323 del 4 febbraio 1962

Paperino e la scuola degli enigmi
Testo di Guido Martina – Disegni di Giulio Chierchini
Topolino n. 222 del 10 novembre 1959

© Disney per la copertina di “Walt Disney Comics Digest”

Topolino e lo strano potere di Flip
Testo di Bill Walsh – Disegni di Floyd Gottfredson
Topolino n. 6-8 del settembre – novembre 1949

Zio Paperone e la vittoria a 50 karati
Testo di Giorgio Pezzin – Disegni di Giorgio Cavazzano
Topolino n. 1057 del 29 febbraio 1976

Pippo e l’India in agguato
Testo di Carlo Chendi – Disegni di Luciano Bottaro e Guido Scala
Topolino n. 346 del 15 luglio 1962

Archimede Pitagorico e il cervello in tensione
Testo e disegni di Carl Barks
Topolino n. 301 del 3 settembre 1961

Topolino e la collana della castellana
Testo di Abramo e Gian Paolo Barosso – Disegni di Sergio Asteriti
Topolino n. 776 dell’11 ottobre 1970

Zio Paperone e i funghi canterini
Testo di Sisto Nigro – Disegni di Maurizio Amendola e Romano Scarpa
Topolino n. 1667 dell’8 novembre 1987

Vari sono i motivi d’interesse di alcune storie in menù, che rendono il volumetto imperdibile per gli appassionati.

Il capolavoro di Bill Walsh e Floyd Gottfredson “Topolino e lo strano potere di Flip” si snoda in origine attraverso sessanta strisce quotidiane destinate ai giornali, dal 27 dicembre 1948 al 5 marzo 1949.

La versione della storia qui riproposta non è certo la più completa o filologicamente corretta; come tutte quelle rimontate per “Topolino” o per altre pubblicazioni tascabili, subisce tagli e adattamenti necessari a riversarla nel diverso formato.
Uscita in Italia in tre puntate su “Topolino” nn. 6-8 del settembre-novembre 1949, è la stessa che altrimenti è stata nuovamente adattata e rimontata per le grandi dimesnsioni dell’ambìto cartonato “Le follie di Eta Beta”, offerto in omaggio agli abbonati del settimanale, come pure per il tascabile omonimo de “Gli Oscar” Mondadori, che si avvale del medesimo contenuto del cartonato.

Tra parentesi, citando questa storia, all’inizio degli anni Novanta avevo ripreso il gangarone Flip con la sua malattia, la “zizzosi”, per la sceneggiatura (a storyboard, che sicuramente possiedo ancora) di un fumetto stralongo disegnato a più mani in occasione del sessantennale di Topolino.

“Zio Paperone e i funghi canterini” è un esempio delle avventure disegnate da Maurizio Amendola quando Romano Scarpa ne controllava e correggeva lo stile, in modo da renderlo più “scarpiano”, mentre Giovan Battsta Carpi svolgeva la stessa attività col primo nucleo della “Disney Unversity”.

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Forse, la storia più degna di nota (anche se per alcun amanti del fumetto italiano risulterà meno apprezzabile) è in realtà “Showboat”, rivisitazione del noto musical del 1827 tratto a sua volta da un romanzo di Edna Ferber, a proposito della vita di una famiglia del XIX secolo che viaggiava e dava spettacolo su un barcone lungo il Mississippi.

Con la musica di Jerome Kern (chi non ricorda il brano “Old Man River”?), “Showboat” è stato più volte anche un film cinematografico (l’ultima volta nel 1951). Il fumetto disneyano, invece, è comparso negli Stati Uniti su un poco diffuso albo “Giant” della Western Printing and Lithographing Co. Anche Oltreoceano la storia è stata ristampata un paio di volte solo in formato pocket (vedi copertina del “Digest” in alto) ed è poco nota in tutto il mondo.

Il blocco di brevi avventure, con la mobilitazione dell’intero cast, prevede in questa sequenza gli episodi: “Showboat”, “Fattoria di frontiera”, “A tutto vapore”, “Recita straordinaria”, “La crociera di Pluto”, “Giornata libera”, “I pirati del fiume”, “La casa stregata”, non ha mai visto nuovamente la luce in Italia, per intero, sino ad oggi da fine gennaio 1962, quando apparve in edicola, su un pocket la cui copertina, e retro, erano opera di un Massimo De Vita giovanissimo e ancora alle prime armi. Praticamente, quel blocco di storie sullo Showboat occupava l’intera foliazione dei fumetti di “Topolino” presenti quella settimana.

Il soggetto di “Showboat” è del versatilissimo Don (R.) Christensen, già ideatore di short animati, disegnatore di storyboards, fumettista completo e, appunto, sceneggiatore di tonnellate di storie per la Western e non solo.

Per darvi un’idea vaga delle sue qualità, vi posto una delle rare pagine reperibili fra quelle scritte e disegnate da lui per il Sangor Shop, nella seconda metà degli anni Quaranta. Il personaggio è lo strano “supereroe da burletta” Simple Samson.
Lo pseudonimo adottato da Christensen in questo caso è “Don Arr”, dove “Arr” è la trasposizione in lettere della “R” del suo secondo nome, Ragnvald.

Il riferimento a ciò che si legge nella tavola di Don Arr è, ovviamente, a Popeye, e alla grande campagna messa in piedi in quel periodo intorno alle straordinarie capacità energetiche degli spinaci.
Ma la parodia più diretta rivolta da Simple Samson è a Superman (si trasforma infatti in SuperSam).

Christensen lavorava spesso con storyboard anche per le sceneggiature dei fumetti, ma forse non lo ha fatto per “Showboat”.
Una spia di questa “mancaza” può essere il fatto che diversi disegnatori hanno interpretato a modo loro, senza sintonia, ambientazioni e abbigliamenti dei personaggi. Jack Bradbury è stato forse il più fedele allo spirito parodistico del film, vestendo Paperino con giacca e bombetta e i nipotini con vestiti “da collegiali” alla marinara. Tony Strobl, invece, ha mantenuto per questi personaggi il loro abbigliamento contemporanea, benché il tutto si svolga (come la didascalia indica) nel 1852.

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Ultima nota e un “divertissement”, per chi ha voglia di giocare. La storia “Pippo e l’India in agguato” scritta da un Carlo Chendi in vena di comporre le commedie paradossali, di taglio un po’ teatrale, che sono nelle sue corde migliori, è disegnata a quattro mani da Luciano Bottaro e da Guido Scala, all’epoca ancora suo “assistente”, non il disegnatore (e autore completo) che avremmo apprezzato in seguito.

La domanda (e il divertimento) stanno nello scoprire dove inizia l’apporto dell’uno e dove termina quello dell’altro.
Per esempio, le prime tre tavole sono “puro Bottaro” (e naturalmente anche altre in seguito), ma i personaggi secondari dalla ventesima tavola in poi, e l’impostazione delle vignette, nonché qualche fisionomia di Pippo, rimandano indubitabilmente a Scala.
Chi vuol continuare a fare deduzioni e illazioni?

  • Luca Boschi |

    Salllllllve!
    Da “Showboat”, il filo del discorso ci ha portato decisamente lontano.
    Tutto chiaro, per quanto riguarda la realizzazione delle immagini fisse direttamente dalle pellicole. Grazie per le delucidazioni. Il tuo lavoro da appassionato, Andrea, è anche per questa ragione ancor più encomiabile.
    A parte la fanzine “The Harveyville Fun Times”, che segnalai forse un dodicina di anni fa addirittura in una rubrica di news della remota rivista “Comic Art” (stracitata a Roma in questi giorni, 4-9 ottobre 2007, nel convegno sulla riviste italiane ideato da Luca Raffaelli), non mi risulta che sia stato fatto alcun altro serio tentativo di mettere a fuoco le caratteristiche grafiche e narrative di questi film. Men che meno quelle dei fumetti, che personalmente considero di livello altissimo (come si sarà capito), aborrendo lo snobismo che li ha relegati da sempre in un angolo, a livello planetario.
    Ma si sa, non tutti sono in grado di riconoscere e apprezzare l’Arte, specialmente se questa (nello specifico nei film e nei comic book della Harvey) restano ignoti anche a chi avrebbe gli strumenti per farlo.
    Posso confermare che questi shorts non sono mai stati tradotti, adattati o diffusi in Italia in formato dvd. Conosco bene i pochi che invece furono trasmessi ripetutatmente sulle tivù italiche almeno dall’inizio degli anni Ottanta, ricavati spesso anch’essi da copie da “home movie” in 16 mm, ritenute di pubblico dominio e copiate indisturbatamente da quelle copie di scarsissima qualità.
    In alcuni casi, i cartoons furono addirittura ridoppiati, come avvenne per uno del solo topo Herman (probabilmente il primo in assoluto fra quelli prodotti), ritrasmesso random insieme a (per esempio) un Paul Terry con Mighty Mouse e un Fleischer con Bimbo nel circuito delle televisioni cattoliche, che se non erro si chiama(va) Tele Pace.
    In Toscana, mandavano in onda questa produzione TVL, ma anche TV Prato, e prima ancora, con l’audio originale, RTV 38 e Canale 48, che trasmettevano da Firenze.
    Direi di proseguire questa specifica coversazione abbinandola a un post più recente o ad hoc, per renderla più visibile anche a chi vorrà intervenire, aggiungendo opinioni, dati, riflessioni. Per esempio, mi piacerebbe sentire l’opinione di Fabrizio Mazzotta rispetto a questi doppiaggi italiani.
    Aloha (come dice il mio amico Neurocomics)!
    😉

  • Andrea Ippoliti |

    I fotogrammi li ho fatti io, ricavandoli direttamente dalle mie copie. La loro genesi è particolarmente complessa.
    Alcuni provengono da una raccolta DVD “Harveytoons” fatta negli USA, che però è piena di imperfezioni. I cartoons sono “time-compressed” (tecnica che accelera la velocità e fà sì che uno short di 7 minuti ne venga a durare anche solo 4). Se fatta bene (lo ammetto, qui è il caso) è molto difficile notare l’ uso di tale meccanismo, comunque ad un occhio esperto non sfugge.
    Il restauro è ben fatto, solo che gli attuali detentori dei copyrights di tali shorts, ignari di aver tutto il diritto di andare bel belli dalla Paramount e chieder loro i 35mm originali dei cartoons per la loro compilation, hanno usato copie sì restaurate, ma che usavano come prints di base non 35mm bensì 16mm (che la Paramount fornì loro decenni addietro inluogo dei 35mm, ben rimasti nelle “vaults”).
    Non mi dilungo poi sulle altre pecche della collezione, ma comunque, tranne uno o due, i cartoons sono tutti integri e con ottimo restauro.
    Compro DVD solo negli States e non ho idea se il set sia disponibile qui in Italia.
    Da tempo ormai compro solo dall’ estero, perchè detesto i doppiaggi italiani volti ad infantilizzare i cartoons con vocine francamente ridicole (in più si perdono tuti i giochi di parole e poi gli artisti che fornivano le voci originali erano straordinari!).
    Altri shots (quelli dai cartoons più rari), invece, provengono dalle mie copie personali, ricavate da qualche 35mm e 16mm. Gli appassionati riconosceranno in qualche fotogramma scene da cartoons che qualche televisione locale sovente trasmette, ma in bianco e nero o con colori decisamente sbiaditi. Provenendo invece tali fotogrammi dalle copie originali, si evince appieno la sfavillante bellezza che avevano queste opere quando erano proiettate nei cinema statunitensi e del Mondo negli anni Quaranta e Cinquanta.

  • Luca Boschi |

    Certamente, l’invito è estso a tutto lo scibile animalantropomorfico!
    Ho visto le immagini del tuo blog, che mostrano quanto siano stati violenti (e di come tutti se lo siano dimenticato) quei cartoons della Paramount-Famous.
    Veramente Grattachecca e Fichetto hanno preso un po’ della violentza di Herman e Katnip, spingendola alle estreme conseguenze!
    Come ti sei procurato quei fotogrammi (che invito tutti a visionare)? Li hai ricavati direttamente dai cartoons?
    E ancora, ti chiedo se questa produzione, anche solo in USA, sia mai stata passata in dvd… Io ho trovato una squallida compilation in videocassetta, basata su Casper, dove promettono anche qualche toon di questi, nelle immagini della sigla di apertura.
    Ma poi, nisba! E il doppiaggio è da pelle d’oca!
    In Italia, questa produzione è stata trasmessa in almeno tre riprese dalle TV. Ma questo è un argomento che tratteremo nei prossimi post, compreso quello di oggi. Sbrigativo, ma intanto…

  • Andrea Ippoliti |

    Grazie!
    Di Becattini ho l’ email, se vuole entrare in contatto con me può farsela dare da lui (così evito di postarla qui e renderla pubblica).
    Se l’ invito non è ristretto al solo “serraglio Harvey”, posso intervenire anche in merito ad altri artisti statunitensi, Disney e non, come Eisenberg, Wright, Moore, Buettner, Murry, Gordon…?^^
    Posso fornire shots da scans per corredare gli articoli ad esempio……e gradirei avere la possibilità di scrivere qui qualcosa sui cartoons.
    Se ad esempio pubblicherete la “fumettografia” di Jim Davis, un bell’ articolo sui cartoons di Fox&Crow e Flippity&Flop sarebbe veramente una buona idea……
    P.S.: E visto che siamo in tema linko ad un post sul mio blog, dedicato ad alcuni “highlights” dai Famous cartoons con Baby Huey, Herman e Katnip ed altri personaggi:
    http://classiccartoons.blogspot.com/2007/08/why-we-love-famous-cartoons.html

  • Luca Boschi |

    Bene, Andrea!
    Ma non ci davamo del “tu”?
    Ho girato i tuoi apprezzamenti anche a Becattini, del quale nei prossimi giorni, nella seconda settimana di ottobre, diulgherò un ennesima ricerca su un cartoonist poco noto: Lynn Karp, anch’egli della “fabbrica” di Jim Davis.
    Domani, verso le 17 e rotti, ti dedicherò un apposito post, magari in via di completamento nei giorni seguenti.
    Se vorrai intervenire su questi animali antropomorfi Harvey, sai il benvenuto da subito! Siamo una èlite, ma possiamo crescere!
    🙂
    Conosci la parodia che ne è stata fatta un paio di anni fa da un’accolita di post-undergrounders nel comic book di “Hellboy Jr.”?
    Vuoi che ne posti un assaggio?
    Ciao,
    L.

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