L’8 SETTEMBRE SGOCCIOLA, MA LA RESISTENZA CONTINUA (e Jumbo Jr., come Beppe Grillo e Luciano Ligabue, ne è paladino)!

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Tempo fa, parlavamo di Milton Stein, questo animator-fumettista piuttosto oscuro che tuttavia ha ispirato una sorta di “seconda genera-zione” dell’under-ground americano, quello che, per in-tenderci, riveste meno implicazioni politiche ed è più incline alla trasgressione sessual-deviante (sono tutte definizioni piuttosto approssimative e non scientifiche, ma è per fissare qualche parametro). Milton Knight, anche collaboratore di Ralph Bakshi nel (discutibile) lungometraggio “Fuga dal mondo dei sogni” è sicuramente uno di questi.

Da Milton (Milt) Stein, Knight ha ripreso la pennellata corposa, i volumi non sempre perfetti che sono figli dell’animazione pre-disneyana dei fratelli Fleischer, o dello staff di Ub Iwerks, o della Columbia, ma anche dei primi film in bianco e nero della Warner Bros.
John Krikfalusi (Ren & Stimpy, Yogi Bear, il famoso video di Björk “I Miss You”) è un fan di questa produzione a fumetti, e anche dell’eccezionale e più abile e rigoroso Harvey Eisenberg, al quale dovremo pur dedicare uno spazietto in futuro.

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Nelle sue pagine, John dice questo, di Stein e compagnia, mostrando una toria di Supermouse, disegnata da Stein e scritta dal “mago dello pseudonimo” Richard E. Hughes:

“Many incredibly talented artists worked in funny animal comics… some, like Kurtzman and Frazetta, went on to fame in other genres. Yet the only artist working in this field that most people are familiar with is Carl Barks. Uncle Scrooge comics are fine, but they’re just the tip of the iceberg. In the 1940s and 50s, there was a wealth of funny animal comics all drawn in completely unique styles. I have to admit that comics aren’t my strong suit, but when I see a comic like this one, I want to know more about the people responsible for them.

“Here is Supermouse Comics number 4, drawn by Milt Stein. Little is known about Stein’s career. Tom Sito points out that he was an animator at Famous for a time (secondo Leonard Maltin, in realtà fu intercalatore o assistente animatore, dello stesso gruppo al quale apparteneva Howard Post, in seguito creatore della striscia “Dropouts”, a lungo pubblicata da “Linus”, e prima ancora disegnatore dei comic book presso la Harvey, dalle storie del diavoletto Hot Stuff a quelle dello spettro Spooky, senza contare quelle del gigante Stumbo, NdR) and he worked on “Tubby the Tuba” for Dr. Alexander Shure’s Westbury Long Island Company, the tradtional forerunner of NY Tech’s Computer Animation Program. He committed suicide in 1977.

“Milton Knight adds, that Stein animated some very expressive scenes at Terry in the early 40s (the girl mouse puppet in ‘Down With Cats’). And in the 60s, he animated the humorous characters on an independent TV pilot that Jerry Beck likes to include in his “Worst” ASIFA shows, titled ‘Cosmic Raymond’. I think Stein was one of the most neglected artists of all time; and he drew far better than Barks!

“If anyone else with expertise in this area are reading, please post what you know about Stein into the comments field and I’ll add your info to this post too.”
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A parte l’affermazione su Barks (a mio avviso due stili non sono comparabili; può essere considerato meglio Alex Raymond di Jack Kirby? O Will Eisner di Floyd Gottfredson? Sono tutti Maestri dei Comics non lontani dalla deità), tutto quello che cita e afferma Kricfalusi è interessante e condivisibile.

Si scopre che come Jack Cole, Merril De Maris e Bill Wright, anche Milt Stein è suicida. Questa attitudine dei fumettisti americani più o meno di “funnies” andrebbe in qualche modo indagata.

Di Stein posto la prima tavola dell’esordio di un personaggio che probabilmente anche i colleghi e “friends in tastes” USA non conoscono: il maialino Jumbo Jr., probabilmente anch’esso su ideazione di Richard E. Hughes, e comunque pubblicato nella sua testata “Coo Coo”, nel periodo bellico.
In questa storia, ereditata dal patrimonio cartaceo di uno zio (vivente, e al quale sono grato), che conservò il comic book recuperandolo dal blocco di riviste lasciate nel paese di Piteccio (PT) da un soldato americano, Jumbo Jr. combatte un gruppo di nazisti ridanciani.
Costoro (chiamati “Batzis”), intenzionati a governare il mondo, per il momento cloroformizzano l’idolo dei bambini americani: il coniglio “Uncle Ben”, speaker radiofonico. Così, “der children of America” impazziranno, senza il loro contafavole preferito.
Quell'”ercole in miniatura” che è Jumbo Jr. tenta di combattere ‘sti nazisti sputando loro in faccia raffiche di piselli a mitraglia di cui si riempie le guance, ma le cose sulle prime non vanno affatto lisce.

Interessante, in questo splash panel, è la firma di Stein, nient’affatto comune, per quel che ne so. In una delle altre vignette (che sono con Supermouse, com’è evidente) c’è scritto a stampatello il suo nome “Milton” per intero).

E infine una “news”: Alberto Becattini, che ci segue, ci/mi ha promesso una sorta di filmografia fattibile di Dan Gordon, con i titoli delle collaborazioni note (non sempre, anzi raramente, in un certo periodo, i lavoratori dell’animazione erano accreditati, prima dello sciopero a Hollywood del 1941, e vari erano ignorati anche in seguito).