UN CARICO DI BANANE ASTRALI

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Visto che in giro piacciono le foto d’epoca, o quantomeno piacciono a Skiribilla, in apertura del post eccone una ancora più remota di quella veneziana inserita qualche tempo fa.
Risale all’epoca in cui Jack Bradbury (il primo a sinistra) abitava a Santa Rosa (CA), con Mary Jim Karp, sposata da poco, già vedova di Bob Karp, lo scrittore delle strisce di “Donald Duck” disegnate dal non meno mitico Al Taliaferro. Gli altri due “guys”, naturalmente siamo io e un magerrimo Alberto Becattini (a destra).

E passiamo alla “sostanza” di questo intervento…

Anche questo mese è in edicola un corposo volume della collana “Grandi Classici Disney”, il duecentocinquantesimo, che (onestamente) mi sembra degno di nota.

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© Disney

Consigliandolo soprattutto ai più giovani, che non conoscono le storie proposte, elenco i “pezzi” in sommario:

Paperino e la macchina ripetitrice
Testo di Guido Martina – Disegni di Luciano Bottaro
Topolino n. 184 del 10 aprile 1958

Super Pippo l’antitornado
Testi di Bob Ogle – Disegni di Paul Murry
Topolino n. 595 del 23 aprile 1967

Zio Paperone e l’allergia anti-bugia
Testo di Alessandro Bencivenni – Matite di Maximino Tortajada Aguilar – Chine di Francisco Figueras, Margarita Querol Manzano e Maria José Sànchez Nuñez
Topolino n. 1516 del 16 dicembre 1984

Zio Paperone e il tesoro degli Sciti
Testo di Alessandro Bencivenni – Matite di Miquel Pujol e Joan Espinach – Chine di Maite Lòpez Espì-Parramòn
Topolino n. 1618 del 30 novembre 1986

Dinamite Bla turista primitivo
Testo di Dick Kinney- Matite di Tony Strobl – Chine di Ellis Eringer
Topolino n. 980 dell’8 settembre 1974

Paperoga inimitabile reporter
Testo di Dick Kinney – Matite di Tony Strobl – Chine di Ellis Eringer
Topolino n. 936 del 4 novembre 1973

*Astralpippo n. 9999!
Testo di Attilio Mazzanti – Disegni di Giovan Battista Carpi
Topolino nn. 234 e 235 del 10 e 25 maggio 1960

*Topolino e le banane astrali
Testo di Don Christensen – Disegni di Jack Bradbury
Albi della Rosa n. 279 del 13 marzo 1960

Le Giovani Marmotte e il ritorno del Giocattolaio
Testo di Jerry Siegel – Disegni di Guido Scala
Topolino n. 992 del 1° dicembre 1974

Paperino salvatore salvato
Testo di Carlo Chendi – Disegni di Giovan Battista Carpi
Topolino n. 538 del 20 marzo 1966

Zio Paperone il recupero del Paperic
Testo di Giorgio Pezzin – Matite di Romano Scarpa – Chine di Sandro Del Conte
Topolino nn. 1616 e 1617 del 16 e 23 novembre 1986

Qualche osservazione sulle ragioni della loro selezione, e del perché valga la pena spendere un po’ di tempo nella loro lettura.
“Paperino e la macchina ripetitrice” è una storia “normalmente” aggressiva di Guido Martina, meravigliosamente interpretata graficamente da un Luciano Bottaro in fase di rapida evoluzione. Nelle mani di un Giuseppe Perego o di un Giulio Chierchini l’interpretazione grafica della sceneggiatura martiniana sarebbe risultata ancora più “da veri duri”, mentre Bottaro, mettendoci del suo, ingentilisce le tavole e le rende accattivanti, con forti iniezioni di pose barksiane.
“Super Pippo l’antitornado” è una storia tipica del rinomato binomio Bob Ogle – Paul Murry, che ha dato vita e linfa al personaggio. Segna anche la nascita del secondo supereroe “stabile” della famiglia De’ Pippis: Super Gilberto.

Con le due storie “Zio Paperone e l’allergia anti-bugia” e “Zio Paperone e il tesoro degli Sciti”, mai apparse una di seguito all’altra, nasce e si completa la breve epopea dell’alienino Etcì, creato dallo sceneggiatore cinematografico Alessandro Bencivenni, noto soprattutto per aver collaborato nel cinema con comici italiani del calibro di Renato Pozzetto e Paolo Villaggio.

Pietra miliare nella produzione di storie made in Italy è “Astralpippo n. 9999!”, col quale debutta sulla scena disneyana lo sceneggiatore ligure Attilio Mazzanti, coinvolto nell’avventura disneyana da Giovan Battista Carpi, che disegna mirabilmente la storia. Mazzanti, del quale si perderanno le tracce un paio di decenni dopo (trasferitosi in Sud America con una compagna) è noto per alcuni fumetti realizzati presso altri editori preferibilmente con lo pseudonimo esotico di Alex Murray, e quasi sempre su temi legati alla science fiction. Per esempio, riprende il supereroe italico Radar, ideato da Tristano Torelli, imposta (sempre con Carpi) il personaggio di Joe Anello e così via.

Nella storia diell’Astralpippo, l’“unico abitante di Saturno”, Bis-Dispetto Saturnino, si può forse considerare un avo del leprotto Pacuvio creato da Fabio Michelini e Luciano Gatto.
Simpatiche, o significative, anche le storie brevi (questa volta, Tony Strobl sostituisce Al Hubbard nella parentesi delle due storielle comiche scritte da Dick Kinney) e “micidiale” è quella sul ritorno del Giocattolaio, scritta dallo stesso creatore di Superman: Jerry Siegel.
Infine, soffermiamoci su “Topolino e le banane astrali”, scritta dall’americano Don Christensen e disegnata da un Jack Bradbury (animatore disneyano sin dai tempi di “Pinocchio”) in gran forma. La storia, col titolo originale “The Baffling Banana Bandits”, era stata pubblicata una prima volta in Italia in grandi dimensioni in “Albi d’Oro” n. 35 del 1955, per essere poi ridotta in formato in Albi della Rosa n. 279 del 13 marzo 1960. In questo post ne riproduco la copertina.

Bradbury, caro amico e assiduo corrispondente mio e di Alberto Becattini per oltre venti anni, sino alla sua scomparsa nella primavera del 2004.
Prima di un suo viaggio in Italia (lontano dai riflettori), nel 1984, con Bradbury avevamo scambiato delle opinioni proprio sulle sue antiche storie di Topolino, meravigliosamente disegnate come questa che si può rileggere in Italia in questo mese, dopo quarantasette anni di assenza dalle edicole. Negli Stati Uniti, invece, questa e altre storie erano in via di ristampa proprio quando ne commentavamo lo spessore grafico, le caratteristiche di lavoro e altro insieme a Jack, che all’epoca aveva smesso di seguire i fumetti Disney.

Nonostante l’apprezzamento per le lodi sull’interpretazione grafica del Topo bradburiano negli anni Cinquanta, il vecchio Jack non nascondeva la sensazione che quel modello di Topolino avesse fatto il suo tempo. Il ritorno nel merchandise del Mickey Mouse degli anni trenta, con calzoncini corti e torso nudo, stava soppiantando il modello successivo, con camicia, calzoni lunghi e aria adulta. Si tentava di recuperarlo per il cinema (vedi il film natalizio del 1983 “Mickey’s Christmas Carol”) e per la TV, di renderlo più giovanile e agile.

Ecco perché, in occasione della ristampa in U.S.A. di “The Baffling Banana Bandits”, almeno il Topo della copertina viene riveduto e corretto. L’impostazione generale di Bradbury resta, ma il volto del Topo è decisamente mutato.

Per la vostra gioia, metto a confronto le due versioni: quella del pocket italiano del 1960 (ma realizzata da Jack nel 1955), dal quale deriva la storia di “Grandi Classici Disney”, e quella statunitense con la ristampa della storia, avvenuta per l’etichetta Whitman nel 1982 su “Mickey Mouse” n. 211.

Quale delle due, secondo voi, cari visitors, è la più azzeccata?

  • Roberto Moroni |

    Ecco, invece io pensavo proprio all’altra domanda, quella che Andrea segnalava come “soggetto provocatorio”. E non è che mi sia mai sorpreso della storia perché poco bigotta, “liberata” o che altro, ma perché è un unicum stranissimo, che resta (credo) a tutt’oggi l’unico esempio di “true romance” all’interno di una storia Disney. Dove per “true” s’intende qualcosa al di fuori dalle routine relazionali (Donald-Daisy, Mickey-Minnie, Paperone-Brigitta, Gamba-Trudy, ecc.), di non assoggettato al plot (Paperone-Oketta Okay), ma anzi dal plot abbastanza indipendente o comunque non pretestuoso. Ci si figuri che Paperino e Reginella stavano persino mettendo in piedi un matrimonio, quando con la legittima fidanzata non solo non se n’è mai parlato, ma, al contrario, il rapporto è sempre quello di due stanchi coniugi pronti a rinfacciarsi qualcosa, al massimo rivitalizzati da una sortita di Gastone (e comunque a quel punto diventa guerra di territorio, altro che sentimento!).
    Si è mai vista, chiedo insomma, una rappresentazione para-realistica di una storia d’amore come quella, in un Disney? Io credo di no. E le successive storie di Reginella, se non sbaglio, lo confermano: Paperino non arriva mai più a prenderla in considerazione se non come una vecchia amica: di pericoli di rottura della sua piccoloborghese esistenza da allora non ce n’è proprio più.

  • luca Boschi |

    Mi sa che devi attendere un po’… Poi scoprirai tutto. Lavori in corso!
    L.

  • Floyd75 |

    Accidenti se hai risposto (e molto esaurientemente, aggiungo) alla mia domanda!
    Tuttavia proprio sul finale hai sfiorato un argomento che mi ha suscitato nuova curiosità: di che cosa tratterà il volume in uscita prima di Natale? e in che modo darà atto alla storia mancante, con la sua pubblicazione o promessa di pubblicazione?
    (certo che un volume con tutte le storie di reginella disegnate da Cavazzano più le due spagnole sarebbero un bel colpo)
    Beh direi che, con questo, sul post del “CARICO DI BANANE ASTRALI” passo e chiudo! 🙂
    Grazie,
    Andrea

  • Luca Boschi |

    No, non c’era alcuna ragione specifica.
    Solo, che… parlando con Rodolfo Cimino, in un incontro a casa sua pochi mesi fa, abbiamo capito qualcosa di più e abbiamo addirittura rintracciato la sceneggiatura completa di un’ulteriore storia d Reginella, che precede quella apparsa sul “Mega”, che fu affidata a uno staff di autori spagnoli.
    Certo, la saga completa avrebbe dovuto essere disegnata da Giorgio Cavazzano.
    Ma, sono più o meno le parole di Rodolfo, “Era un periodo difficile”, c’era in atto un possibile cambio di direzione, o forse (direi io) di spostamento di titolarità sulla gestione delle storie.
    Se ho ben capito, queste due storie di Reginella, che avrebbero concluso la sua saga, sono state consegnate, approvate e pagate a Cimino ancora in epoca Mondadori, quindi entro il 1988.
    Poi, con il trasferimento di sede della redazione, e con il cambiamento dello staff, con il trasloco di tutto quanto da Segrate a Via Dante (a Milano), banalmente un po’ di cose sono rimaste chiuse in scatoloni e non sono state più accessibili per un po’ di tempo.
    Quando è ricomparsa questa sceneggiatura della storia che poi sarebbe uscita sul Mega, essa è stata affidata da qualcuno in redazione agli spagnoli, il risultato non era all’altezza dell’arte di Cavazzano, e dal settimanale, appunto, la storia è stata dirottata sul meno impegnativo mensile.
    Ma lo “iato” fra l’ultima storia disegnata da Cavazzano e questa, non è stato colmato; del resto, che senso avrebbe avuto, allora, fare marcia indietro con degli eventi, quando già se ne era raccontato il prosieguo?
    Insomma, esiste un pezzo della saga ancora “mancante”, del quale daremo atto in un volume in uscita prima di Natale.
    Trattandosi di “cose interne”, non aggiungo altro. Ma mi pare di aver risposto alla tua domanda, o Andrea!

  • Floyd75 |

    Chiaramente non so quali sono gli interrogativi dietro a quel “come andò?” (io l’avevo inteso: “come è stato possibile che sia passato un soggetto così provocatorio?”… anche se a me non stupisce, perché credo che l’Italia e la Disney degli anni ’70 fossero meno bigotte e ossessionate dal “politically correct” di quelle odierne ), ma faccio mio uno dei tuoi interrogativi successivi: c’è un motivo particolare per cui l’ultima storia non è stata disegnata da Cavazzano?
    Poco tempo fa mi sono procurato il mega in cui era uscita uscita questa storia (il numero 456, del 1994), ma i disegni erano così sotto tono rispetto allo standard a cui ci aveva abituato Cavazzano, che non sono stato nemmeno in grado di stabilire se il soggetto era o no all’altezza dei precedenti!
    Andrea

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