In un luglio che affastella il blog di felini di carta, non poteva mancare la presenza di questi due: Luk e Spuk, due amici dalla vita assai breve (debuttanti proprio con la storia della quale riproduco lo splash panel qui a fianco: “Oro e fantasmi”), ma che a loro modo sono significativi. Infatti, si tratta dei primi personaggi realizzati, nel lontano 1956, dal Maestro veneziano che… di cognome si chiama Gatto egli stesso!
Luciano Gatto, che tra i fumettisti italiani di taglio comico più produttivi ricopre un posto di grande rilievo, non ha bisogno di pubblicità in questo blog, poiché da anni è strapresente nella rete con un sito a lui stesso dedicato (www.luciano.gatto.name), che cura amorevolmente di persona facendo anche le ore piccole per seguirlo al meglio e mantenerlo vivo.
Tuttavia, accenno anche qui di seguito qualche nota saliente su di lui, fornendo in anteprima la notizia (praticamente certa) che l’autore sarà presente nei giorni 15 e 16 settembre prossimi nell’ambito di Pistoia Comics, con una sua mostra personale di tavole originali, in gran parte mai viste, e mai esposte in pubblico.
Premiato con la statuetta del Papersera 2007 alla scorsa edizione della Mostra Mercato di Reggio Emilia, Gatto terrà anche uno dei suoi rari incontri col pubblico, e coi suoi numerosi fans, all’interno della nuova Biblioteca San Giorgio: una sorta di “Centro Pompidou” della Toscana, ancora un po’ in fase di sistemazione, ma bellissimo e fruibilissimo sin dal momento della sua inaugurazione, avvenuta con un una conferenza di Dario Fo lo scorso 25 aprile.
Nato a Venezia il 21 maggio 1934, appassionato di fumetti e di disegno, Luciano aiuta nel lavoro i genitori presso l’osteria di famiglia e intanto si esercita a fare degli schizzi, nelle ore morte. Ventenne, viene a sapere da un cliente dell’osteria che un altro giovane fan di fumetti veneziano, Luciano Capitanio, ha cominciato da poco a lavorare come professionista per un Editore di Milano.
L’editore è il calligrafo (e futuro titolare di un piccolo impero cartaceo) Renato Bianconi, delle Edizioni “Il ponte”, per il quale Capitanio porta avanti, fra gli altri, anche i personaggi di Tigrino e Pecchio, animali antropomorfi di taglio disneyano da lui stesso inventati (presto, si vedranno alcune loro immagini in questo blog, a richiesta).
Affascinato dalla possibilità che un’attività di grande divertimento possa mutarsi in un mestiere, Gatto si mette a disegnare con ancora maggiore impegno, occupandosi per il momento di cartoons presso lo Studio Alfa. Nel 1956, comincia ad acquistare dimestichezza col fumetto vero e proprio ripassando le tavole di Romano Scarpa, in particolare aiutandolo nel capolavoro “Paperino e la leggenda dello ‘Scozzese Volante’”, che uscirà su “Topolino” nn. 174 e 175 dell’anno seguente, preceduta per ragioni editoriali da due altre storie che si avvalgono totalmente delle chine di Gatto.La prima fra queste è “Topolino e la nave del microcosmo”, che uscirà su “Topolino” n. 167: un’avventura assai significativa, anche perché in questa occasione, munito di uno strano razzo che può rimpicciolirsi a piacimento, Eta Beta debutta nelle sceneggiature di Scarpa.