Iniziato casualmente e senza un piano preciso, questo discorsetto su Sempronio ci sta prendendo la mano, portandoci in direzioni inattese.
Mentre frugavo nella collezione di cimeli, oggi ho constatato per la prima volta un particolare piuttosto sibillino, che potrebbe colpire soprattutto i lettori più giovani (e ansiosi di conoscenza) di questo blog.
Ricercando una preziosa copertina realizzata a tempera dal grande illustratore e fumettista Ferdinando Corbella, la cui storia personale di profonda dedizione al fumetto non è stata ricompensata dal suo principale editore, che non ha ben valutato gli enormi meriti artistici dell’autore, mi sono imbattuto in uno strano caso di “gag ridisegnata”, a distanza di appena due anni.
Eccone le immagini a confronto.
Il gatto Sempronio, e il topo Felicino cambiavano forma somatica con l’andare delle loro uscite, passando attraverso le mani di più disegnatori, e anche obbedendo alla rapida evoluzione stilistica di Gino Gavioli, sempre più legato allo stile di animazione dei “Caroselli”. Forse per questa ansia di aggiornamento grafico, la direzione editoriale della Universo doveva essere spinta a considerare attuali le loro ultime versioni, rinnegando le precedenti.
Così, la gag di copertina presente sul n. 38 de “Il Monello”, del 18 settembre 1958, firmata da Gavioli, veniva riproposta e completamente reinterpretata da Corbella per la cinquantottesima “Raccolta Il Monello” del 20 dicembre 1960.
Come si vede, i due personaggi sono del tutto irriconoscibili, e non corrispondono nemmeno alle loro contemporanee versioni delle storie a fumetti. In particolare, assomigliano molto al gatto del Cheshire di “Alice nel Paese delle Meraviglie” e al topo presente al “tea party” del Cappellaio Matto, illustrati in quello stesso periodo, sempre a tempera, da Corbella per una sua rivisitazione della delirante fiaba di Lewis Carroll.
A qualcuno interessano? Posso postare anche un esempio di quella rara opera di Corbella (altro autore, manco a dirlo, da riscoprire).