Esisteva, anni fa, un lupo che si chiamava Eriprandomaria Schivazappa, detto Nolberto (“Lupo Nolberto”, insomma). Un lupo che se la vivacchiò non poi troppo male passando da un editore all’altro. Nato oltre vent’anni fa per il mensile della Glénat Italia “Lupo Alberto”, poi ebbe una trasfusione nell’albo altrettanto orizzontale “all’italiana” “Starcomìx”, della Star Comics. Infine, strusciò variamente nelle pagine delle rubriche e altrove nel quindicinale “Totem Comic”, insieme ad altri personaggi del sottoscritto.
Per dare un vago assaggio di tal lupo in questo blog, ho sminuzzato in tre parti una tarda avventura (si fa per dire) di una sola tavola, comparsa appunto in un “Totem” di parecchio tempo fa, che acquistai in edicola a Roma, in coincidenza con una edizione, alla Fiera, di Expocartoon. Ne valutai la resa a stampa insieme a Giovan Battista Carpi, col quale lavoravo costantemente in quel periodo per varie avventure disneyane, e che alla mostra romana era sempre presente, con anche altri amici che non sono più con noi, fra i quali Jacovitti e John Buscema, del quale si parlava in un post di ieri.
Carpi trovò la colorazione di Lupo Eriprandomaria “molto moderna”, ma forse solo perché era piuttosto diversa da quella che andava per la maggiore in quel periodo, quando anche gli studenti dell’Accademia Disney da lui diretta (e che forse ancora non si chiamava così) si industriavano a sperimentare le cromìe nuove ma algide del computer.