FILM ANIMATI SULL’OLOCAUSTO (più o meno nucleare)

When_the_wind Ad aprire il Comics Contest a Firenze, presso la sede dell’Istituto Statale d’Arte del capoluogo toscano (dove hanno luogo la premiazione del concorso nazionale “Matite per la Pace” e la mostra degli studenti della Scuola Internazionale di Comics), domani mattina (martedì 9 ottobre) parte la rassegna dal titolo apparentemente semplicistico (ma efficace) “Cartoni per la Pace”.

Mette conto presentarsi un po’ prima delle ore 09:30, quando inizierà la minirassegna di film d’animazione legati al tema del concorso “Matite per la Pace”, a cura di Marco Rastrelli, espertissimo di cinema d’animazione (e anche di fumetti, perché no?), collezionista e neocollaboratore di “Fumo di China”.

Tra le opere del menù, che si avvale anche della presenza del giornalista Roberto Davide Papini e di una interessante realizzazione animata concepita da un gruppo di bambini, ci sono “Il diario di Anna Frank” (Akinori Nagaoka, Giappone 1995) e “Quando soffia il vento” (Jimmy Murakami, Inghilterra 1986). La minirassegna si riallaccia al concorso “Matite per la pace”, suggerendo spunti e idee per affrontare l’oggetto dei workshop di Fumetto e Animazione che si terranno nei giorni immediatamente successivi.

Per approfondire i contenuti della rassegna, ho rivolto qualche domandina direttamente a Marco Rastrelli: una sorta di preview di quanto faremo domani insieme, meglio se con la collaborazione del pubblico (che sarà istigato a intervenire).

LUCA BOSCHI: Caro Marco, come ti è venuta l’idea di proporre una rassegna di film animati dedicata ai temi della pace?

MARCO RASTRELLI: Banalmente, potrei dire “Basta guardarsi attorno”, ma penso più che altro che l’argomento, vuoi anche per facilità di presa sul pubblico e per la maggiore reperibilità del materiale, sia stato sviscerato dal cinema dal vivo e molto poco dal cinema d’animazione.

Blog_anna_frank Infatti, la prima sorpresa che ho avuto andando a selezionare il materiale è stato trovarmi davanti ad una percentuale di film d’animazione giapponesi molto alta, rispetto ai film d’animazione occidentali. Ma considerando come è strutturata l’animazione in Giappone e i temi che affronta normalmente, la cosa ha un senso preciso. Cosa sarebbe successo se “E Jonny prese il fucile” fosse stato realizzato in Giappone? Sarebbe diventato un cartone animato?
Io penso sicuramente di sì.

LUCA BOSCHI: Come mai la scelta è caduta sui due lungometraggi in programma,
diversi fra loro per alcuni aspetti, ma simili per altri?

MARCO RASTRELLI: Una delle prime scelte che mi sono trovato a fare è stata: “Ha senso includere prodotti di “genere” che al loro interno integrino un messaggio pacifista?”. La risposta che mi sono dato è “no”.
La necessità, per puri motivi di tempo, di presentare spezzoni di varie opere avrebbe in questo caso confuso gli spettatori. Si sarebbero trovati davanti a tanti titoli, di generi diversi con stili diversi. Mantenere un discorso organico sarebbe stato molto difficile. Per quanto riguarda la scelta specifica dei due lungometraggi, ho fatto una piccola considerazione. Uno dei modi più efficaci che è sempre stato usato in letteratura e nel cinema per parlare di guerra senza mostrarla. Così, per non correre il rischio di creare un prodotto semplicistico di genere bellico, è molto meglio mostrare come la guerra influenzi il vivere quotidiano delle persone. A mio avviso, è molto più efficace sottolineare questo cambiamento all’interno di un climax narrativo, mostrare cosa si è perso della propria quotidianità con lo scoppio del conflitto.

LUCA BOSCHI: Qual è l’importanza di questi film, in fondo non troppo noti, benché almeno uno dei due sia un vero e proprio cult?

MARCO RASTRELLI: Innanzitutto sono importanti perché scarsamente reperibili in Italia. “Le Journal d’Anne Frank” è addirittura inedito nel nostro Paese, e l’unica versione comprensibile è quella in francese, che è stata rimontata e riscritta nei suoi dialoghi (la versione giapponese dura ben 15 minuti in più).
Stessa cosa per “Quando soffia il vento”. Nonostante l’esistenza di una versione vhs italiana e di una versione in dvd inglese, questo capolavoro non ha in dvd una distribuzione ufficiale qui in Italia.

LUCA BOSCHI: Quando si parla di film sulla pace, magari di origine nipponica, il pensiero vola immediatamente a “Una tomba per le lucciole”, che a suo tempo, in Italia, vinse anche un prestigioso premio a Cartoombria, a Perugia, alla presenza di Isao Takahata. Invece, non lo hai considerato nel programma. Anna_frank

MARCO RASTRELLI: Molti non saranno d’accordo con ciò che sto per dire, ma penso che “Hotaru no Haka” (“Una tomba per le lucciole”) sia un titolo molto “inflazionato”. Ovviamente, mi riferisco al fatto che il bellissimo film di Isao Takahata viene molte volte citato fuori contesto e erroneamente attribuito ad Hayao Miyazaki. L’importanza dei film è palese. In molti si sono cimentati a trarre film dal “Diario di Anne Frank”, ma prima del 1995 mai nessuno aveva avuto il coraggio di trasporlo in versione animata.

“Quando soffia il vento” è uno dei più crudeli film d’animazione che sia mai stato realizzato. Mostrare il lento declino di una tranquilla coppia inglese sopravvissuta ad un olocausto nucleare, che tenta di vivere nonostante le cose che sono successe, è uno dei più efficaci messaggi contro l’insensatezza di qualsiasi conflitto.

Grazie, Marco! Ricordo in proposito che chi vuole saperne di più, o iscriversi in corner, o partecipare agli eventi pubblici (che sono completamente gratuiti), può rivolgersi alla Scuola Internazionale di Comics, recandosi di persona in via del Corso, 1 – 50122 Firenze, o telefonando ali numeri 055 218950 e 055 2399592. Il Fax è 055 2676344; l’e-mail è firenzecomics@scuolacomics.it

  • marco salvadori |

    vorrei sapere se è possibile avere copia del cartone animato diario di Anna Frank per proporlo per il giorno della memoria alla scuola elementare del mio paese a La Rotta Pontedera Pisa

  • Dimitris |

    Ciao sig. Boschi,
    is it possible to get from you a copy of ‘Zio Paperone no.210’ with previously unpublished story by Mr. Scarpa and yourself??? molto grazie!

  • luca Boschi |

    Quanto segue lo spedisco io, perché Walter, a quanto pare, ha dovuto farlo “a mano”, e rischia di non essere letto. Complicato spiegare cosa sia accaduto.
    Poi troveremo un sistema per evitare inconvenienti di trasmissione nei commenti vari…
    Ecco cosa scrive:
    Anzitutto…
    Ringrazio tantissimo per le gentili parole, io ancora il fondo lo vedo sotto di me, non di molto però, ci sono quasi, spero di non doverlo tocare prima di poter risalire, anche se forse avvolte è necessario… ma nel caso mio vorrei fargli “ciaociao” con la manina da qui…
    Comunque, capisco abbastanza bene come ci si sente… Non è facile trovare qualcuno per cui lavorare, non è facile inventare una storia o un “qualcosa” completamente da zero… e anche se uno ce la fa senza cadere nel già visto e già sentito… non è facile far accettare tale idea ad un possibile editore.
    Voi probabilmente mi direte… benvenuto nel mondo.
    Ma… Devo ammettere che non mi ci abbituerò mai.
    Uhmmm.. osservando bene la struttura dei commenti, mi sono accorto che non mette in automatico la mail.
    Per cui mi toccherà metterla a mano.
    E-mail principale: Lunastorta_s@libero.it
    E-mail di riserva: walter.brocca@email.it
    Sono rivolte a Luca Boschi, a Mirella e a TUTTI coloro che hanno intenzione di scambiare qualche idea o che hanno o chiedono Informazioni… o che anche semplicemente vogliono chiaccherare un pò.
    Un saluto a tutti.

  • Paolo |

    Grandissimo “When the Wind Blows”, e grandissima la colonna sonora, in particolare la parte di Roger Waters!
    – Paolo

  • luca Boschi |

    Ho letto, ho letto, Claudia!
    Grazie dei commenti, poi t rispondo, magari se qualcosa si può “recuperare” anche per gli interventi de ‘sto blog, dato che non è troppo privato, lo inseriamo. Se credi: Io non sapevo bene se ti avevo risposto pubblicamente o all’indirizzo privato che pure mi era comparso, grazie al servizio offerto a noi “blogganti” dal Sole 24Ore. Dunque, lavori nell’ambito di vini??? Questo farebbe ringalluzzire qualcuno, compresi i nostri collaboratori di domani… Per un pelo, ci siamo incrociati con Guccini, a Roma, senza poter conferire: la cosa avrebbe interessato anche a lui!
    Ci aggiorniamo la prossima primavera, ti aspetto a Napule!
    A parte questo, dato che su questo blog si alternano temi sociali, legati all’informazione e anche allo spettacolo, mi sembra il caso di dare spazio a questo intervento di Sabina Guzzanti sulla Rai, il TG Uno e Gianni Riotta, che a suo tempo scriveva anche di fumetti, e che credo di aver citato nel mio libro, o in un altro, non so più bene. 🙂
    l testo sottoforma di video di quanto segue, si può trovare nel sito di Beppe Grillo, sul link seguente per ascoltare il post:
    http://www.beppegrillo.it/2007/10/sabina_guzzanti.html
    “Uso questo spazio per avere la possibilità di replicare agli attacchi e insulti ricevuti dopo il V-Day e dopo il mio intervento ad Annozero sulla questione del TG1, in particolare, e la polemica con Riotta nata da una battuta nel mio film in cui facevo dell’ironia sul fatto che Riotta, prima di diventare direttore del TG1, ha scritto sul Corriere una serie di articoli sempre più di destra per dimostrare di essere affidabile e di poter fare il direttore del TG1.
    Riotta si è arrabbiato per questa battuta e ha replicato con un articolo su L’Espresso in cui ha fatto una disquisizione su cosa sia il vero giornalismo, elencando tutti i professori che ha avuto all’università in America, tra cui il povero Sartori che non so quanto sia contento del suo allievo, l’importanza dei fatti e dell’obiettività.
    Da Santoro, allora, ho di nuovo replicato dicendo che una persona che dirige il TG1 che vediamo tutte le sere non si può permettere di dare lezioni di giornalismo a nessuno perché quello non è giornalismo. Il TG1 non è al servizio dei cittadini ma dei politici che hanno scelto lui e i giornalisti che parlano. Portando degli argomenti ho detto che, ad esempio, il giorno del V-Day ha dato alla notizia uno spazio ridicolo, 29 secondi.
    “Ieri sera manifestazione organizzata da Beppe Grillo, il cosiddetto V-Day, a sostegno della legge di iniziativa popolare per un Parlamento pulito. Per gli organizzatori avrebbero firmato in 300.000. Manifestazione che si è svolta in molte città italiane. Immediate le reazioni politiche: per il ministro
    Bersani bisogna riflettere la testimonianza di un disagio; “è una manifestazione di cui dovremmo vergognarci – dice Pierferdinando Casini – visto che è stato insultato Marco Biagi che invece andrebbe santificato”
    Non ha mandato una troupe, visto che nei giorni successivi, quando ha voluto attaccare Grillo con tutte le sue forze, ha dovuto usare delle immagini di EcoTV. Il TG1 di quella sera conteneva i soliti spottini dei politici: Prodi che parlava da un convegno a Bari, Berlusconi da non si sa dove, un lungo servizio su dei subacquei che stavano battendo un guinnes dei primati con inviati e tutto quanto Abbastanza ridicolo, un servizio che, tra l’altro, è stato mandato in onda a puntate le sere successive: evidentemente qualche sponsor di questi subacquei aveva ottenuto questo spazio al TG1. Dopo il mio intervento al TG1 hanno letto un comunicato in cui si respingevano i rozzi insulti della soubrette.
    “La Guzzanti sbaglia: in Rai ci sono giornalisti veri”, stigmatizza Carlo Verna, leader del sindacato USIGRAI. I colleghi del comitato di redazione del TG1 respingono gl insulti rozzi della soubrette ai giornalisti impegnati ad informare in modo onesto.”
    Comunicato a cui ho a mia volta replicato, ma non è stato pubblicato da nessuna parte, dicendo che visto che tanti giornalisti bravi in Rai ci sono dovrebbero farli lavorare. Questo sarebbe il lavoro del sindacato, che però non lo fa: siccome è un sindacato di sinistra difende un direttore messo lì dal centrosinistra, non facendo il suo dovere. Questa è la prova che quando si fanno delle critiche circostanziate l’unico effetto che si ottiene è quello di ricevere delle bastonate a cui non è concesso replicare.
    Sul Corriere della Sera, di cui Riotta è stato vicedirettore, è apparso un articolo contro il mio film di bassissima lega in cui si parlava solo degli incassi rallegrandosi del fatto che il film non avesse avuto un grande successo al botteghino, cosa anche discutibile; comunque non c’è niente di cui rallegrarsi se un bel film, definito sul Corriere da Tullio Kezich un capolavoro, viene visto da poche persone.
    L’articolo era firmato da un giornalista che di solito scrive trafiletti, evidentemente nessun giornalista serio l’ha voluto scrivere.
    Tra l’altro questo film, Le ragioni dell’Aragosta, parla proprio di quel che succede oggi: l’esperienza delle persone che cercano di fare qualcosa nel vuoto della politica. Ha come pretesto il fatto che degli attori si mettono ad aiutare i pescatori sardi, una cosa inventata, ma plausibile perché la gente si rivolge a noi per le ragioni più disparate, e facendo finta li abbiamo aiutati sul serio ma plausibile perché la gente si rivolge a noi per le ragioni più disparate, e facendo finta li abbiamo aiutati sul serio: normalmente nella finanziaria sarda alla pesca è destinato un budget di circa 5-6 milioni di euro mentre quest’anno ne sono stati stanziati 41!
    Quindi anche solo facendo finta di fare qualcosa si è prodotto un risultato concreto. Su questo ci si dovrebbe ragionare.
    Se si fanno delle critiche circostanziate, se si fanno delle attività democratiche come organizzare manifestazioni e raccogliere firme dall’altra parte la risposta è sempre e soltanto repressiva.”
    Ps: Firmate l’appello per la Giustizia e la Legalità in Calabria.
    Diffondi la petizione per De Magistris, copia il codice e inserisci il banner nel tuo blog!

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