GLI SKYPE, FACEBOOK, LADY GAGA E YOU TUBE DI SESSANT’ANNI FA

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Come averebbero fatto, mezzo secolo fa e oltre, a pubblicizzare dovizie della rete come Skype, Facebook e You Tube?
Ce ne offrono una possibile versione Moma e i grafici dell’agenzia brasiliana Maximidia di con questa loro proposta.

Facebook-maximidia-ok-1

Youtube

In effeti, qualsiasi film può finire su You Tube e rimanervi in eterno (fino a quando non lo censurano, quantomeno).
Financo questo, registrato un paio di giorni fa al Festival di Lollapalooza (2010), con quella svaporata di Lady Gaga che per due volte di filato si tuffa sul pubblico (come molti giornalazzi hanno riportato).

Lollapalooza

Di lei e dell'”evento” scrive Andy Keil su BeatCrave:
Never before has it been so hard to describe a live performance.

Thinking back on it now, it all seems like a really fucked up blur brought on by some terrible drugs. To give some idea of what occurred during Gaga’s two hour set that closed out the day you would need the following things: a fireworks display, lots of sparkling things, an inflatable monster that had the phrase “don’t rape me” yelled at it, fake blood, insane dancing, a dance break that involved Metallica’s “Metal Militia”, wardrobes that both bordered on nudity and also shot sparks, numerous set and design changes that featured the eeriest of videos and insane spoken word. Oh yeah! There was some music played too.

Lady Gaga's Ass

At times it felt as if Gaga was putting on an elaborate play that held some sort of clandestine meaning, but for the most part it just helped define the term “batshit crazy.”

Through all of this it lent credence to her determination to not hold anything back, and go all out when she has a large crowd watching. By the time Gaga’s set came to a close it seemed as if the only way to sum it up in writing would be to type 300 question marks and leave it at that. It’s a spectacle that has never been attempted, and has never been pulled off in such an epic way.

Lolcats

Magic

I’m sure many spectators never thought they’d be surrounded by thousands of others as Lady Gaga sang “Paparazzi” as she fought a large inflatable “fame monster” that could only be killed if the audience snapped enough photos of it. Yeah…it would have made sense if you were there.

  • Giordana |

    Rischia di essere OT un’informativa sui fumetti.
    In questo caso vi suggerisco se non l’avete già letto, questo commento di Alec (non esattamente un indice perché forse non ce n’è bisogno) della nuova uscita del Corriere della Sera:
    http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1281208524
    In particolare quoto: “Chi ha scelto di saltare questa serie di volumi per riprendere quando tornerà il Topo avventuroso farebbe meglio a ricredersi: sono una goduria!”

  • Vitaliano |

    Lady Gaga è una gran scema. Bastava che qualcuno avesse un temperino e le avrebbe aperto il pancino.
    Parliamo di cose più serie, sulla base di quello che ha scritto oggi afNews.
    http://www.afnews.info/wordpress/2010/08/il-treno-e-bologna/
    Oltre alle giuste e sacrosante osservazioni all’indirizzo di quel loschissimo figuro, fascistone (e lui non si vergogna di dichiararsi tale) che è il ministro della Guerra, quell’agnellino, poverino, che ha paura di essere fischiato, il poooooooooveeeeeeero bambino spaurito, si parla di italiani ben più importanti, seri e degni di rispetto.
    E sullo stesso tema; Bologna 1980/2010: per non dimenticare quello che il governo italiano (per ragioni sulle quali è molto meglio sorvolare per non scoprire inquietanti verità) ha dimenticato ad arte quest’anno, attirandosi una volta di più il ludibrio del mondo onesto.
    È la mattina del 2 agosto 1980.
    http://rizzoli-lizard.blogspot.com/p/il-treno.html
    Marco viaggia in treno verso Bologna, quando il convoglio si ferma bruscamente. Pochi minuti dopo a bordo comincia a diffondersi la notizia di un attentato: “Gierre Uno. Edizione straordinaria… una violenta esplosione ha fatto crollare parte della stazione di Bologna. Ci sono morti e feriti…”. Angosciato, Marco abbandona il treno e corre lungo i binari, verso il luogo della tragedia.
    Febbraio 1968, dodici anni prima: Marco e Andrea sono poco più che ventenni e frequentano la stessa facoltà, attualmente occupata dagli studenti del movimento di contestazione. Tra questi anche Sandra, di cui entrambi i ragazzi – diversi per indole ed estrazione eppure molto amici – sono innamorati. La tensione politica è forte, si tocca con mano: ma il peggio deve ancora arrivare.
    Il treno viaggia deciso e inarrestabile, lungo le spirali del tempo, sui binari costretti e contorti che la Storia stessa ha descritto. A bordo, tre giovani vite – unite da un passato che non si può dimenticare – lottano per il proprio presente e per il futuro di molti, dirette verso un’unica, terribile destinazione: un boato che da trent’anni non smette di riecheggiare.

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