FUMETTO E CENSURA, A FIRENZE (con una nota su Goku & C.)

Incontri_oblaTE

La mole di informazioni (e di lavori extra-blog) che piove quotidianamente da queste parti costringe la sparutissima pattuglia di collaboratori di Cartoonist Globale (io, lo specchio, qualche amico, alcuni critici di fama internazionale, un proto, un drappello di grafici con obbligo di controfagotto) a lottare contro il tempo per proporre in tempo le notizie ai molti lettori che ci seguono e nel contempo anche al clan di Facebook.

Con ritardo estremo, questa volta segnaliamo un’iniziativa interessante, gestita e presentata dall’amico Mauro Bruni (con lui, Leonardo Gori e Andrea Sani compliammo un numero speciale della rivista Exploit Comics dedicata al fumetto umoristico italiano più di quattro lustri fa), che si tiene presso la Biblioteca delle Oblate, a Firenze.

Tutti i dati necessari per sapere dove recarsi o chi eventualmente contattare sono nell’immagine sopra, non starò a ripeterli.

Goku

La parte forse per molti più succulenta della conferenza-incontro di Mauro verterà sui manga e i loro problemi con la censura.
Basta appena ricordare, in questa sede, che anni fa, in Italia, più di un personaggio (e serie, per estensione) made in Japan incontrò qualche problema con genitori e/o educatori particolarmente preoccupati per le “sanità” delle letture dei loro figli.

Nella ciclica crociata anti-fumetti combattuta a vari livelli, in varie parti del mondo, contro la “letteratura disegnata”, rea delle peggiori nefandezze, i personaggi del geniale Akira Toriyama sono stati nuovamente iscritti nel “libro nero”.

Ragazza

Capsulem jpg

L’allerta non è finito. Oggi, problemi di varia natura sembrano colpire non solo Goku, ma l’intero business dei manga.
In Giappone c’è chi se ne lamenta, non solo riferendosi al settore dei fumetti più popolari, ma anche in quello degli erotici e dei cosiddetti “d’autore”.

Riporto, ritenendolo significativo, qualche passaggio dell’intervento (per fortuna in inglese!), fatto da Tamiki Wakaki, una Shonen Sunday mangaka sulla cresta dell’onda, rispetto al declino del medium.
Ne trattava qualche tempo fa il sito Sankakukomplex.

Kami-nomi-zo-shiru-sekai

The mangaka himself, 若木民喜 / Tamiki Wakaki, active for a decade and widely published in Shonen Sunday, is best known for his popular “Kami nomi zo Shiru Sekai”, unsurprisingly a romantic comedy serialised in Shonen Sunday.
He is pessimistic about the manga industry he sees as being in long-term decline, with the future of the industry in doubt over the coming decades thanks to a limited influx of new talent:

“Manga magazines are boring, so they attract no fresh blood. Competition subsequently slackens. New artists are tried vigorously, but none are able to be serialised for long.
As a result experienced authors are called in out of necessity, but though their books may sell the magazines themselves become dull – this attracts even less new blood, and so the cycle continues.

In the past new artists were a dime a dozen, but now no matter how hard you search they are scarcer and must be nurtured carefully. Especially now in the era of lower birth rates, nobody can fail to notice this, the new artists are gradually decreasing in number. Both the mangaka who can sell a million copies and their fanbases are aging…
It’s going to be especially difficult to make a living for the kind of authors who can’t pen ero/parody/bishonen/bishoujo manga (in fact it is right now).”

It seems the four genres featured now cover the bulk of recent titles, not that they were lacking in popularity to begin with.
However, Mahoromatic creator Bow Ditama (sotto una sua immagine con due ragazze molto amiche è un’altra dal titolo Super Love Potion, NfT) does hold out some hope for those poor wretches uninterested in endlessly drawing pantsu manga:

“Certainly, if you can’t draw cute girls it is going to be hard. But no mangaka are dying of starvation. Even if you can’t draw girls, you can still earn a living on subculture magazines and ‘deep’ manga magazines, and you can also work as an assistant to a pro.
It seems online assistants or whatever are quite in demand too [these are assistants who work remotely and submit manuscripts to their master electronically, rather than being physically present in the traditional manner].”

Sunset_yuri
Itama_bow_illustrationsjpg

Mentre legge, la signoria vostra potrebbe rifarsi le orecchie con il vecchio brano di Julie Driscoll Season df The Witch (1968).

  • Andrea |

    Peccato Mi sono trasferito a Firenze giusto un paio di giorni fa. Mi sarebbe piaciuto partecipare al dibattito
    Ho messo il link al mio blog. I post iniziali riguardavano proprio la censura e i manga.
    >saluti

  • Mascia |

    Vi devo copiare un commento divertentissimo che ho scovato.
    Sulla beatificazione di Craxi tutto sommato sono possibiista, non ci dormivo la notte all’idea di finire all’inferno e ritrovarmi come vicino di contrappasso il Craxi.
    Speriamo santifichino anche lo statista da giardino (Mangano), così l’inferno diventerà un posto vivibile, con le aiuole ben potate.
    Che se li tenga pure il Padreterno a casa sua, basta che poi non si lamenti se gli sparisce l’argenteria.

  • Holly Benjo |

    E alle tastiere c’è Brian Auger!

  • Elena Sakki |

    Marco: storicamente, bisogna dire che questo video è uno dei primi della storia; il concetto di video musicale non era ancora passato, non era un dato acquisito.
    Quindi, all’epoca faceva ancora più sensazione, era qualcosa di eccezionale.
    A me piace molto. Pensare all’allestimento del set, così complesso anche dal punto di vista filmico. Non era roba da poco!
    Interessante sapere che hai scritto questo saggio. In effetti non ne avevo mai sentito parlare.

  • Marco Pellitteri |

    PS
    Ho visto il video di Julie Driscoll. Certo che nel 1968 e dintorni erano tutti sciroccati. Fa una certa impressione questo tipo di delirio lisergico.

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