RINALDO TRAINI: LA “LUCCA CHE NON C’È PIÙ” (con una foto di CLAUDIA CHECCAGLINI)

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Dopo le recenti dichiarazioni di Sergio Bonelli alla giornalista Anna Benedetto, sul Corriere di Lucca e la raccolta di umori degli operatori del settore sull’ultima edizione della manifestazione lucchese, Rinaldo Traini (Direttore del Salone Internazionale dei Comics nella sede di Lucca dal 1968 al 1993) ha inviato ad Araba Fenice News di Gianfranco Goria un lungo articolo nel quale parla della “Lucca di un tempo”, vale a dire il Salone Internazionale dei Comics, del Cinema d’Animazione e dell’Illustrazione.

A questa gloriosa manifestazione (che non ha niente a che vedere con l’attuale), si riferisce la foto sopra, ricavata dal blog di Leonardo Gori, con Mort Walker intento a firmare dediche nell’anno di grazia 1972 presso lo stand dell’editore Ennio Ciscato, che all’epoca pubblicava la rivista Sorry. In chiusura di post, un altro estratto anche fotografico dal blog di Leonardo, ricavato come il precedente dalla rivista francese Fenix, da un articolo a firma di Claude Moliterni.
La foto sotto, invece, è stata scattata da Claudia Checcaglini una settimana fa, all’interno della mostra dedicata a Vittorio Giardino (sua l’opera oggetto dello scatto) nel Palazzo Ducale di Lucca.

Per contestualizzare meglio l’intervento di Traini è anche necessario riportare gli umori raccolti da Anna rispetto al clima dell’ultima edizione, con il Fumetto oggettivamente soffocato da “altro”. Qui, in pdf il suo pezzo I Comics si sentono circondati.
L’articolo di Traini è molto interessante e, al di là delle valutazioni di merito che contiene, è anche oggettivamente istruttivo, perché riporta alla luce elementi della storia delle manifestazioni fumettistiche italiane non sempre evidenziati e forse addirittura ignorati dai più giovani.

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Cito ad esempio questo passaggio di Traini:

Ricordo agli immemori che il “Salone” lasciò Lucca nel 1994, portandosi via il suo patrimonio storico, i suoi marchi e le denominazioni e tutta la documentazione accumulata a in poco meno di trenta anni di attività. Questa separazione consensuale e gli accordi conseguenti furono sottoscritti dal Comune e da “Immagine”. Non so dire quale sia stata la data di nascita di “Lucca Comics & Games”: forse il 1994 o una data più tarda; una cosa è certa il “Salone” non si è più svolto dal 1992 a Lucca, ma altrove fino al 2005.

Quali sono state le ragioni di quella partenza? Credo che in quegli anni il Comune non se la sentisse più di spendere una cifra vicina agli ottocento milioni di lire (dell’epoca) per una manifestazione prestigiosa e considerata nel settore la più importante al mondo (superiore ad Angouleme e a S. Diego) e che si era ormai fatta strada la convinzione a vari livelli che sarebbe stato meglio organizzare una “Mostra Mercato” che sarebbe costata molto meno e che avrebbe potuto anche procurare utili economici (come poi avvenne). Inoltre alcuni appassionati lucchesi premevano per offrire una organizzazione strettamente locale dell’iniziativa.

Non fu un caso infatti che dopo la diaspora di “Immagine”, che aveva fino ad allora fornito i quadri del comitato scientifico e parzialmente di quello organizzativo del “Salone”, nei successivi tre anni furono congedati Claudio Bertieri, Ernesto G. Laura e Massimo Maisetti che erano stati i dissenzienti di “Immagine” che avevano affrontato una dolorosa scissione convinti che una manifestazione, profilata nella tradizione del “Salone”, potesse avere ancora un futuro a Lucca. A seguire fu mandato a casa anche Luca Boschi e poi sterilizzato e messo in liquidazione l’”Ente Autonomo Max Massimino Garnier”, fondato a suo tempo dal Comune e da “Immagine” con il compito di gestire tutte le attività del “Salone”.

Phenix

L’articolo integrale, a questo permalink di afNews!

  • Mimmo |

    Vi volevo sottoporre questo articolo, che mi ha sconvolto, con tanto di commenti di persone che frequentano questo blog:
    http://prontoallaresa.blogspot.com/2009/11/genovese-replica-traini-quando-ce-vo-ce.html
    Perché questa violenza nei commenti? E queste leccate di culo come si possono giustificare?
    L’Alzheimer citato è davvero offensivo e significa non conoscere come stanno le cose. Marònn, a me fa schifo da sempre anche Sgarbi, ma questo modo di affrontare i problemi non lo vogliamo sotterrare? Anche a questo dobbiamo assuefarci? Com’è messa l’Italia?
    Sarebbe meglio non iniziare nemmeno queste discussioni perché, a Lucca come in Italia, quando ci sono sotto degli interessi o delle soperchierie, o tutte e due le cose, la fossa dei serpenti fa esplodere il tappo della botola.

  • Bernardo, un cosplayer |

    Mi sono fatto un’idea precisa, anche leggendo i vari interventi in giro nei forum. Mi sa che non è che non ci sia qualcosa che non va… O meglio, se c’è qualcosa che non va, secondo me, è nelle persone. In alcune di esse. Me lo conferma un intervento di Francesco Palmieri, il cui sito Neurocomix seguo.
    Penso che ci sia qualcno che vuol gestore tutto da sè e ha paura (penso a buon titolo) delle mani lunghe di qualcun altro. Che gli strappi la poltrona con le buone (capacità maggiori e quindi meriti) o con le cattive (sistemi che a quanto leggo a Lucca si sono già messi in pratica più volte, ma anche in Italia se è per questo, basta guardare chi siede al Governo).
    Palmieri dice:
    “Da Lucca Sergio Bonelli dice che un tempo Lucca Comics ‘era il luogo in cui crescevano situazioni e rapporti da cui nascevano collaborazioni’. Lucca non può avere ancora un ruolo attivo nell’aiutare il medium da noi tutti amato a uscire dalle secche? C’è poi da capire perché Lucca Comics & Games e il Muf, due istituzioni importanti per la comunicazione per immagini e per la nostra città, non riescano a trovare una forma di collaborazione costruttiva, perché non siano due forze sinergiche. A volte si ha quasi l’impressione di una frattura fra due realtà che potrebbero insieme costituire un polo attrattivo di straordinaria rilevanza culturale. Perché a volte non basta guardare avanti per non rimanere indietro”. ”
    Se le cose stanno così tra chi lavora sul territorio figuriamoci come possono stare tra (alcuni) lucchesi e chi sta fuori.
    Saluti, lettori!

  • Claudia Chec |

    PS: Luca grazie per la foto, è un onore finire sul tuo blog. 🙂

  • Claudia Chec |

    Io a questa Lucca ho fotografato qualche cosplayers e poi ho messo le loro foto in giro per la rete e mi sono trovata a dialogare con alcuni di loro e ovviamente tutti mi dicono che prima di cosplayers si è lettori di fumetti, se poi si parla del mondo del fumetto italiano è vero che c’è da deprimersi ma non ci si può stupire del suo stato vedendo una fiera se lo si vede tutti i giorni. Insomma il problema sta a monte, discutere dei problemi di Lucca è solo parlare dei risultati non dei motivi.

  • Luca Boschi |

    OK, un amico mi ha fatto notare che il Salone del 1988 era saltato (è vero, nell’estate successe di tutto, nell’incredulità mia – a Milano – e di Rinaldo Traini stesso, in vacanza nella zona della Val Gardena, la sua camera d’albergo, cambiata due volte, si era trasformata in una sorta di ufficio stampa, dal quale cercava di prendere informazioni cercando di capire cosa accadesse a Lucca e di cercare di evitare chi intendeva “scalzare” lui e tutto il nostro gruppo di lavoro… o se preferiamo “di volontariato con ridicolo rimborso spese”, a scanso di equivoci). Fu quello l’anno in cui con Leonardo Gori, Andrea Sani e Alberto Becattini iniziammo a scrivere il primo libro sugli autori Disney in Italia: “Romano Scarpa”, o meglio “The Blue Book”.
    L’edizione bellissima del Salone fu quella immediatamente successiva all’uscita di questo libro, pubblicato per i tipi di Alessandro Distribuzioni, e che portò alla confezione dei “Disney Italiani”. L’edizione del recupero, seppur temporaneo, di una tradizione da poco passata e che aveva avuto incidenti di percorso in seguito al tentativo di “togliere di mezzo” l’organizzazione culturale del Salone, vale a dire l’associazione Immagine, della quale facevamo tutti parte.
    I personaggi e gli interpreti di questa iniziativa, fingendo di averli dimenticati, non li citerò, considerando quella soltanto un’avvisaglia del futuro.
    In questa edizione per la prima volta furono esposte tavole mai viste prima, uscite dall’archivio “storico” della Disney. Una festa per gli occhi. Con un ottimo programma di cinema d’animazione, curato da Luca Raffaelli, Federico Fiecconi e (nel tempo libero rimasto) anche da yours truly, con l’aiuto di Silvia Pompei e di Vito Lo Russo, che avrebbe lavorato in pianta stabile a questa sezione subito dopo, in particolare con l’edizione del 1992.

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