IL PRINCIPE ERRANTE (UNA SERIE DIMENTICATA)

Prince errant

“Una serie dimenticata”, ok, va beeeeene… diranno i più. Ma ce ne sono tante, aggiungeranno (forse). Cos’ha questo Prince Errant di tanto speciale per meritare una segnalazione? Oltretutto non ha nemmeno i balloons, si serve di didascalie a pie’ di vignetta

Questo diranno (codesti) più.
E a tali domande rispondo sotto.

Prince errant 3 31 1906

Parlando di serie pubblicate nel 1906, come i racconti di Brer Rabbit mostrati in questo post precedente, questa del Principe errante, disegnata da Harry Cornell Greening (1876-? nel 1941 sappiamo che era ancora in vita, ma non altro…) per altri quotidiani domenicali è particolare perché già 103 anni fa e mezzo, presentava un’avventura di sequential art a puntate.
Cosa del tutto insolita, come gli studiosi della Platinum Age potranno confermare.

In sostanza, la serie, dalla grafica “buffa”, cartoony quanto basta, pupazzettistica (tra l’altro molto vicina alla linea del nostro Antonio Rubino) sfoggia una continuity ben prima di The Gumps (il cui successo ispirò la scelta della continuity per Mickey Mouse, si è scritto spesso).
Precede, ovviamente, le strisce di Thimble Theatre di Elzie C. Segar, che a tratti hanno una loro continuity anche prima dell’arrivo di Popeye nel 1929, come vediamo da quella che ho <pubblicato in questo post.

Ed ha un carattere avventuroso!

Prima della scoperta delle sue peculiarità e della sua stessa esitenza, segnalata oggi da John Adcock nel suo bel blog Yesterday’s Papers, si riteneva che la prima serie a fumetti per i giornali, avventurosa e a puntate, fosse Bobby Thatcher di George Storm (iniziata nel 1927).
Mentre la prima serie avventurosa, dal disegno naturalistico (non eccelso, ma non di impostazione pupazzettistica, c’è da dire) risalirebbe al 1911, e sarebbe Bobby the Boy Scout, se dobbiamo prendere per buono il ritrovamento incidentale fatto dal ricercatore Allan Holtz mentre consultava una pila di vecchi giornali della testata The Philadelphia Leader.
Le cose staranno davvero così?
Altre scoperte future confuteranno questa, ne sono certo…

Woowoo

Woowoo sale

Con un CLICCKQCH sopra, la tavola di Prince Errant, uno sciagurato alla ricerca eterna di una moglie, s’ingrandisce quanto basta.
Dello stesso disegnatore, all’epoca assai rinomato, sono anche le due tavole più tarde che aggiungo al post, del ciclo The Woo Woo Bird. Sono del 1909 e impiegano massicciamente e in modo corretto i balloons.

Ancora successive (del 1925) le quattro vignette di un’altra striscia (a continuazione): The Wishbone Man, misconosciuta anch’essa, mai ristampata direi.
Non era geniale, questo cartoonist? Non è il solo ad esserlo, all’epoca. Purtroppo il tempo ha in gran parte cancellato le tracce del passaggio di grandi artisti come questo, i fogli dei giornali sui quali i loro lavori sono stati stampati sono divenuti briciole, Sigh.

Wishbone 1
Wishbone 2

  • Moerandia |

    Bello :-)! Sembra di vedere in qualche tavola l’ispirazione del Piccolo Nemo di Mc Cay, e diversi quadri ricordano davvero Antonio Rubino. Viene davvero da chiedersi come mai non li conosciamo. E c’è da sperare che qualche biblioteca pubblica sparsa tra gli Stati a stelle e strisce conservi qualche raccolta rilegasta di quotidiani dell’epoca, anche se scommetto che delle ricerche sono già state fatte a tappeto ed altre stanno venendo fatte tuttora come riporta questo post) Sembra una serie partorita da uno che fino ad ora aveva illustrato libri di fiabe.
    Con i lavori successivi l’autore si fa influenzare da colleghi differenti, ed il Buster Brown di Outcault viene subito in mente, mentre la striscia del 1925, magari sbaglio, mi sembra più evoluta verso uno stile più personale.
    Post interessantissimo.
    Saluti.
    G.Moeri
    http://www.anacanapana.it/moerandiablog/
    http://shockdom.com/open/moerandia/

  • Vanessa |

    Questo autore aveva una fascinazione per i maiali… In due serie diverse si vedono persone trasformate in porci!
    Il principe è davvero sfigato. Si sposa con una e questa diventa una scrofa subito dopo. E se la ride mentre fa la calzetta.
    Oppure era sempre stata una maialessa se ho capito bene, visto che i ritratti sul muro (e la lavorazione del legno delle gambe del tavolo) parlano chiaro.
    Ragazzi, come si fa quando ci si spacca un dente aprendo un pistacchio maldestramente?

  • G. Ciraolo |

    Effettivamente sembra un Antonio Rubino che non si è ancora liberato di ombreggiature o altri “birignao” ottocenteschi, non ancora art deco.
    Grande disegnatore, però, moderno a suo modo.
    I personaggi ricordano anche Buster Brown, forse questo modo di decorare le vignette aveva fatto scuola.
    Che tempi, però!!!
    Affascinante.

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