(© degli aventi diritto per questo scatto parlamentare)
Tutta la stampa dovrebbe inviare un messaggio di solidarietà al giornalista Valerio Lo Muzio di Repubblica barbaramente aggredito da un conferenziere in mutande in crisi isterica, al confronto del quale al quale ogni più fantasioso e perversamente surreale personaggio della commedia all’italiana impallidirebbe.
Il Comitato di redazione del Corriere della Sera ha irradiato questo comunicato, che mi permetto di riprodurre per divulgarne lo spirito, ringraziando per la sensibilità.
Per il momento è il solo che ho visto, quindi lo valuto con la preziosità entomologica dovuta a una mosca bianca.
L’intollerabile, rozzo seminatore di acrimonia, frìttosi senza recupero possibile i carenti neuroni, ha avuto anche il coraggio incosciente di insultare, rigorosamente in mutande e a panza nuda, una “zingara” alla vigilia del giorno della memoria dello sterminio nazista dei Rom, il 2 agosto 1944 ad Auschwitz.
Sono coincidenze o l’ennesima strizzata d’occhio ai “condannati dalla Storia”?
Se quel tizio è in grado solo di insultare invece di ricordare (e magari scusarsi di quel che ha combinato negli ultimi mesi), be’, ricorderà Cartoonist Globale che il 2 agosto 1944, in un solo giorno, oltre 4mila persone rom e sinti, in maggioranza donne e bambini, furono sterminate nelle camere a gas del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.
Aggiornamento. Il 2 agosto, l’impresentabile danzatore del ventre sulle note dell’Inno di Mameli, già baciatore vorace di collanine, conferma l’epiteto razzista.
Chi oggi inneggia sciaguratamente alle “ruspe” dovrebbe sapere che sta emulando, con gli strumenti che gli sono propri, la liquidazione dello Zigeunerlager, ovvero “il campo degli zingari”. Per ricordare questo sterminio è stato istituito da alcuni anni il Roma Genocide Remembrance Day.
Qualcuno del cosiddetto Governo l’ha ricordato?
“Contro la stupidità”, il brano che segue.