EMILIO UBERTI E PINI SEGNA

Uberti, Dori Ghezzi, Fabrizio De Andrè

Ho trovato in rete, di Emilio Uberti, grande illustratore e pittore, documentarista e regista, due foto dell’immediato doporiforma della Rai, scattate mentre girava per il programma Variety un servizio con Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi.

Uberti, col quale regolarmente ci salutiamo alla Mostra Mercato del Fumetto di Reggio Emilia, segue Cartoonist Globale e forse non si dispiacerà nel vedere questa suo flashback fotografico inatteso.

La molla è stato un commento scritto qualche ora fa per ricordare anche lui il caro Pini Segna, che ci ha lasciato in questi giorni.

Evidenzio immediatamente sotto la foto il commento di Emilio Uberti, per condividerlo con un numero maggiore di frequentatori del blog.

Emilio Uberti- Fabrizio De Andrè

Caro Pini

è stato per me uno dei primissimi incontri nel campo dei fumetti, mi travolgeva con le storie che aveva in mente che voleva realizzare con me (ero agli inizi), ma credeva fortemente nel mio lavoro, e tra una storia e una risata ci infilavamo nel bar sotto casa sua e ci perdevamo in partite a calcio balilla, vinceva sempre lui, ma io ero felice nel vedere il suo viso che si irradiava di gioia.

Caro Pini

Racconti col mitra2

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Razziatori

Dix albo gioiello

COLLANA FOLGORE-AVVENTURA NEL MONTANA

Queste copertine sono parte della polimorfa attività creativa e organizzativa di Pini Segna.

Thalako ed edis 6-7

PinisegnaBK blog

Di Uberti,invece, sono le splendide copertine degli anni Sessanta che seguono a ruota.
Notevoli quelle del Kinowa di Andrea Lavezzolo, pubblicate dalle Edizioni Dardo.

Kinowa Uberti

Kinowa

Mitica Kinowa

Cover

  • giuseppe |

    Quando eravamo ragazzi si compravano più volentieri i fumetti con le copertine di Uberti,erano come i promo dei film odierni,dalla copertina risaltava il contenuto che avremmo letto,e poi i visi,i colori,le sfumature i tipici fazzoletti da cow boy uno spettacolo!
    grazie Uberti per averci allenato la fantasia!!

  • emilio uberti |

    Ringrazio tutti per i gentili commenti dei miei lavori
    di tanti anni fa.

  • nestore del boccio |

    Ti aspetto Mattia.
    Credo che certi problemi vadano affrontati con più impegno anche per capire meglio il marasma italiano
    nel suo “deficit” editoriale.
    Stiamo perdendo tempo. Non siamo capaci di investire e di innovare: lusso appena riservato a “qualcuno”! Siamo solo pieni di ristampe d’oltralpe. Probabilmente le colpe non sono solo di alcuni editori ma anche dei cloni americanizzati o francesizzati, quali disegnatori e sceneggiatori. Quindi, un paese colonizzato. E’ un discorso che porto avanti da tanto tempo:
    donchisciottescamente.
    Siamo tutti colpevoli!

  • Mattia |

    Sono con Nestore!
    Ne riparliamo, mì’impegno a intervenire.

  • nestore del boccio |

    Errata corrige.
    In luogo di “…Dick Drago, fu disegnato negli mesi di vita dal bravo e compianto Santo D’amico…” leggere:
    “…Dick Drago, fu disegnato negli ultimi mesi di vita dal bravo e compianto Santo D’Amico…”
    Quindi…
    Leggo di porcate e di interrogazioni parlamentari a proposito soprattutto dei “Bonellidi” o Bonelleidi. Al di là che questo dimostra come lo squallore della nostra classe politica ha radici lontane, ma non si puo’ con un po’ di approssimazione giudicare e buttare nel macero della distruzione, senza opportune distinzioni e valutazioni più attente, il lavoro di persone che tanto hanno dato al fumetto popolare italiano. Premesso che un paio di storie su Demon Story le disegnai anch’io senza tanta inferiorità rispetto a colleghi bonelliani più celebrati: anzi…ma, quello che mi preme ricordare ai più, è che, Dick Drago, fu disegnato negli ultimi mesi di vita dal bravo e compianto Santo D’amico: disegnatore che tanto aveva dato al fumetto popolare italiano. Professionista che ebbi l’onore di conoscere più volte nel mio periodo romano. Luca sicuramente ne è al corrente come penso l’amico Marcello. Il problema che si pone, semmai, è come certi artisti siano vittime di un sistema editoriale la cui ingordigia, li schiavizzi (almeno una volta lo era) ad una produzione massacrante di tavole che non permette e non permetteva, una qualità superiore se non in modo sporadico. Se non ricordo male, nel ’94, credo che ci fosse stata anche una denuncia verso la Fenix, da parte della casa editrice Bonelli per plagio. Potrei ricordare male ma non credo. L’invito di Jabba a Luca per un post che parli di questi “bonellidi”,
    non è male: la sponsorizzo.

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