Spettabile pòbblico, anche se la calura prevista per il nuovo mese farebbe supporre scivolosità diffusa dei polpastrelli sulle tastiere, come di consueto Cartoonist Globale non aderisce al vecchio adagio “Agosto, blog mio non ti conosco” e prosegue come un sol’uomo la sua marcia (verso l’ignoto).
Da ovunque ci trovassimo nei giorni scorsi, insomma, quando sono stati vergati tutti in una volta e dispersi nele web per ricicciare a orologeria nei giorni e alle ore prestabilite.
Quindi, be sure: non mancheranno i post sul magico e dolente (fifty-fifty magico e più del 50% dolente) mondo del cartunismo italiaco nemmeno per il mese più scansafaticamente distratto e stolido dell’anno.
Li scriveremo con schiena dritta e metacarpi ormai callosi, vuoi in filobus, vuoi in ascensore; nel ripostiglio delle scope o agli arresti domiciliari (se il TG Uno ci rifà causa), tra un Martini secco e un Tamarindo Fabbri umido consigliato con veemenza da Salomone, notorio “pirata pacioccone”.
Per rifarsi gli occhi, se la caramellosità eccessivamente “americana” della composizione grafica e se la discutibile colorazione delle vignette non disturbano, ecco come divertissement, quest’oggi, un’interpretazione occasionale che Bruce Timm ha fatto di Vampirella: la più importante vampira dei fumetti, la “capa storica” delle tante emule dai canini facili succedutesi negli anni a venire, compresa la nostrana (celebrata) Zora.
Il numero è datato “ottobre 1999”, un bel po’ di tempo fa: esattamente quando John Buscema, Mell Lazarus, Geof Darrow, Carmine Infantino, Frank Springer, Josè Delbo, Jerry Robinson, Irwin Hasen venivano a trovarci in Italia, nell’ultima Lucca Comics del fu Ente Autonomo Max Massimino Garnier.
Le immagini parla da sole.
Questa sequenza in chiusura…
Ma no, non voglio commentarla. Lo capite da soli, appunto, di che si tratta.