IL PECORELLISMO DI VITTORIO FELTRI

Ecco un commento da mandare a mente e sul quale riflettere, a proposito del degrado vomitevole dell’informazione italiana in questa ennesima notte (buia e tempestosa) della seconda (?) repubblica.

Pecorellismo squadrista.
Ma Mino Pecorelli morì (ucciso) con le tasche vuote.
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Sarà meglio cambiare aria.
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Barcellona

  • Vernon |

    Che schifo!
    Molti articoli ho letto sui servi del potere a caro prezzo (non per ideologia), ma questo li batte tutti!
    Intendo, la porcheria fatta dal “solito” fELTRI, scritta con toni razzisti e sprezzanti da “benpensante che tollera il puttansmo”, supera tutto.
    Se esiste un Ordine dei Giornalisti, non dovrebbe cacciare a pedate un simile, inaffidabile, losco soggetto?
    Riporto le notizie di oggi, con i preti costretti a superare il ribrezzo per difendersi da questo abusivo occupante del posto di un giornalista, arruolata al “Giornale” daal premier in persona.
    Chi aprisse un processo contro di lui (il premier) per violazione palese della legge Mammì (Feltri l’ha confessato pubblicamente), per sentenza, Berlusca dovrebbe cedere le sue TV.
    Il problema dell’Italia, a parte i danni fatti, sarebbe risolto.
    “Feltri spieghi perché dal suo Giornale è sparito il foglio B”: il direttore dell’Avvenire Dino Boffo va al contrattacco sulla vicenda che lo vede protagonista, dopo le accuse pubblicate dal Giornale di Vittorio Feltri, smentendo quella che torna a definire una “diffamazione” ai suoi danni.
    Il quotidiano dei vescovi dedica oggi alla vicenda le ultime tre pagine, quelle di solito riservate “al dialogo schietto e trasparente con i lettori”, come lo definisce Boffo in un breve testo di suo pugno. A fianco dell’articolo del direttore, Avvenire riporta le fotografie del Certificato del casellario giudiziale pubblicato ieri in prima pagina del Giornale e quella della cosiddetta “informativa”, quella che Boffo definisce appunto il “foglio B”. Una “velina”, di cui i magistrati smentiscono la paternità, che un anonimo ha inviato nei mesi scorsi ai vescovi che decisero di non darvi peso, come fa notare oggi in un’intervista alla Stampa monsignor Domenico Mogavero, presidente del consiglio Cei per gli Affari giuridici: “Quando ho letto l’informativa su una persona di assoluta probità morale come lui – dice il vescovo di Mazara del Vallo – non era ancora arrivata la bordata di Feltri, quindi se il presidente Bagnasco l’avesse ritenuta fondata, la situazione si sarebbe risolta senza clamori già da tempo”.
    L’informativa è una “lettera anonima”, aggiunge Boffo nel suo articolo, che “mai avrei creduto” di dover pubblicare. Un atto che però, vista la situazione, considera oggi “inevitabile”, anche se “solo l’idea di trascriverla a me e ai miei colleghi fa ribrezzo”. “Bisogna che i lettori di Avvenire sappiano che cosa è in realtà – scrive il direttore – la ‘sentenza giudiziaria’ maneggiata come un manganello” da Vittorio Feltri e dal giornalista Gabriele Villa: “uno sconclusionato e sgrammaticato distillato di falsità e di puro veleno costruito a tavolino per diffamare”.
    Sulle pagine del giornale della Cei compare così il certificato generale del casellario giudiziario “spacciato – si legge nella didascalia – nei giorni scorsi dal giornale come sentenza”, e insieme la “fantomatica informativa anonima, un plateale falso, che lo stesso quotidiano aveva sostenuto fosse allegata alla sentenza e che invece ora è stata improvvisamente abbandonata come prova dallo stesso giornale che l’aveva lanciata con tanto clamore”.
    “Feltri e i suoi, prontamente affiancati dal manipolo di coloro che su altre pagine di giornale hanno preso per oro colato la loro ‘rivelazione’, hanno diffamato. Hanno deciso, loro, sì, sentenziato, che il direttore di Avvenire era un omosessuale, un molestatore, uno sfasciafamiglie. Un sepolcro imbiancato da picconare in pubblico. Hanno preso, come l’anonimo (per ora) diffamatore, una copertina e hanno appiccicato ciò che faceva loro comodo”.
    Il direttore di Avvenire rileva che il Giornale di Feltri “già da ieri ha cominciato a dissimulare la vergognosa operazione. Non più mescolando le carte ma cercando di far sparire quella che dimostra quanto sporco sia il gioco che stanno conducendo”.

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