MAXI DAMPYR E LO SPETTRO DELLE SPIAGGE (con un’illustrazione di Giuliano Piccininno)

Maxi_dampyr

Nel ricco catalogo estivo bonelliano, si segnala il primo numero del vampiresco annual Maxi Dampyr, lettura triplice i cui misteri si svelano non prima di aver sfogliato la significativa copertina di Enea Riboldi dedicata al primo episodio, Il Signore delle Vespe.
Col soggetto e la sceneggiatura di Diego Cajelli e i disegni di Maurizio Dotti, si racconta la terribile leggenda del “demone dell’inferno dei mille aculei” che diviene realtà a Brighton, città balneare un po’ malinconica e piovosa dell’Inghilterra, che vi consiglio di visitare almeno una volta nella vita, sigh!

In questo contesto, fra marciapiedi un po’ sgarrupati, hotel in disarmo per famiglie, un museo della storica comunità gay locale e il lungo (e ammaliante) ponte sul mare dove si vendono marshmallows a forma di bastoni divertendoci nel piccolo Luna Park, la cacciatrice di fantasmi Maud Nightingale e il suo amico Utterson subiscono vespe assassine e spietati gangster cinesi.

Permette un ritocchino
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Al secondo episodio, Il segreto del bosco, ancora ideato da Cajelli, ma con i disegni di Giuliano Piccininno, si riferisce l’illustrazione autobiografica sopra, pubblicata in esclusiva da questo blog. Giuliano avrebbe desiderato intervenire su parecchi disegni che riteneva superati, perché risalenti a sette anni fa. Ma i tempi erano stretti e non c’era possibilità di sbiacchettare e reinchiostare.
Giuliano, che desidera sempre poter dare il massimo ai suoi lettori, nella simpatica illustrazione si ritrae mentre libero sfogo alle sue paranoie di perfezionismo…

Il bosco di cui si parla nella storia è l'”agro magico” di Bomarzo, creato da Vicino Orsini, ubicato sulla strada per Roma (verso Attigliano), dove due sedicenti alchimisti americani compiono sacrifici umani.

Infine, Ombre nella giungla, con soggetto e sceneggiatura di Michele Masiero e i disegni di Oliviero Gramaccioni.

Anche in questo caso di parla di un bosco, o meglio di una foresta: quella del Pantanal in cui sono stati avvistati dei non-morti che hanno formato un branco. Harlan e i suoi compagni discendono il fiume, andando incontro a una delle loro più rischiose avventure…

  • Giuliano |

    Grazie a tutti per l’apprezzamento mostrato per il mio lavoro!
    Per ricambiare la gentilezza provo a chiarire alcuni dubbi:
    Ho apprezzato anche io la critica di Sgarabonzi, anche se il parallelo con “Oltretomba” sulle prime mi aveva lasciato interdetto; forse intendeva dire che in quel caso ho adottato un segno da fumetto “popolare” (cosa che considero un complimento!).
    Come avete notato, mi ritrovo anche un segno più spigoloso che per la produzione bonelliana è fuori luogo.
    Per Alan Ford ho sempre avuto dei tempi strettissimi (ed ero anche alle prime armi!), quando Della Monica ha mollato la MBP mi sono trovato ad essere l’unico disegnatore della serie; il giovanissimo Luigi Siniscalchi ha iniziato a farmi delle matite che io poi correggevo ed inchiostravo, quindi l’unico responsabile dello stile grafico restavo io.
    Inizialmente miravo allo stile magnusiano classico, con l’esigenza di velocizzare ho tenuto presenti le evoluzioni successive del Maestro (La Compagnia, Necron…). Quando ho saputo che Magnus avrebbe realizzato il n.200 ho cercato di vedere le sue tavole per creare un legame stilistico (stavo disegnando il 199 ed il 201) ma l’editore mi ha negato la visione delle tavole. Il buon Raviola mi descrisse al telefono (!) il tipo di stile che aveva adottato, che poi ho cercato di seguire…questo spiega le oscillazioni fra linea chiara e segno classico.
    Veniamo a me ed al mio stile geometrico-spigoloso: in questa categoria rientrano tutto Ozzy (bravissimi!), il primo Kovacich dell’Intrepido appena riedito in volume , altri liberi per L’intrepido e Nero, Lippo Topo e varie illustrazioni…oltre naturalmente alla vignetta che avete appena visto!
    Ciao a tutti e grazie per l’attenzione!
    Giuliano Piccininno

  • La Regina del Mattino |

    Accidenti, che pioggia d’informazioni!
    Ciao ancora una volta, con questo caldo non si dorme. Vero, Piccininno ha disegnato benissimo Alan Ford, ma è accaduto tanto tempo fa.
    Ozzy era disegnato molto bene (claro che bit!) e anche Raffaele Della Monica si è sempre distinto per la sua professionalità, qualunque cosa abbia fatto.
    Luigi Siniscalchi è un disegnatore altrettanto bravo e volenteroso, mentre io, al contrario del Sig. Moeri, non so nulla di Tacconella e di Warco (non si può sapere tutto). A quel tempo avevo già cessato di seguire Alan Ford e gli altri personaggi di Max Bunker.
    Piccininno ha già usato lo stile spigoloso in altri lavori, come quelli sull’Intrepido. Ho visto un suo libretto uscito prima dell’estate, che era “quasi con questo stile”, ma poi n ho perse le tracce.
    Adieu!

  • Moerandia |

    Bè, Piccininno su Alan Ford non ha mica disegnato male (idem Raffaele Della Monica), il primo numero che realizzò anzi, il n.180, denotava finanche delle ricerche stilistiche; successivamente si passò ad uno stile un pò più sintetico, forse gli albi venivano realizzati in meno tempo, comunque sempre un buon lavoro (ricordo il profilo di un segretario d’albergo: in “Ozzy” ce n’era uno quasi uguale); dopo il n.200 vi fu una mutazione ulteriore (da quel che ne so da un certo punto collaborava anche il sig.Siniscalchi, su cui non so nulla), i personaggi si avvicinarono maggiormente al loro aspetto classico (Cariatide esclusa), mi sembra che i disegni fossero leggermente più statici, ma dovrei andare a rileggere tutte le storie, e che fossero calati i neri, tanto da ricordare la famosa “linea chiara”; poi fu sostituito da Marco Nizzoli col n.215, poi rimpiazzato da Tacconella e poi ancora da Warco …
    Molto carino il vignettone 🙂 , anche se sono sorpreso dallo stile molto “geometrico”.
    Saluti.
    G.Moeri
    http://shockdom.com/open/moerandia/

  • La Regina del Mattino |

    Per dare un contributo in più alla “critica” di questo Maxi Dampyr, e in particolare per la storia di Cajelli e Piccininno, vi sottopongo questa condivisibile recensione, trovata nel blog molto commentato di Sgargabonzi:
    http://sgargabonzi.leonardo.it/blog/rece_maxi_dampyr_1_2.html
    Il segreto del bosco magico
    Soggetto e sceneggiatura: Diego Cajelli
    Disegni: Giuliano Piccininno
    Quanto a fattore-weird, potrebbe essere una storia di Colombo, solo che non ha nessuno di difetti degli albi di quest’ultimo.
    Mi piace da matti Cajelli quando fa così, quando da sfogo alle sue cicciute ideacce da romanzo pulp (vedi i piranha vuoti e croccanti de “Il giorno della fenice”).
    In questa storia troviamo i nostri alla prese con… due nerd appassionati d’alchimia.
    L’ambientazione è quella del suggestivo parco dei mostri di Bomarzo, dove i due stanno cercando di ridare nuova vita ad un decrepito duca, grazie ad un rito che prevedere anche sacrifici umani.
    Cajelli disse che questo albo sarebbe stata un vero e proprio manuale alchemico e in effetti si vede che c’ha dato dentro e che la trasferta a Bomarzo per prepararsi alla storia gli è piaciuta parecchio.
    Scommetto che anche quel barista esiste nella realtà. Ma questa storia è molto più divertente di un manuale d’alchimia, grazie anche a situazioni e dialoghi da commedia degli equivoci.
    Piccininno, disegnatore che sopporto dai tempi di Alan Ford, qua ci sta benissimo.
    Il suo tratto da “fumetto dello Squalo” si addice ad una vicenda che non sfigurerebbe in un numero di Oltretomba.
    Echi degli horror gotici di Pupi Avati, regista evidentemente amato da Cajelli (e omaggiato anche ne “La foto che urla”).
    Unico neo: mi sarebbe piaciuto ritrovare i due nerd ancora fra piedi in futuro, quando meno te l’aspetti, un po’ come De Suicidis per Alan Ford.
    La rece è positiva, direi. Unico dettaglio: dai tempi di Alan Ford ne è passata di acqua sotto i ponti, Piccininno ha fatto ben altro, e sempre con grande passionalità unita alla professionalità.
    Tanto di cappello.

  • Folk Singer |

    Ho fatto un casino di errori!
    “scuola” e non “scola”, “Ferdrdinando” e non “Ferrdinando”…
    Critico la Gelmini e poi lascio magagne!
    Tradito dalla fretta!
    Folk

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