Il negozietto di caramelle dietro la soprelevata
è lì che per la prima volta
mi innamorai
dell’irrealtà
Gelatine luccicavano nella penombra
di quel pomeriggio di settembre
Sul bancone un gatto si insinuava tra
bastoncini di liquirizia
e barrette al cioccolato
e cicche Oh Boy
Fuori le foglie morivano e cadevano
Il vento aveva spazzato via il sole
Una ragazza entrò di corsa
Aveva i capelli zuppi di pioggia
Il seno ansava nella stanzetta
Fuori le foglie cadevano
e piangendo dicevano
Troppo presto! troppo presto!
Lawrence Ferlinghetti
Belli i comic book, eh? Che paradiso, questo remoto periodo in bianco e nero! Una boccata d’aria allo sguardo, in giorni come che questi dove, con Johnny Grieco, osservando la sottosquadra dei 39 sotto-sottosegretari che ci rovineranno ulteriormente il futuro, rileviamo che ormai non c’è più spazio per la satira. Il livello è talmente infimo che possiamo fare solo i censori.
Riprendo sul tema, appena una lieve osservazione di Leonardo Cecchi, che non conosco, ma che interpreta con leggerezza il sentire comune (di ogni italiano ragionevole).
“La nomina di Lucia Borgonzoni come sottosegretaria alla cultura è purtroppo ufficiale.
“Assenteista da competizione, da anni gloriosamente digiuna da letture (come per altro lei stessa ha ammesso), risulta carente anche sotto il profilo del sapere comune (pensava che il Trentino confinasse con l’Emilia-Romagna). Eppure, nonostante tutto questo, si ritrova oggi per l’ennesima volta catapultata su uno scranno istituzionale, per giunta in uno dei settori più delicati, critici e importanti del Paese, la cultura.
“Una scelta francamente inspiegabile e, senza dubbio, eticamente irricevibile nel rispetto delle istituzioni e dei cittadini a prescindere dal loro orientamento politico.”
Per il sottoscritto, conoscitore del pollaio, invece, la scelta è “spiegabilissima”.
L’anno della foto potrebbe essere il 1956, primavera. Il raccoglitore girevole fa pendere fumetti in luogo delle cartoline, come usavano in un passato non poi così lontano in Italia, quando qualcuno ancora ne spediva anche quando erano ingiallite dal sole o sferzate dal salmastro del libeccio.
Il comic book di Casper, la cui testata compare più volte nella foto, potrebbe essere quello riprodotto più sotto, con una bella copertina di Steve Muffatti. Chissà se il leggendario Ferlinghetti, che ci ha appena salutato sotto il peso di un’età identica alla carica dei dalmati, ne leggeva, all’epoca.
Ciò detto, adorabili follower(s), grazie per tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno cercato di mettersi in contatto con me perché poco presente ovunque negli ultimi tempi, a cominciare da questo blog.
Rispondo a tutti in una volta (scusàssero): tutto bene, il problema è che, appunto, i comic book sono belli ma… vanno fatti! E il tempo si consuma inesorabilmente in una ridda di progetti vecchi e nuovi, alcuni dei quali naufragano vergognosamente, ma non è che abbiano richiesto meno impegno nella loro confezione.
Altri faranno capolino dall’edicola e dalla libreria nei prossimi mesi.
Riprendiamo il filo sdipanàtosi con una storia di Harvey Eisenberg, da Comedy Comics n. 33 di due lustri più vecchio della foto (1946). La storia si legge dal basso verso l’alto; così, tanto per fare qualcosa di diverso.
In chiusura, cercando di venire incontro all’illetterata sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-sotto-segretaria alla Cultura posto una rassegna di libri che dovrebbe leggere prima di socchiudere le fauci al fine di parlare di qualcosa di diverso da Bibbiano, come scandalosamente recitava la sua laida maglietta indossata in Parlamento.
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La versione di Book Revue sopra è arricchita dal particolarissimo epilogo in cui compare Bugs Bunny.