Questo post e il successivo raccontano una storia diversa da quelle a cui i nostri lettori sono abituati, e cioè legata alle arti figurative con vignette “statiche” e uso di balloon (i fumetti) o a fotogrammi animati.
Parliamo invece di un’altra forma di arte, o quantomeno di alto artigianato; ma qui siamo molto più vicini al mondo dell’arte, perché ogni oggetto che presentiamo in questi due post, modellini mai pubblicati prima, è un pezzo unico costruito con la tensione con cui di crea una scultura, senza serialità; e perché chi li realizza è un artista di per sé, come dimostra con i suoi dipinti.
Si tratta di Marco Silvestri (nessuna parentela con Guido Silvestri, ovvero Silver), amante delle auto e del legno, con cui ha confidenza sin dai primi anni della sua vita, ereditando da papà Remo l’attitudine a lavorarlo.
Da queste due passioni nascono le ri-creazioni lignee, fedelmente ritratte, su scala, dai veicoli originali.
Sopra lo vediamo in un locale della sua mostra personale di pittura tenutasi a Cutigliano nell’estate 2019.
Partiamo dall’inizio. Ovvero da quando, sin dall’infanzia, hai cominciato a dare del “tu” al legno con disinvoltura, anche se le raffigurazioni tridimensionali su scala di cui parliamo in questo post sono una novità degli ultimi anni.
Sì, come accennavi sopra ho cominciato a lavorare il legno sin da bambino, perché questa era l’attività principale di mio padre, che “dialogava” con tutti i tipi di legno. Nel suo laboratorio realizzava mobili e cornici di ogni genere, così ho finito per dargli una mano prendendo confidenza con seghetti, sgorbie e altri attrezzi.
Quella di questo post è una specie di mostra virtuale, prima che ne venga allestita una specifica, in 3D, dove sarà possibile ammirare da vicino, in ogni loro lato, i modellini su scala di automobili sportive (e non solo) che hai costruito.
Quella delle auto sportive e da corsa è stata da sempre una delle mie passioni. Me ne sono occupato in modi diversi, dalle fotografie scattate alle auto durante le gare fino alle corse vere e proprie con i bob. Ma prima ancora usavamo dei “carretti”, anche questi in legno, costruiti in gran parte da soli. Per anni e anni li abbiamo guidati per competizioni su scala nazionale.
I modellini (se possiamo chiamarli così) delle auto che presenti, dai camion della Iveco alle auto da competizione come quella famosissima di Tazio Nuvolari, richiedono una cura incredibile per la loro realizzazione. Qual è la caratteristica principale di questo tipo di attività?
Soprattutto è necessaria molta pazienza. Prima serve nella scelta dei singoli tipi di legno, che possano essere utili per la costruzione di determinati pezzi dei veicoli. Poi, una volta selezionati in base alle loro caratteristiche e in particolare ai loro toni cromatici, c’è bisogno di molta cura per lavorarli e infine per assemblarli in modo che tutto funzioni.
Decisamente non puoi definirti un “modellista”.
No, questo è un lavoro molto diverso dal modellismo come di solito si intende, dove tutti i pezzi sono già pronti dentro una scatola di montaggio e si richiede solo l’impegno di incollarli insieme. Nel mio caso ogni dettaglio viene costruito e forgiato da me, altrimenti esisterebbero solo dei pezzetti di legno.
Infatti: nei tuoi lavori non c’è niente che assomigli a una scala industriale come avviene nel modellismo generalmente inteso. Se costruisci un modello, ti concentri solo su quello da quando inizia sino alla fine, non ne crei più esemplari dello stesso tipo in contemporanea.
Certo, questi che vedi sono pezzi unici. Se anche pensassi di realizzare uno stesso modello di auto una seconda volta, non sarebbe mai uguale al primo per tanti motivi. Userei forse dei tipi di legno diverso per qualche dettaglio. In ogni caso, non è ancora mai accaduto. Sicuramente mi divertirei meno a cimentarmi più volte con lo stesso modello.
Per la loro unicità, i tuoi lavori hanno un certo valore dal punto di vista artistico, ma anche da quello economico.
Sì, se dovessi vendere queste auto, non potrebbero costare meno di cinquemila o seimila euro ciascuna. Ma per il momento fanno parte della mia collezione, che serve per organizzare delle mostre per gli appassionati e partecipare ad altre iniziative eventuali, come una sugli antichi mestieri, dedicata soprattutto agli artigiani, che fu organizzata alcuni anni fa.
Quali sono le dimensioni medie dei tuoi modelli? Non è detto che si intuisca in modo chiaro dalle foto.
Misurano circa 35-40 centimetri di base, per un massimo di 70 nel caso di camion. È da notate che sono tutti realizzati su una medesima scala, nel senso che mettendoli vicini, in proporzione le loro dimensioni corrispondono a quelle reali.
Per la prima volta ho visto alcuni di queste tue sculture lignee in mostre riguardanti la tua attività artistica in senso più ampio, ma che non erano specificamente dedicate alle tue auto da corsa.
Ne avevo mostrate alcune nella mia ultima mostra di pittura, nella Sala Consigliare del Comune di Cutigliano e avevano riscosso molta curiosità e interesse.
Come corollario del titolo di questa intervista: con quale tipo di legno hai più confidenza?
Con tutti, per me sono tutti belli, posso dire che in questo caso specifico apprezzo quelli che che sono più funzionali per certe lavorazioni. La scelta avviene in base alle loro caratteristiche come ruvidità o nodosità… e all’accostamento cromatico che permettono di fare. Ognuno ha bisogno di una sua specifica lavorazione, soprattutto in base alla loro durezza o alla loro delicatezza.
Ce ne sono alcuni così morbidi che si possono scalfire anche con le unghie, vero?
Alcuni sì, come il pino e l’abete, molto morbidi.
E tra i più duri?
L’ebano, il bosso, che è durissimo. Quando un tempo gareggiavamo facendo le corse dei carretti, autocostruiti con il legno, le parti più vulnerabili erano sempre realizzate con il bosso, perché eravamo certi che avrebbe resistito agli urti.
Per ora direi di fermarci qui, vediamo anche quali domande possono esserci da parte dei lettori, quando questa pagina rimbalzerà nei social. E passiamo alla seconda parte, dove parliamo anche di penne…
Nella foto sopra, Marco Silvestri è con Samuele Bertinelli, sindaco di Pistoia fino al 2017.
(fine della prima parte)