Per ora questa statua, a Crystal City (Texas) dovrebbe salvarsi.
Nel mio libro Italia ride! non c’è esattamente un capitolo su Tom & Jerry, perché ciò sarà oggetto del secondo volume, che completerà questo tipo di viaggio nei fumetti italiani dal 1949 al boom delle riviste.
Ma vi sono dei cenni, relativamente alle versioni italiane pubblicate dall’editore Renato Bianconi.
Quando invece era l’Editrice Cenisio a pubblicare i fumetti di Tom & Jerry,nei negozi di giocattoli, o in quelli che all’epoca erano i “grandi magazzini” (Upim, Vittadello, qualcun altro di minore come il Duilio 48) proponevano anche dei pupazzi in plastica morbida (con piétta) raffiguranti più o meno fedelmente i personaggi dei disegni animati più popolari e dei fumetti.
Sono pupazzi anche rari, come il gommoso Braccio di Ferro di metà anni Sessanta che mi fu rubato nel corso di una mostra, dopo circa 45 anni di convivenza, da un lestofante collezionista di Napoli che si mise (evidentemente) d’accordo con un custode, prezzolato, corrotto, il quale decise di chiudere un occhio e farsi corrompere una volta di più intascando i bigliettoni. Il maledetto ladro, al quale auguro di cuore ogni ulteriore disgrazia (sempre ammesso che sia ancora vivo, non è affatto detto, mi giunse all’orecchio che sia gettato da un viadotto per futili motivi, senza portare seco Braccio di Ferro, che quindi non dispero di poter recuperare) possedeva il pupazzo analogo di Olivia e intendeva “maritarla” rubandomi il rarissimo esemplare di cui ero in possesso. Mai visto prima uno eguale, mai ne avrei rivisto un altro analogo dopo. Probabilmente nemmeno il criminale napoletano, da qui l’idea di commettere uno dei tanti reati di cui sicuramente si era macchiato già prima di allora un simile farabutto.
L’immagine sopra non c’entra nulla, è qui solo per attirare l’attenzione.
Ma torniamo al gatto e al topo, in particolare a Tom.
Nei negozi Vittadello vendevano in scatole dei pupazzi originari USA, in scatole con finestrella in cellophane con un personaggio grande e uno piccolo. Tom e Jerry, vestiti più o meno come nel cortometraggio iniziale del frullato di sequenze che ripropongo sotto, con Tom Maestro di musica, e un una seconda scatola con Bullo e Birillo.
Il corto sotto era stato inserito,in Italia, nel florilegio di capolavori della M.G.M. Tom & Jerry al 3° Round (1958).
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Non esistevano scatole con quello scemo di Pappalardo, con gilet arancione o meno.
A pensar male si fa male, ma a pensar peggio, a volte, si fa bene. O meglio: si coglie nel segno.
Come si può evitare di individuare almeno un filo di malizia da parte dei progettisti di questo gatto Tom per bimbi, se lo si guarda in prospettive particolari? Che sia sfuggito al “controllo parentale”?
Sotto: quando a scrivere le notizie sono i virologi…
(è una battuta)