L’eccelso, impareggiabile illustratore Riccardo Mannelli è, con Vauro, il vignettista satirico più noto di Pistoia, o meglio: appartiene a quella schiera di artisti di ogni tipo (pittori, registi, architetti…) che devono la loro formazione agli anni della loro vita nella città natale, ma che se ne allontanono per poter lavorare (e magari affermarsi) a livello internazionale.
La sua figura è talmente irriverente che lo stesso sistema di embeddamento e costruzione dei post, come questo, si rifiuta ripetutamente (da due giorni) di mettere online dei testi e delle immagini in più su Riccardo e su questa iniziativa.
Roba da chiodi, ma è così.
Che succede?
Nello specifico, è Roma ad accogliere Riccardo, come il suo amico e collega Vauro Senesi, nei turbolenti anni Settanta, quando in Italia si assiste a una virtuosa riscoperta della satira, con l’effimera ripresa di vecchie testate (“Marc’Aurelio”, “ on Basilio”…) e con la nascita di nuove iniziative. Mannelli, che sul mensile “Alter Linus” scrive e disegna Lupelio, con l’aiuto dell’amico cantante pistoiese “Ciccillo”, inaugura le riviste satiriche “I quaderni del Sale” e “Il Male”, che della prima è la logica evoluzione. Dopo l’indimenticabile settimanale irriverente, pluridenunciato, degli anni di piombo, ecco “Canecaldo” (traduzione maccheronica di hot dog), altra rivista fondata da Mannelli, ispirata alla francese “Hara-Kiri”, consorella patinata di “Charlie Hebdo”.
A Roma, Mannelli coltiva nel frattempo anche un’attività di pittore e quella di ritrattista grottesco, che lo rende inconfondibilmente riconoscibile come un David Levine “disturbato”, che unisce la raffinatezza del segno a un’indagine psichica impietosa delle vittime che ritrae. Sempre intento alla ricerca dei lati peggiori, più grotteschi e ridicoli da decenni Mannelli ritrae per “La Repubblica” o per “Il Fatto quotidiano” i protagonisti della scena sociopolitica, misere tessere del mosaico piuttosto repellente dell’umanità.
Tra gli altri, innumerevoli trofei di Riccardo ne voglio ricordare almeno due: un licenziamento da “Repubblica” (nel secolo scorso), operato dallo stesso fondatore del giornale, Eugenio Scalfari, e la realizzazione di quello che forse è il primo libro-reportage di giornalismo grafico di un autore italiano: Nicaragua (1990), presentato a Pistoia all’epoca, con lo scrivente davanti a una rigogliosa folla di adoranti fan dell’artista.
Ora, dopo tanto tempo,eccolo di nuovo, in occasione della nuova versione di Pistoia Comics, organizzata come un tempo da Stefano Bartolomei: un amostra mercato non solo dell’antiquariato cartaceo!
Mannelli incontra il pubblico e viene intervistato (ahimè, non dal presente blogger, assente) alle ore 16 di sabato 14, mentre altrove, non distante, tra Montale e Quarrata si marcia per la pace con Don Ciotti.