Contro il nazifascismo e la monarchia indecente che avrebbe potuto capitarci se il Referendum che sappiamo avesse avuto un esito diverso, VIVA ora e sempre la Repubblica, che è di tutti (e a tutti è dedicata) e non “solo degli italiani”, come chi, spaurito quanto spaventoso individuétto dalla mente angusta e dall’ego da umiliare, si ostinasse anche oggi ad annunciare.
Ma non ci sarà nessuno che lo farà, non credo voglia coprirsi ulteriormente di ridicolo, non ne ha proprio bisogno, a meno che non si crei una misura superiore all’en plein.
Nonostante questo, rigurgiti di nazifascismo, opera di “antitaliani”, spuntano troppo di frequente in questo periodo, favoriti da forze politiche irresponsabili che vanno progressivamente emarginate. Un esempio freschissimo, segnalato da Globalist (proprietario anche dello scatto qua sotto):
Le colline del comune di San Damiano D’Asti, simbolo della Resistenza italiana, sono state sfregiate due notti fa da una svastica che ha sfregiato il verde de prati. Un gesto provocatorio che ha sollevato parecchio sdegno nella comunità astigiana, ancora memore del dramma del fascismo e di tutti i morti uccisi in nome di quella macabra croce uncinata.
Una provocazione nazista come questa è inaccettabile in una democrazia. Ma non ho sentito praticamente nessuno (del Governo o delle istituzioni) che si sia preso la briga di stigmatizzare questo gesto, deprecandolo. Invece ho sentito un cialtrone che se l’è presa, stamattina, stupidissimamente ed eversivamente, con il Presidente della Camera. Il 2 giugno.
Onta imperitura su costui.
Il resto del servizio a questa pagina di Globalist.
In un mio libro che uscirà per conto dell’Anafi nel 2020 si parla anche di questo, tutto sommato. A questo si riferiscono le immagini “monarchiche” di Lupettino. Un fumetto per quanto mi riguarda molto amato, ma contenente piccoli veleni, con i quali un ex gerarca, monarchico, attivo anche negli anni della Repubblica, si cercava di influenzare i giovanissimi lettori.
Naturalmente lo faceva “alla cialtrona”; erano anni sempliciotti, diversamente dall’Inferno mediatico attuale.
Lupettino è un giovane principe giustiziere, eroico e integerrimo, inflessibile e incorruttibile. Costi quel che costi, è deciso a difendere la propria terra, il regno di Luponia, minacciato da un baffuto scoiattolo ribelle della Guardia reale: il vile Tegamino, che ricava il nome dalla casseruola impiegata per cappello.
Bizzarre sono anche le sembianze di Lupettino. Non assomiglia minimamente a un lupo, ha il volto rosa, le orecchie appuntite come un vulcaniano di Star Trek ante litteram, un ciuffetto a virgola ripreso dal personaggio di Cucciolo, che gli preesiste; ha lunghe basette un po’ brizzolate e uno strano naso rosa apparentemente spugnoso, o quanto meno dai bordi zigrinati, che alcuni disegnatori della serie si rifiuteranno di replicare per ragioni stlistiche. Alternativamente, attentano all’integrità politica e personale di Re Lupone, papà di Lupettino, anche altri lestofanti come Jack lo sfregiato, dal brigante Scimpanzé, lo zingaro Zipitè, il bandito Ranocchione e la sua «tribù dei Rospi Raffreddati». Aiuta l’eroe della testata il fedele luogotenente dalle sembianze canine Ciccio (che viene definito «dal pel riccio», benché dal disegno non risulti affatto), il quale combatte con successo i vari nemici brandendo preferibilmente un enorme «osso di presciutto».
Il clima della serie è quello di una reiterata congiura da operetta, assai provinciale e improvvisata, per bambini, ma sprizzante quella genuinità e quella spensieratezza che rendono il fumetto congeniale al suo tempo e al suo target: una platea di lettori che si intuisce molto allargata, stando all’annuncio pubblicitario che definisce il nuovo tascabile «la più spassosa delle riviste creata [Sic] per voi. Fondata sul buon umore e dà buon umore a tutti coloro che la leggono, indipendentemente dalla loro età».
Le parti redazionali del tascabile, spesso assai abbondanti, sono condotte con un tono spigliato e un po’ beffardo non troppo dissimile da quello che in contemporanea Guido Martina adotta su «Topolino». A redigerle è in gran parte l’influente giornalista Nino Capriati, critico teatrale sui generis e gran faccendiere nel mondo dello spettacolo romano. Capriati scrive su «Film» negli anni della guerra e fonda alla fine del conflitto il Premio Maschera d’Argento, che in breve tempo verrà considerato il più importante riconoscimento italiano per lo spettacolo, ospitato nella capitale dalla Casina delle Rose, dove fra gli altri lo presentano nel corso degli anni Mario Riva, Corrado Mantoni, Lello Bersani o Nuccio Costa.
Insieme a Capriati, giornalista dotato di un certo spiritaccio, quanto controverso per la personalità impetuosa e insofferente delle regole, nostalgico del passato regime e implacabile tombeur de femmes, per «Lupettino» scrive qualche redazionale anche il direttore responsabile.
Vabbe’, di questo, volendo, leggerete a lungo in un librone enorme (che non parla solo di questo, naturalmente).
In chiusura ho il piacere di embeddare un lungo video sul panel tenutosi a Roma, in occasione della manifestazione ARF. Un’occasione di confronto per capire, al netto degli eventi più o meno mediatici, se esiste un modo coeso per fare antagonismo e per fare fronte comune nonostante la diversità.
Interventi, nel dettaglio:
00:00:00 – Apertura di Mauro Uzzeo
00:02:58 – Video messaggio di Marco Rizzo
00:07:56 – Adriano Ercolani
00:12:51 – Maura Gancitano
00:20:16 – Daniele Fabbri
00:27:57 – Michela Murgia
00:42:53 – Massimiliano Clemente
00:49:38 – Zerocalcare
01:00:00 – Alessio Spataro
01:07:05 – Power Point illustrativo e tributo alla Professoressa Rosa Maria Dell’Aria dell’istituto tecnico Vittorio Emanuele III di Palermo
01:20:59 – Conclusioni di Maura Gancitano
01:24:16 – Conclusioni di Daniele Fabbri
01:25:57 – Conclusioni di Michela Murgia
01:30:58 – Conclusioni di Massimiliano Clemente
01:32:42 – Conclusioni di Zerocalcare
01:34:40 – Conclusioni di Alessio Spataro
01:36:50 – Conclusioni di Adriano Ercolani e Mauro Uzzeo
Registrato domenica 26 Maggio 2019.
Il link è qua sotto. Vale davvero la pena di ascoltare con attenzione tutto quanto.
https://es-pl.com/video/-tjXBIcHdW8/arf-2019-fedeli-alla-linea-la-linea-qual-e.html
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