La notizia non è nuova: è dall’inizio di agosto che, ogni settimana che Giove (o altra divinità a piacere) mette in terra, con il ristretto staff di Nona Arte e di Re Noir, con le traduzioni di Pier Luigi Gaspa, mandiamo in edicola, tramite la Gazzetta dello Sport, un album inedito di 96 pagine (solo poche volte con foliazione leggermente diversa, secondo necessità) di Braccio di Ferro, alias Popeye.
Questa notte, per esempio, stimo cercando di chiudere il fascicolo n. 45 e tra pochissimi giorni il n. 46.
Oltre a Olivia e Braccio di Legno, Pisellino e Bluto, la Strega di Mare e Castor Oyl, è di scena anche John Sappo, del quale scopriamo una insospettata abilità nel disegno creativo.
Elzie Crisler Segar era un eccezionale disegnatore oltre che un umorista evergreen.
L’idea di movimento resa dalla vignetta qua sotto è encomiabilmente esilarante.
Ecco una striscia (verticale) di Sappo, personaggio che, abbiamo capito, piace a una sparuta pattuglia di lettori di questo blog, tipo il berlinese Paolo e il laziale (credo) Umberto.
O è romanista?
Ma forse nessuno dei due aveva visto cosa questo personaggio, poi ripreso da Bud Sagendorf e poi da George Wildman (con risultati non eccelsi), facesse all’inizio della sua carriera, nel lontano 4 gennaio 1921.
Si tratta probabilmente del debutto di Sappo, anche nessuno al mondo può dirlo con certezza. Lo stesso blog che resuscita la striscia dal dimenticatoio, Screwball Comics, gestito dal fumettista Paul Turney, si lancia in un’ipotesi del genere (che sia questa la prima apparizione di Sappo), ma non metterebbe la mano sul fuego per non brasarsela come Muzio Scevola.
Il 30 novembre di quall’anno ecco anche la moglie di Sappo, Myrtle.
A questo punto i personaggi hanno già l’aspetto definitivo, possono prepararsi a incontrare il folle professore O. G. Wotasnozzle, il barbuto sotto.
Nella sua unica apparizione italiana in un libro a lui dedicato, Sappo veniva così presentato da Mario Spagnol (si suppone, o da un suo editor) nella collana Gli Oscar della Mondadori.
Il davanti del volume.
Ed ecco la biografia del grande Segar, come la si scriveva nell’anno di indulto (nessuna grazia) 1935.