Uno sgomento “ciao”, dovrei dire. Come sempre non ci sono parole, quando un amico ci lascia, e nel caso di Pino Rinaldi non ci sono nemmeno sillabe, tanto la sua scomparsa ha lasciato senza fiato anche le persone con cui era più di frequente in contatto.
Ne parla diffusamente nel suo blog Marcello Toninelli, al quale rimando.
Naturalmente, ricordo benissimo quella Lucca Comics del periodo della mia direzione culturale, alla quale allude Marcello.
Sono passati più di vent’anni.
Prima di allora ci eravamo incontrati tante volte ovunque (a quell’epoca si frequentavano le fiere, i festival e le mostre mercato; c’erano due Expocartoon all’anno a Roma, due Lucca Comics, Treviso Comics, il Convegno di Prato e un sacco di altre. Complice Paolo Ferrari, della Sergio Bonelli Editore, avevo presentato Pino (forse per la prima volta) al pubblico di Lucca ancora sotto la gestione precedente alla mia, quella di Ernesto G. Laura, quando la manifestazione subìva oggettivamente un declino di credibilità (non per colpa di Ernesto, intendiamoci!) e solo la Bonelli e la Marvel Italia sembravano sostenerla augurandole un futuro migliore, fra i gruppi editoriali importanti esistenti allora.
Presentai Pino a un pubblico entusiasta e quasi adorante, sorprendentemente fitto, quando uscì il primo numero di Nathan Never disegnato da lui, con un taglio grafico molto americano.
In quella Lucca, la sala incontro, pur spartana (senza palco e con un solo microfono), era uno dei luoghi più affollati, e verso la fine della conversazione lo fu ancora di più, perché passò là davanti a noi nientemeno che Stan Lee, accompagnato a visitare i padiglioni da Marco M. Lupoi, che l’aveva invitato in Italia.
Inutile sottolineare che quello della Marvel e dei supereroi di fine secolo era il vero mondo fumettistico di Pino, contrapposto a quello della scuola narrativa italiana a cui anche Nathan Never, pur con una vena assai innovativa, apparteneva.
Poi, negli anni seguenti ci sono state le serate alla Casina Rossa, i fumettisti cantanti presentati (tra gli altri) da Emanuele Cutsodontis, Claudio Villa che cantava brani di Claudio Baglioni, tante cose che Pino ricorderebbe volentieri se potessimo ritrovarci a parlarne ancora.
Cartoonist Globale porge le sue condoglianze alla famiglia.