Per qualche strano motivo (mi segnalano) alcune immagini dell’ultimo post, peraltro “aggiustato” un paio di volte, non sarebbero visibili a tutti, o meglio, alcune volte sì, altre volte no.
Curioso.
Accade come per la maggioranza stragrande di quelle che erano stato correttamente inserite in questo blog che tra poco festeggia il suo decimo compleanno, ma che poi sono misteriosamente scomparse quando il Sole 24 Ore ha deciso di cambiare sistema di impaginazione, da TypePad e questo qua, attuale, che non nomino per fargli dispetto.
Tento di rimediare parzialmente inserendole di nuovo in questo post, dedicato alla mostra (del tutto in tema) La TV prima e dopo Carosello, che si sta tenendo al 4 febbraio (ed è visitabile fino al 9 aprile 2017) a Perugia, presso il Museo civico di Palazzo della Penna, in Via Podiani, 11.
Bontà loro, gli organizzantori, nella figura istituzionale della Biblioteca delle Nuvole (biblioteca comunale del Fumetto liberamente consultabile, alla quale porterò alcuni volumi recenti che mi riguardano) hanno deciso di invitarmi, poiché alcuni di loro (Claudio Ferracci!) conoscono benissimo che la mia “conoscenza affettiva” per il Fumetto è pari a quella per lo spettacolo radiotelevisivo (e non solo) italia.
Con i padroni di casa interviene anche Luciano Bernasconi, disegnatore di fumetti, autore delle testate “Pappagone” e “Ciccio e Franco”.
A questo proposito, appena possibile vi segnalerò lo stock completo, scaricabile in podcast, delle puntate del raro show Gran Gala, diretto da Riccardo Mantoni (il fratello di Corrado), andate in onda nel 1959, presentate da una sorprendente, giovanissma Mina, anche più presente che nelle note Studio Uno del decennio successivo.
Torniamo a noi. Demonizzata o esaltata, la TV è comunque un pezzo della nostra storia recente e uno spaccato della società italiana e dei suoi cambiamenti.
Carosello, dal 1957 al 1977, ha accompagnato ogni sera, grandi e piccini, con sketch e animazioni pubblicitarie che hanno saputo raccontare l’Italia di quegli anni restando nella memoria e nel linguaggio comune grazie a personaggi e testimonial d’eccezione.
La Mostra ripercorre con ambientazioni, filmati, oggetti d’arredo e suppellettili lo spazio domestico degli anni a cavallo tra il dopoguerra e gli anni ’70; anni in cui l’avvento della TV ha modificato il concetto stesso di focolare familiare, trasformando un “elettrodomestico” in un media capace di influenzare comportamenti, modelli culturali e sociali in un reciproco gioco di specchi in cui la televisione rifletteva la società e, nel contempo, la trasformava.
La mostra, a cura di Fabio Melelli e Luciano Zeetti, e grazie ai contributi di Rai Teche, Misseri Studio Produzioni Cinetelevisive, Museo del Gioco e del Giocattolo di Perugia e l’Archivio storico Buitoni-Perugina, sarà documentata da un libro-catalogo edito da Aguaplano che raccoglie documenti, immagini e una ricca sezione di interviste ai protagonisti di quegli anni, artigiani e geniali innovatori che hanno messo in scena una irripetibile rivoluzione pop.
Tra parentesi, questa tavola con Zurlì e Popoff (Walter Brugiolo) è disegnata da Michele Arcangelo Jocca.