Mentre sta preparando novità letterarie di calibro internazionale (assolutamente top secret) da leccarsi i baffi, Alberto Becattini ci apre uno spiraglio di conoscenza, precisando che Freddy Fawn appare sui nn. 5-7 (in realtà 1-3) dell’albo Sniffy the Pup della Standard Comics, nel 1949-50. T
Ecco del caro Freddy tre splash pages. Può darsi che sia anche sul n. 8, al quale purtroppo non Alberto non ha accesso (e nemmeno noi).
Questa è la prima parte di un post in due tempi, abbiamo detto.
Per far capire a cosa si riferisce forse è giusto mostrare per intero il post, che si riferisce ad Al Hubbard e a Tesori International (che prosegue la sua corsa con un ottimo Paul Murry – Bob Ogle, in edicola tra un mesetto circa (da non perdere).
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Cosa c’entra Mickey Rooney?
Ma c’entra, eccome! Guardate il video sopra con attenzione…
Chi ha cominciato a interessarsi di Al Hubbard acquistando il volume della collana Tesori International su Paperoga intitolato a lui e a Dick Kinney, può darsi che ignori la grande arte di questo disegnatore fuoriclasse profusa in fumetti, illustrazioni e disegni animati che esulano da questa produzione di fumetti per il Disney Studio Overseas Program realizzata fra gli anni Sessanta e Ottanta.
Oggi proponiamo un’angolatura differente del discorso, riferendoci al mondo delle tavole originali, sul quale sarà forse il caso di intervenire in qualche occasione in modo serio. magari in un convegno apposito, in un saggio, in un programma televisivo (sicuramente di nicchia) o in un nuovo vlog, che sarebbe il caso di varare al più presto.
Torniamo su Hubbard con le tavole che il collezionista sfegatato, e nostro fedele “seguitore” William Brignone ha inviato a suo tempo a Cartoonist Globale.
Ci è tornato alla mente questo materiale proprio oggi, durante la redazione di un articolo per la rivista dell’Anafi, Fumetto, a proposito dell’Anatroccolo Gimbo, sconosciuto ai più.
Mentre qualche anno fa era praticamente impossibile accedere a materiale pubblicato dall’etichetta Standard, pensato e elaborato nell’ambito del famoso Sangor Shop, adesso la cosa sembra decisamente più facile, grazie a eBay e alle case d’asta o di vendite online.
Perciò spuntano fuori a sorpresa perle su perle, non sempre in ottimo stato di conservaxione.
Sulla qualità del lavoro di Hubbard, specie se all’inizio della sua attività di fumettista autonomo, dopo aver inchiostrato le matite di Ken Hultgren e studiato (a quanto pare) la tecnica di ripasso Walt Kelly, si è detto più volte.
Nello specifico, l’interesse sta nel poter osservare le caratteristiche tecniche e lo stato di conservazione di queste tavole di Freddy Fawn, un personaggio effimero e non certo degno di essere scritto in caratteri d’oro nel Libro dei Comics.
Interessante è, soprattutto, poter individuare le evidenti fasi della produzione delle tre tavole di questa storia, deducibili dalle varie “pecette” e incollature, dai ritocchi e dall’uso di biacca per mascherare qualche magagna preesistente.
Hubbard semra aver lavorato su questa storia in almeno due tornate creando layout diversi, forse seguendo un’unica sceneggiatura. Ha dovuto tornare sui propri passi per qualche ragione che ignoriamo, forse su richiesta dell’editor dello studio, Jim Davis, perché la prima interpretazione consegnata non rispondeva ai criteri richiesti.
Sembra anche ci sia stata la necessità di “allungare” il brodo dell’episodio, compreso in un primo tempo in un numero di pagine più contenuto.
Poi, forse, Hubbard ha dovuto porsi il problema di ridisegnare delle vignette in tutto o in parte. In particolare, in queste prime tre tavole non c’è una sola raffigurazione del personaggio di Willy Weasel sopravvissuta alla prima stesura.
Forse esisteva un model sheet preconfezionato di Willy, da condividere con altri disegnatori per altre storie, e Hubbard non l’aveva seguito in una prima esecuzione grafica dell’episodio?
Non lo sappiamo, ma potrebbe darsi.
Forse lo sa l’esperto americano Steven Rowe, che si è occupato a lungo delle storie e degli autori del Sangor Shop e delle etichette minori di comic books, specie se destinate all’infanzia.
Tutte le altre possibili osservazioni saranno ben accolte.
Sopra, altre quattro tavole del Sangor Shop, acquistate dal cartoonist svedese Joachim Gunnarsson, che lavora alla Egmont Publishing.
Dopo un attento esame, per cercare di individuarne l’ignoto disegnatore, siamo giunti alla conclusione che Hubbard è ancora presente (indiscutibilmente sue le facce feline), ma che le matite, forse molto accennate, sono di Hultgren. L’episodio, di cui ignoriamo il titolo (se ve n’è uno) poiché monco fra le altre della prima tavola, sembra appartenere al ciclo Puss an’ Boots, come si legge dall’appunto a matita in alto.
Ma Puss an’ Boots, vale a dire gli italiani Tom e Dingo (una storia dei quali disegnò anche Nicola del Principe, ne mostro una tavola sotto) hanno una somatica molto diversa nella versione che Dan Gordon avrebbe definito per il comic book Film Funnies (vedi sotto).
Che questo sia stato l’episodio “formativo” di prova? L’ipotesi è degna di essere accolta.
Un saluto con Jim Cummings, the voice of countless Disney favorites, ‘gets dangerous’ with some of your favorite Disney characters.