JE NE SUIS PIÙ CHARLIE, MANCO PER NIENTE!

il mio pappagallo a Sydney-periferia viene a trovarmi

Qui agli Antipodi dove ho trascorso l’estate, le notizie rimbalzano con un certo ritardo, sarà il fuso. Si tira tardi giocando a bowling con gli armadilli, si scommette sui canguri dagli zompi più gagliardi e le ore scorrono come nulla, pfff.

Si dice, per esempio:
Giudicare la satira con il metro del “quanto mi fa ridere” e’ come giudicare un editoriale di un quotidiano con il metro del “quanto le natiche dell’editorialista sono sode”: non c’entra nulla.
Se tu preferisci farti una bella risata, e quindi alla satira preferisci la parodia, lo sberleffo, la faccetta, il doppio-senso, il cabaret tutto ciò e’ assolutamente normale: la satira e’ una nicchia che più nicchia non si può. Lo sa benissimo il conto in banca di chi la fa: infatti generalmente dopo un po’ la abbandona e passa a fare altro (Benigni, Grillo).

seisme-italienne-charlie-hebdo

Per questo, anche la polemica sulla satira di Charlie Hebdo ne risente; arriviamo tardi e tutto quello che il dolente Cartoonist Globale può mettere online emana un inconfondibile sentore di muffa.
Tutti hanno già detto la loro, stigmatizzato l’oscenità e si sono scandalizzati, che altro c’è da aggiungere?
Propongo, giusto per coprire la materia, alcuni commenti giunti direttamente sulla pagina Fb del settimanale, praticamente tutti in di italiani, a parte qualche francofono-italofono, che ha riportato la discussione sui binari corretti e meno provinciali di chi si schiera con la satira quando c’è da scagliarsi contro chi professa religioni diverse dalla nostra (Islam e dintorni) e la condanna a morte quando invece parla di noi.
Un atteggiamento molto salvinista, non c’è che dire.

Risposte uno
Commenti due
commenti tre

Eccetera.

Ritardo imperdonabile a parte, il presente post ci è avanzato e invece di ficcarlo in pattumiera, lo affidiamo a questa idrovora di blog che da nove anni e rotti macina immagini, frulla blateramenti e fa share suo malgrado.

La vignettista trentaquattrenne Corinne Rey, in arte Coco, che tutti ricordiamo come sia stata coinvolta personalmente nella strage dell’Isis a Charlie Hebdo del gennaio 2015 (e della quale immaginiamo anche con quali travagli personali abbia dovuto combattere da allora) si è presa la briga di spiegare, con una vignetta ulteriore (quella riprodotta sotto) il significato non compreso di quella pubblicata da Charlie a proposito del terremoto ad Amatrice e dintorni. Ma sembra aver addirittura fatto peggio.

Coco - Vignetta esplicativa

Marche_Charlie_Hebdo_Paris_01

Nella foto sopra, Coco (alla destra estrema) mentre partecipa alla «marche républicaine» di Parigi, a gennaio 2015.

Coco Charlie Hebdo

Cartoonist Globale non capisce e non condivide le reazioni indignate, paragonabili a quelle che si scatenarono a proposito di una vecchia vignetta di Vauro dove, parimenti, era di scena la morte.

Il senso della vignetta del presunto scandalo mi è apparso chiaro subito, ma forse per comprenderne il significato bisogna essere “attrezzati” a leggere anche quello che non ci piace con il distacco che sicuramente gli umoristi possiedono, ma che forse non è comune come si pensa.
Personalmente, condivido quanto scritto sinteticamente da Rita Canfora.

Rita Canfora

Il fedele Sebastiano, come molti altri commentatori di Cartoonist Globale, da quando Il Sole 24 Ore ha unilateralmento deciso di eliminare i commenti del blog, continua a spedire interventi, ma per via privata, a uno dei miei indirizzi di posta elettronica australiani. In proposito alla faccenda delle vignette sul terremoto scrive, acutamente:

Ciao Luca,

ho saputo delle vignette di Charlie Hebdo e delle reazioni di tanta gente che non capisce la differenza tra satira e comicità!!!

Sostengono che non fa ridere e cominciano a dire: non sono Charlie!
Ma la satira non serve per far ridere!
il sorriso che a volte ci scappa è AMARO!
ASSAI AMARO!

La vignetta non è contro i morti (alcuni hanno detto che i morti non si toccano), ma contro tutti i corrotti che permettono che cose del genere succedano.
ora, stranamente esce fuori che i soldi per l’adeguamento delle strutture sono spariti, sai che novità!
Come se fosse la prima volta!
E invece di prendersela coi colpevoli se la prendono con chi cerca di “adirarli” e indirizzarli verso i colpevoli!

… Su una pagina che ha condannato la vignetta ho visto che ha quasi tre milioni di mi piace!!!
E’ inutile provare a commentare per cercare di spiegare cosa sia la satira.

Come si fa a parlare con gente con pochi neuroni, tanto per “citare” l’editor di un “giornale” (che voleva “articoli” semplici) con cui ebbi ad aver a che fare?

Come mai oltre al tasto -mi piace- non mettono anche quello -non mi piace- ?

Fin qui Sebastiano.

Qui, con LA VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO SPIEGATA A MIA MADRE
Gli Stati Generali ha già spiegato molto.

Inoltre, proprio for dummies, se uno spostasse la propria prospettiva all’estero, capirebbe che una delle ragioni per le quali l’Italia è conosciuta nel mondo non sono più tanto la letteratura, l’arte e la cultura che l’hanno resa grande nei secoli, ma il malaffare istituzionale e, per fortuna, la gastronomia, che infesta da (troppi) anni i palinsesti televisivi.

Ergo, la cittadina di amatrice è conosciuta esclusivamente per la pasta all’amatriciana. Da qui lo spunto per la vignetta sulle lasagne e sulle altre specialità italiane note all’estero come primi piatti.

Il significato della vignetta, ancora una volta: gli italiani si conoscono per la pasta e hanno smarrito la loro strada gloriosa, sepolti sotto un’interminabile terremoto di scandali (nostri ambasciatori nel mondo), dovuti ad accordi stretti fra criminalità comune e organizzata. Quella che all’estero viene definita sbrigativamente “Mafia” per indicare tutto il resto, comprese le società segrete che ne tirano i fili e commissionano delitti.
Aggiungiamo anche che (apprendo da Fabrizio Mazzotta, traduttore di fumetti francesi e belgi) “penne” in francese colloquiale significa “costruzioni edilizie fatte con materiali scadenti”.

Il significato delle vignette tradotto, infine: italiani, liberatevi di questa morsa, e della complicità fra istituzioni e malaffare, se volete evitare questi disastri!

A noi australiani di adozione sembra un messaggio irrispettoso, anzi, coglie perfettamente nel segno. Altrettanto, e ancora più chiaramente, lo sottolinea la vignetta di Coco, che specifica: “Ve la prendete con noi satirici che vi mostriamo la triste realtà, invece di indignarvi per combattere la criminalità che permea la vostra vita quotidiana”.

A dire il vero, un po’ di indignazione c’è, fra noi residenti a Sydney, perché siamo perfettamente in grado di individuare chiaramente quali burattinai ancora ci sono a tirare i fili delle italiche marionette.

canguri