La nostra amica (e, modestamente, un tempo, anche discente, come dire?) Francesca Fornario, si è esposta, anche rischiando, dato il clima di oscurantismo vigente in Rai dopo lo scempio che nei palinsesti sta perpetrando Matteo Renzi tramite i suoi luogotenenti: tagliando voci critiche e scomode per il Rignanese e il referendum che lo stangherà, auspicabilmente, con il suo inatteso risultato, frutto del disprezzo che la maggioranza degli italiani sta nutrendo verso di lui e il suo gruppo di amichetti del governino (satira, satirissima!).
Francesca ha scritto sulla sua pagina Facebook quale razza di coprifuoco investa autori e conduttori di programmi Rai, complice il fiorentino renziano Carlo Conti, un professionista noto per la sua “modernità”, a fronte della quale Pippo Baudo si tramuta automaticamente in un Lenny Bruce.
Bella gente, davvero. Se qualcuno aveva dubbi sulle ragioni dell’inserimento del prezzo del canone nelle bollette della luce, adesso ha la risposta. Il governino rignanese è come se dicesse “Paga e ascolta quello che voglio io, non puoi sottrarti, o rinunci alla tele”.
Democrazia?
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Scrive Francesca:
“Ricapitolando: niente battute su Matteo Renzi, niente politica, niente satira, niente personaggi, niente imitazioni, niente copioni, niente scenette qualunque cosa siano, niente comicità e che altro… ah, niente battute sul fatto che non si può dire comunista. Quel che resta – il mio imbarazzo e bene che ci vogliamo io e Federica Cifola – va in onda ogni sabato e domenica in diretta su Radio2, dalle 18 alle 19.30″
Luca Telese sul Fatto Quotidiano commenta:
“Conosco la Fornario da anni (…), so che è una persona seria e rigorosa. Non posso quindi dubitare nemmeno per un secondo che ciò che ha scritto sia vero. Ma non c’è bisogno di conoscerla. Se non fosse vero sarebbe una fatto automatico l’obbligo di dimettersi. Se invece è vero, è automatico il rischio che questa coraggiosa denuncia potrebbe portarla alle dimissioni, quindi sta correndo un rischio sulla cosa più importante il suo lavoro (oltre a Mamma non mamma, la Fornario è una del autrici più importanti di Un giorno da pecora). Se fosse vero e se fossimo in un paese civile, quindi, dopo questa rivelazione, dovrebbero dimettersi il capostruttura che le ha trasmesso questa consegna, e – se la disposizione venisse da lui – il neo-direttore artistico Carlo Conti, e/o i direttori di rete che gli stanno consentendo di comportarsi come Attila nel palinsensto della Rai (come dimostra l’annunciata è ritratta chiusura di Seiunozero). O si dovrebbe dimettere chiunque – qualora lui non ne sapesse nulla, ha approvato, veicolato, questa direttiva”.
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Ma, com’è noto, in un Paese civile non siamo.
Sopra, Francesca con noi a Napoli Comicon 2016, con Valeria Parrella, in uno scenario lampadato come Carlo Conti.
“Esiste la direttiva sulla censura preventiva della satira nei programmi di Radio Rai? Se sì, la presidente Maggioni deve intervenire subito”, scrive su Twitter Federico Fornaro, senatore della minoranza dem che nei giorni scorsi si era dimesso dalla commissione di Vigilanza Rai, in seguito alle nomine dei nuovi direttori dei tg.
Queste parole sono riportate dal quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Qui, il servizio di Repubblica sulla censura resasi necessaria in Rai dalla inevitabile (secondo Matteo) vittoria del Sì al Referendum, messa in forte dubbio da recenti sondaggi, che danno in vantaggio il NO, per il quale tutti gli italiani di buon senso sono stati giustamente chiamati alle urne al momento buono per esprimersi sulla Schiforma.