FASCISTI DI IERI (10 aprile), FASCISTI COME IERI (inizio ‘900)

Mussolini a capo in giù

Sembra davvero incredibile che nel 2016 un Paese anche notoriamente conservatore come l’Italia ancora debba contestare la condanna irrevocabile, dettata dalla Storia, di un dittatore responsabile di incalcolabili e innumerevoli crimini come il Duce del Fascismo.

Ma l’arretratezza culturale di una parte degli italiani, fortunatamente minoritaria, ci riserva sempre delle sorprese (terribilmente sgradevoli, ovvio). Mai abbassare la guardia!

L’ultima bravata fascistoide si è consumata nella Città Eterna, alla fiera di Romics, manifestazione molto decaduta dopo l’assenza (non voluta) di Luca Raffaelli come Direttore Artistico, ma che merita comunque il rispetto dovuto a una fiera che smuove parecchie migliaia di visitatori e un notevole fatturato.

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Per i fattacci lasciamo direttamente la parola alla casa editrice che ne ha fatto le spese, la Shockdom, che ha la più totale solidarietà di cartoonist Globale.

“Domenica 10 aprile, nel tardo pomeriggio, durante la manifestazione Romics 2016, tre uomini si sono avvicinati allo stand Shockdom, con una videocamera. Uno di essi, fingendo un inciampo, ha versato della Coca Cola su alcuni volumi. Nel momento in cui gli standisti si sono avvicinati per pulire le copie, queste tre persone hanno iniziato a lanciare alcune pubblicazioni contro lo staff riprendendo il tutto con la videocamera. Nel fare questo hanno chiesto del fumetto Quando c’era LVI”.

“Un visitatore presente in quel momento allo stand, anche lui bersaglio del lancio delle copie, ha risposto che il fumetto era finito, invitando con tono deciso le tre persone ad andare via. Gli eventi si sono svolti molto velocemente, per cui lo staff, colto di sorpresa e anche intimorito dal comportamento dei tre uomini, non ha avuto tempo e modo di fare loro fotografie e/o riprese. Per fortuna non ci sono stati scontri fisici e quindi nessuna conseguenza per le persone”.

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“La casa editrice ringrazia lo staff presente per il proprio comportamento che non ha ceduto alla provocazione ricevuta. La polizia è subito intervenuta raccogliendo testimonianze e prove dell’avvenuto. Shockdom ringrazia l’organizzazione del Romics per il supporto avuto, consapevole che un fatto come questo non sia prevedibile da parte della sicurezza di un evento. I danni ai volumi sono stati valutati tra i cinquecento e i mille euro. Shockdom sporgerà denuncia contro ignoti”.

“La pubblicazione di Quando c’era LVI di Daniele Fabbri e Stefano Antonucci ha scatenato forti reazioni, specie sul piano dialettico e mediatico, come è giusto che sia. Siamo in un paese democratico, in cui vige la libertà di parola ed espressione. Probabilmente l’argomento di cui tratta l’opera, il fascismo e il Duce, è ancora un nervo scoperto per una parte degli italiani e l’emotività può portare a comportamenti non leciti.”

Prosegue il comunicato della Casa editrice, con una precisazione forse non necessaria dove si sottolinea l’imparzialità politica della linea Shockdom.
Personalmente (ma questo non interessa a nessuno) riteniamo (pluraleplabaglatis) riteniamo che sia invece sempre importante prendere posizione e fare delle scelte politiche, rivendicandole con forza alla luce di princìpi in cui si crede.
Così si chiude il comunicato.

“Shockdom è aperta a qualunque opera di qualità, indipendentemente dal colore politico, dal credo religioso, dall’appartenenza etnica e siamo da sempre disponibili al confronto purché rientri nella discussione aperta e costruttiva e ovviamente nell’ordine della legalità. La pubblicazione dei quattro numeri di Quando c’era LVI andrà avanti con la programmazione già definita e non subirà rallentamenti o modifiche”.

Il video della “bravata” descritta è stato postato su You Tube (nella miglior tradizione degli atti di bullismo) dalla persona che l’ha compiuto, per vantarsene, come fanno i teen-agers no future.

Il responsabile è un tal Davide Di Stefano, fratello di un talaltro Simone, leader di Casapound e candidato sindaco a Roma, come un’altra milionata di persone.

I due autori hanno scritto in merito: “Noi non siamo tutori della legge,non vogliamo arrogarci il compito di stabilire se sia legale o no dire o fare certe cose, a quello ci pensa la legge. Noi siamo autori satirici, abbiamo i nostri pensieri, e tra questi c’è: “fascisti-fare-schifo” – scrivono – Per questo motivo, noi facciamo schifo ai fascisti. E vabbè, ci mancherebbe altro. Ma qui sta la differenza: noi il nostro schifo lo esprimiamo con un fumetto (un lavoro artigianale che serve a far ridere la gente), i fascisti con le intimidazioni (non sempre legali e umoristicamente discutibili)”.

Aggiungono, anche: “Ora siamo preoccupati da una questione di carattere prettamente “umoristico goliardico”: siccome ripetere la stessa gag troppe volte, a lungo andare ne riduce l’effetto comico, non vorremmo che in caso di nuove “burle” volessero sostituire la gag della coca-cola con cose più splatter, come appunto i bastoni, le catene”.