E’ come dice il titolo che andremo a vedere il nuovo lungometraggio, pieno di esilaranti animali antropomorfi, che uscirà invece in lingua italiana il giorno 18.
Il contenuto di questo post è stato iniziato a scrivere il giorno 1 in Venezuela e deve fare il giro del mondo.
Da allora la sua scrittura è stata più volte interrotto e sono piovute alcune sciagure. A Sanremo è giunta anche Cristina d’Avena. Renato Zero ha somministrato il sermone.
Il giorno 2 la donna delle pulizie l’ha messo casualmente in un cassetto occultandolo alla vista della redazione di Cartoonist Globale ed è caduta la grandine falcidiando le messi.
Oggi, finalmente è stato ritrovato, e la sola intenzione di pubblicarlo ha fatto spuntare le pozzanghere un quadrifoglio.
Speriamo bene.
Non rompete la catena, mi raccomando.
Altrimenti non restano che i secchi d’acqua in sostituzione, della catena.
Lo aspetteremo in un cinema d’essai (o come vogliono chiamarli alternativamente in alcuni centri) oppure attenderemo con ansia il dvd che riproduce, anche per noi italiani, la traccia originale. La cosa ci serve anche per ammirare il fino lavoro di sincronizzazione delle labbra con l’audio degli attori USA: una specificità che si perde in ogni doppiaggio, in generale, ma che può essere particolarmente esaltante in un film come questo, ampiamente basato sull’appeal dei personaggi, il cui character design è da bacio accademico.
Un paio di settimane fa, si favoleggia, a Roma sono stati presenti i sempre mai poco laudati registi Byron Howard e Rich Moore e il produttore Clark Spencer, insieme al cast italiano che ha lasciato perplessi molti appassionati sinceri di animazione, per avere nuovamente premiato i cosiddetti “talent” in luogo di doppiatori professionisti, una categoria della quale l’Italia vanta la crema della crema a livello mondiale.
Si parla di uno dei più bravi e rinomati, anche come doppiatore, Massimo Lopez, che fornisce le corde vocali a Lionheart, sindaco di Zootropolis, ideatore del mantra secondo il quale “a Zootropolis chiunque può essere ciò che vuole”.
Di gelo ci lascia Paolo Ruffini, pochissimo amato in genere (dall’universo mondo) per la sua attività nello spettacolo, autore di uno scivolone imperdonabile, da rozzo provinciale, con Sophia Loren anni fa alla cerimonia di premiazione dei David di Donatello.
Chissà èerché l’hanno scelto per Yax, il bovino fonte inesauribile di consigli.
Tra gli altri c’è anche Nicola Savino, contorsionista della voce televisivo e radiofonico, non simpaticissimo, ma dai riflessi pronti e dalla battuta jazzata. Interpreta Flash, il bradipo più “veloce” all’interno del DVM (Dipartimento dei veicoli mammiferi), mentre allucinante è il coinvolgimento di Frank Matano (del quale Cartoonist Globale apprezza solo la parodia fattane da Crozza). Costui è Duke, una piccola faina truffaldina, poverello. Infine, l’ex terruncello Diego Abatantuono, che un dì sottrasse questo personaggio alla buonanima di Giorgio Porcaro (che lo inventò). Si veda sotto.
“Dieco ti spièco” interpreta Finnick, il volpone complice di Nick Wilde, mentre l’attrice comica Teresa Mannino è Fru Fru, la figlia di Mr. Big, il più pericoloso boss criminale di Tundratown: un piccolo mammifero con una grande personalità e l’incredibile voce di Leo Gullotta.