Tanti sono gli argomenti che non ho il tempo e il modo di trattare in questo blog (e questo l’abbiamo capito – direte voi dodici lettori – lo scrivi sempre!). Vanno dalle notazioni sull’Infamily Day, rispetto al quale sopravvive solo un intervento grafico (peraltro esaustivo) di Manlio Truscia, questa volta con Lorella Montanaro.
Sta in fondo a questo post.
La scomparsa di Antonella Steni, avvenuta lo scorso 18 gennaio, è passata sotto silenzio. Non che questo misero post possa provvedere a sottolinearne, pur tardivamente, le qualità interpretative, ma trattasi comunque di un affettuoso ricordo, pur fatto di corsa.
In tema con la lettura del volume di 500 pagine che il sottoscritto legge nelle notte insonni in questo periodo: Agenda Marchesi (Collana Panta, che potremmo anche definire Pantacollan), Edizioni Bompiani, a cura di Elisabetta Sgarbi, suggerimento Cantarelli Loris.
L’attore che sorride con Antonella ed Elio, nel 1957, alla radio, è Renato Turi, oggi in un podcast di Rai 2 con Sylva Koscina.
Marcello Marchesi aveva coinvolto Antonella Steni, insieme al suo storico partner Elio Pandolfi, nello show del 1964 Sveglia, ragazzi!, del quale pare non ci sia traccia nelle Teche Rai.
Tutto distrutto.
Resta la foto che mostro sotto, con i tre c’è anche il Maestro Gorni Kramer, nella cui antica casa adesso abita Silver (ed è merito suo se vicino al portone c’è una lapide che rirda il Maestro, direttore d’orchestra a Sveglia, ragazzi!).
Lina Volonghi è la simpatica signora fra Pandolfi e Marchesi.
Indimenticabile il primo ciclo radiofonico del suo Batto quattro, di Terzoli e Vaime, condotto insieme a Sandra Mondaini, prima dell’arrivo di Gino Bramieri.
Nel video posto quasi in apertura di post, la Steni è con il suo partner principale, Elio Pandolfi, per tutti gli anni settanta sono stati la “coppia d’oro” del teatro leggero in Italia con spettacoli campioni di incasso come SCANZONATISSIMO, CHE BRUTTA EPOQUE, I COMPROMESSI SPOSI in cui si aggiunse Alighiero Noschese, e NOI PER VOI.
I testi, se non vado erra(bo)ndo erano tutti di Dino Verde, altro monumento dell’umorismo italiano non degnamente celebrato.
Scrive di lei (e di Verde) Francesco Troncarelli su Globalist.it
Eclettica e simpatica, aveva il senso dell’umorismo innato come quello della scena, che non bella, dominava ugualmente per carisma e verve. Capelli cotonati come si usava negli anni del boom, occhioni vivacissimi, voce squillante e intonata, la Steni era una protagonista vera e verace, che insieme ad un altro “mostro” del palcoscenico come Elio Pandolfi, ha formato una coppia fra le più travolgenti e di successo nazionalpopolare.
Undici anni di riviste e copioni firmati dal genio del settore, Dino Verde, che portavano la gente a teatro e bloccavano gli spettatori davanti al piccolo schermo. Al Sistina c’era la fila per il loro “Scanzonatissimo”, primo esempio di satira politica e di costume che dalla radio approdava in teatro e che fu replicato per altre stagioni insieme all’astro nascente Alighiero Noschese. Poi i “Compromessi sposi” e le loro scenette dei Siculissimi”, sorta di sit-com ante litteram dove i due nei panni di siciliani da macchietta, prendevano in giro tutto e tutti.
Qui sopra un estratto dal programma Ieri e oggi, con la conduzione più che caustica di Arnoldo Foà (e la regia di Lino Procacci).
Sotto, Dino Verde con il sottoscritto, nel secolo scorso.
Sopra, Antonella è con Franca Rame e Raffaele Pisu.