Un libro sulla storia del Fumetto in Spagna, o meglio “in lingua spagnola”, o ancora più specificamente sul cosiddetto tebeo (destinato all’infanzia, ma in buona parte leggibile e godibile da chiunque)?
Certamente, risposta affermativa, il trailer mostra qualcosa in merito.
Il libro si chiama appunto Tebeos. Las revistas infantiles.
Si avvale della illustrazione di copertina del talentuoso Paco Roca (più volte presente a Napoli COMICON grazie all’intervento del suo editore italiano, Tunué), con la musica di Paco Seco.
Si tratta della prima uscita di una serie di libri di approfondimento che in Italia (se ve ne fossero di analoghi) sbancherebbero tutti i Premi, curati dalla associazione Tebeosfera.
In vendita anche online qui, dove si possono anche avere informazioni assortite:
http://asociacionculturaltebeosfera.blogspot.it/p/memoria-de-la-historieta.html
La colección MEMORIA DE LA HISTORIETA pretende reconstruir el conocimiento de los autores, personajes, series y publicaciones de nuestros tebeos, un patrimonio siempre necesitado de estudios serios y en profundidad.
Dentro del afán investigador y divulgador de la Asociación Cultural Tebeosfera, iniciamos la edición de esta serie de libros que emocionarán al lector veterano, entretendrán al aficionado e interesarán al erudito o al investigador.
Supone una recuperación necesaria y justa de un patrimonio vasto y espléndido, de la labor de unos profesionales que merecen el reconocimiento de los lectores pasados y actuales, y todo ello a cargo de los mejores teóricos del cómic de nuestro país en una selección de cuidados textos con una edición de calidad.
Veramente simpatico il redattore del blog “Leggendo giornalini”, con un’immagine d’ingresso come questa.
Ce ne sarebbero ancora, di immagini di tebeos, in qusto articolo, se WordPress non fosse una mezza sòla e non facesse perdere eoni di tempo a chi non l’ha per caricare i media.
Allora, rifacciamoci con He-Man, Casper, Fat Albert, & the Best Retro Toons e qualche altro trailer di serie in onda (su onda) su Cartoon Network.
Più facile embeddare i video che (non) le immagini, pensa tu.
