SERGIO STAINO IN MOSTRA A SIENA: DISEGNI, ACQUARELLI, OPERE DIGITALI

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Ecco la notizia, alla quale accennavamo ieri: Sergio Staino, Satira e Sogni, grande mostra in quel di Siena, nel noto Complesso di Santa Maria della Scala (che già ha ospitato mostre di Hugo Pratt, Milo Manara e per un pelo – ma poi non è accaduto – anche Enki Bilal), dal 6 aprile al 3 novembre 2014.

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Nell’esposizione, dall’emblematico titolo “Satira e Sogni”, che evoca le due attitudini principali che hanno da sempre caratterizzato il lavoro dell’artista, si potranno ammirare gli acquarelli e le più recenti opere digitali che hanno reso Sergio Staino uno tra i maggiori protagonisti della satira in Italia.

Sono esposte in mostra oltre trecento opere, dalle prime strisce di Bobo per Linus, che risalgono agli sgoccioli degli anni Settanta, fino alle più recenti creazioni in digitale.

Infatti, intorno all’anno 2000 Sergio ha dovuto abbandonare per motivi di eccessivo degrado della vista il disegno tradizionale fatto a punta di matita o di penna a china, per spostarsi obbligatoriamente sul digitale.

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Bobo, come tutti sanno (compreso Calderoli, che forse però apprezza più il Bingo Bongo di Sergio Asteriti), almeno all’inizio è stato l’alter ego stesso dell’architetto di Sergio, classe 1940, già insegnante di materie tecniche alle scuole medie dell’area fiorentina.

Con la moglie peruviana Bruna e i figli Ilaria e Michele, giunto nel mezzo del cammin di sua vita, Staino inizia in quel periodo a parafrasare la crisi politica ed esistenziale nella quale stava smarrendo la via diritta, ignorando che diverrà in breve, a tempo di record, una delle firme satiriche italiane più importanti e note.

A fumetti, descriverà un po’ se stesso e un po’ i turbamenti della sua generazione col ritmo della striscia, lo stesso di Charlie Brown e di Beetle Bailey: una struttura chiusa, a suo modo rigorosa e impietosa, diversa e del tutto alternativa alle storie libere da schemi, talvolta incompiute e frammentarie, incoerenti, dei nuovi narratori postmetalhurlantiani di “Alter” e di “Cannibale”.

Le prime tavole scritte e disegnate da Staino, con una presentazione del carismatico OdB, appaiono (si diceva sopra) nel 1979. Ma l’ascesa è fulminea: tra l’80 e l’81, Staino collabora alla pagina culturale del quotidiano romano Il Messaggero e nell’82 imposta il suo proficuo rapporto con “L’Unità”, superato l’iniziale scetticismo sulle possibilità di fare ironia un po’ a tappeto dal podio di un’organo di partito.

Bisogna attendere il 1986, affinché il papà di Bobo fondi e diriga il settimanale satirico “Tango”, sulle cui pagine sfileranno le migliori firme della satira italiana, molte delle quali provenienti dal “Male”. Così, scrivono per Staino, tra gli altri, Lorenzo Beccati, Gino e Michele, Francesco Guccini, Renato Nicolini, David Riondino, Sergio Saviane, Michele Serra. Disegnano per lui Altan, Angese, Massimo Cavezzali, Dalmaviva, Ellekappa, Giuliano, Daniele Panebarco, Roberto Perini, Vincino. Perfino Andrea Pazienza, che un attimo prima di morire in modo tragico e improvviso, nel giugno 1988, farà un salto in redazione per schizzare le sue ultime vignette, che ritraggono un impacciato Achille Occhetto.

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La mostra senese segue questo passaggio: dai primi disegni nati su Linus nel ’79, agli appassionati interventi su l’Unità, e poi il cinema e quello che ha significato nell’evoluzione del suo disegno, fino alle ultime opere disegnate a mano e acquerellate in grigio prima dell’addio definitivo e il passaggio al digitale.

Mescolati tra loro temi politici, dispute familiari, disegni per bambini o di puro gioco, tutti segnati e contraddistinti, da un segno e da una fantasia che, al di là delle tante tecniche usate, rimangono completamente sue.

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Nella mostra si entrerà attraverso un arco trionfale, sormontato da un Bobo-Rodin pensatore e subito ci si imbatterà in una sorta di Pantheon dei nostri giorni: grandi sagome dei personaggi che hanno animato gli ultimi trenta tormentati anni della nostra vita politica e istituzionale.

Nelle prime sale troveranno spazio le memorabili storie degli anni di Linus (Capitan Kid, Moskava, Senza famiglia) e de l’Unità (I funerali di Belinguer, Livorno 1921, A proposito di Arbasino).

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Sono gli anni dei disegni a penna, dell’uso della china e dei pennarelli.

La mostra, fortemente voluta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Siena e organizzata da Opera Civita Group, sarà parte integrante dei sette percorsi museali del Santa Maria della Scala.

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Sopra, una delle prime strisce di Bobo, sul Linus piccolo che faceva quasi un po’ tenerezza…04