Lo ammetto. In questi giorni, per impegni di ogni tipo, sto seguendo poco le discussioni che avvengono su questa vecchia piattaforma, ormai patrimonio degli ex visitors, che hanno preso piede e la gestiscono di fatto a loro piacimento.
Per cui, non sono certo di aver capito del tutto la peculiarità di questo prezioso albo di indubbio antiquariato fornito da Tomaso Turchi, che ringrazio.
Lo accompagna con queste parole:
Non so se hai avuto l’ardire di leggere l’intervento di Watson /Buffatti riguardante l’Albo Roma che qui ti ritrovi in fotocopia, 1° e 2° copertina davanti e retro.
Comunque, come vedi, se si volesse di spilli da appuntire ce ne sarebbero parecchi.
La misteriosa opera inedita di Buffatti/Matteucci riguarderà invece “Il Vittorioso” nel 1944: insomma, una cosa da veri sorci di archivio.
Beh, Il Vittorioso aveva anche pagine scritte, con racconti, rubriche, posta con i lettori ecc.
E’ soprattutto in queste pagine che specialmente nei primi anni si avverte una sorta di “sviolinata” nei confronti del regime.
I personaggi sono anche calati nell’attualità di allora, quindi in Somalia, Eritrea, e zone limitrofe.
Si avverte “il consenso” con la guerra fascista contro i poveri africani, popolazioni da “civilizzare” e catechizzare (anche se cristiani non erano di certo cattolici romani) a suon di cannonate.
Ma questo mito della civilizzazione ( ora si dice democratizzazione) portato avanti forse anche in buonafede da una parte degli italiani,legato alla promessa di nuove terre per i contadini poveri del sud Italia, fu sostenuto in più di un “cineromanzo” su “Il Vittorioso”.Anche il mite Franco Caprioli mandò due bravi, buoni e coraggiosi ragazzi nella Sirte, alla ricerca dei genitori (o parenti, non ricordo)che arrivati da quelle parti coltivavano ed allevavano: era loro diritto, essendo gli indigeni dei poveri selvaggi buoni a nulla.
In questo scenario si colloca anche Hergé, il quale con Tintin nel Congo presenta lo stereotipo tipico degli anni trenta riguardante i “poveri negri”.
Era una mentalità allora molto diffusa, in Belgio poi non ne parliamo…
Sotto, una versione diversa, con qualità migliore, dell’albo del 1949 con una copertina autentica di Jacovitti.
Ricevo anche questa Analisi della copertina.
Un timbro nero copre il vecchio prezzo [Lire 1.50], ma sembra che in precedenza esistesse una fascetta (bianca?) che copriva solo l’eventuale prezzo. Non sono riuscito a comprendere se la fascetta coprisse il vecchio prezzo, oppure se essa stessa avesse impresso il vecchio prezzo e sotto di essa non vi fosse nulla.